December 4, 2024

sfiammata-petrolchimico 02072015Sfiammate continue per quasi due mesi dalle torce del petrolchimico e ora che i lavori per la fermata dell’impianto di cracking si sono conclusi tutti si dicono soddisfatti.

Mentre noi ci chiediamo cosa ha sputato nell’aria quella fiamma insieme a fumo nero alto visibile in più giornate consecutive, e quali danni possono causare le emissioni nell’aria con i venti sfavorevoli, dal dibattito pubblico avviato da un anno a questa parte (dopo il primo slittamento del periodo della fermata previsto per il 2014) è emersa solo la preoccupazione della perdita dei posti di lavoro.

 

Un anno fa su articoli di stampa si leggeva “Rinviato, da settembre ad aprile, lo stop dell’impianto di cracking. Slittamento che farà saltare 200 assunzioni nelle ditte d’appalto al Petrolchimico. Questo, secondo i sindacati di categoria, dopo la conferma arrivata nelle scorse ore dai dirigenti di Eni Versalis” – e poi, a maggio 2015 – “Grido di allarme da parte della CNA in riferimento alla notizia secondo cui, a seguito della fermata dell’impianto di cracking di Versalis, all’interno del Petrolchimico di Brindisi, sono stati chiamati a lavorare un migliaio di lavoratori in più. Si tratterebbe, in buona parte, tuttavia, di ditte e, quindi, di lavoratori non locali.” E ancora, sempre nel mese di maggio di quest’anno “Rinviata da settembre dello scorso anno, la fermata dell’impianto di cracking di Versalis all’interno del Petrolchimico oggi è una realtà. I lavori sono iniziati il 4 maggio scorso e da pochi giorni a questa parte l’impianto è stato fermato. Fermato per manutenzione anche un gruppo della centrale Enipower.
Ma la maggior parte delle aziende e dei lavoratori impegnati non sono di Brindisi. A lungo si è parlato della fermata programmata da Versalis, a lungo si è discusso della decisione di Eni di rinviare di sei mesi la manutenzione straordinaria che si svolge ogni 10 anni. Le preoccupazioni scaturivano da quanto era accaduto a Porto Marghera dove l’impianto di cracking era stato fermato per manutenzione e mai più rimesso in marcia.”

 

Quindi, più fermate ci sono più i sindacati e i lavoratori sono tranquilli, più è lunga la fermata più tutti sembrano contenti.

 

In più di 50 giorni di fermata (e di sfiammate) non abbiamo mai letto, se non stralci di qualche intervista, un comunicato ufficiale dell’Eni che abbia fatto conoscere il programma della fermata, le motivazioni e i rischi per i lavoratori e per i cittadini. Si legge che “i lavori hanno anche l’obiettivo di migliorare il funzionamento del cracking ed evitare le sfiammate in torcia”, ma la torcia ha continuato a sfiammare nel silenzio dei responsabili e del primo cittadino che è anche il primo difensore della salute e della sicurezza dei cittadini.
Dalla Direttiva 82/501/CEE – “Seveso I” – a proposito di informazione della popolazione si legge: “Le persone che potrebbero subire all’esterno degli stabilimenti le conseguenze di un incidente rilevante devono essere adeguatamente informate sulle misure di sicurezza da adottare e sui comportamenti da assumere.”
Mentre la protezione civile del Comune pubblica allerta meteo anche per due gocce d’acqua, mai una parola sulle torce, nessuna informativa da parte delle istituzioni, non sappiamo quali sono i rischi, se chiudere le finestre quando la torcia sfiamma alta o cos’altro fare e non fare ad esempio nei casi di incidenti.

 

Si parla solo degli effetti positivi dell’elevata occupazione. Si parla di benefici economici per centinaia di lavoratori ma non si parla mai degli effetti negativi che le sfiammate comportano per migliaia di cittadini. Perché, qualcosa butteranno fuori quelle torce….Città considerata ad elevato rischio di crisi ambientale e di incidente rilevante da decreti ministeriali, dal sito del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri risulta che nella provincia di Brindisi tutti i Comuni sono dotati di un Piano di Emergenza tranne Brindisi. Siamo al paradosso.
Ancora più paradossale leggere l’articolo a tutta pagina del 2 luglio in cui si esprime soddisfazione da più parti per la conclusione di manutenzione straordinaria del cracking con lavori dell’aggiornamento software e tecnologico degli impianti. E quindi in serata un’altra bella sfiammata con una colonna di fumo nero visibile da tutta la provincia!

 

Complici di un’industria padrona di gestire i suoi profitti a danno dei territori, il Sindaco, la ASL e l’ARPA, enti preposti alla tutela della salute e ad effettuare i dovuti controlli, rimangono nell’assoluto silenzio nei confronti di cittadini che sembrano ormai assuefatti a tutto.

 

COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE

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