December 4, 2025

L’esito negativo del tavolo che nelle scorse ore si è tenuto a Confindustria Brindisi, in merito alle garanzie per l’indotto di Cerano, ci preoccupa profondamente. Il mancato accordo non è solo un passaggio a vuoto ma rischia di alimentare ancora più incertezza e divisione proprio mentre avremmo bisogno dell’esatto opposto, cioè condivisione, chiarezza e unità.

Se vogliamo governare davvero questa transizione, serve una bussola chiara, una parola d’ordine che tutti, aziende, Enel, istituzioni e sindacati, riconoscano e assumano come impegno concreto. Per noi quella parola è semplice e non negoziabile ed è ‘tutele’.

Tutele per la continuità delle attività delle imprese dell’indotto. Tutele nei percorsi di conversione. Tutele per i livelli occupazionali e per le persone in carne e ossa che oggi, mentre discutiamo, sono costrette a stare in presidio in condizioni precarie per difendere il proprio lavoro.
Dentro questa cornice, l’ipotesi di licenziare le lavoratrici e i lavoratori Sir, in attesa dell’avvio del progetto BESS previsto per la primavera 2026, va in direzione esattamente opposta. Non tutela, ma sospende e non dà certezze, e apre un buco di precarietà, allungando l’ombra della paura sul presente e sul futuro di decine di famiglie.

Noi pensiamo esattamente il contrario e i rapporti di lavoro vanno mantenuti. La vera sfida per tutti, istituzioni comprese, è costruire un percorso che accompagni azienda e lavoratori fino all’avvio dei BESS senza interruzioni, senza licenziamenti con la garanzia del reddito, rendendo sostenibile questo iter con gli strumenti normativi esistenti.

Se Enel e l’azienda si rendessero disponibili a questa scelta di responsabilità, anche attraverso intese con Confindustria e con i sindacati per il ricorso ad ammortizzatori sociali che mettano in sicurezza i lavoratori fino a maggio 2026, il tavolo brindisino potrebbe parlare con una sola voce e chiedere sostegno concreto alla Regione Puglia che è già pronta a fare la propria parte. Come già avvenuto per la vertenza Ilva di Taranto, si potrebbe attivare quindi un percorso di formazione ad hoc per chi percepisce l’ammortizzatore sociale, utile non solo a “tenere il punto” oggi, ma a dare continuità lavorativa e a costruire le competenze che la transizione chiede ad aziende e lavoratori. Non stiamo chiedendo miracoli, ma serietà e responsabilità.

Per questo ci appelliamo alla sensibilità di tutte le parti coinvolte, ad ogni livello. È il momento in cui ognuno deve essere disposto a fare un passo avanti e, se necessario, accettare anche qualche sacrificio economico, pur di garantire prioritariamente la conservazione e la tutela dei posti e dei redditi da lavoro. Per questo sarebbe opportuno e urgente rivedere, assieme a tutte le associazioni datoriali brindisine, il piano di committenza del progetto BESS al fine di prevedere il coinvolgimento prioritario delle aziende del territorio nei futuri investimenti.
Così potremo trasformare una fase di paura in una sfida condivisa, proiettando l’intero indotto verso gli investimenti, non più rinviabili, per la transizione energetica ed ecologica, senza lasciare indietro nessuno.

 

Partito Democratico Città di Brindisi

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