May 2, 2025

La Festa del Lavoro del 1° Maggio 2014 nel territorio di Brindisi coincide con una fase di persistente e penalizzante criticità economica, sociale ed occupazionale, pur in presenza di potenzialità connesse ai settori produttivi vocazionali – Industria, Aeronautica, Aerospaziale, Centrale Elettrica, Chimica, Energia, Agricoltura e Agroindustria, Portualità, Turismo, Welfare, Ambiente, Costruzioni, peculiarità geografiche e infrastrutturali, Pmi, Artigianato, Credito, Commercio, Università, Difesa – nell’ambito dei quali si caratterizza la vertenzialità diffusa del sindacato e della Cisl in particolare.
Una vertenzialità sempre contraddistinta dalla partecipazione, dalla corresponsabilità, dalla ricerca condivisa di progetti strutturati e di futuro, irrobustita da iniziative di mobilitazione di lavoratori e di pensionati sugli obiettivi del bene comune, del dialogo sociale, del rispetto di ogni persona, della solidarietà e dell’inclusione.
Tra le più recenti vertenze, il compimento del processo di internalizzazione presso la ASL/BR di oltre 300 lavoratori ed il pressing per il futuro produttivo delle aziende elettriche di Brindisi, per traguardare la buona occupazione dei 1500 lavoratori coinvolti, per il buon ambiente e lo sviluppo sostenibile in quanto vettori affatto inconciliabili di sviluppo, nonché per la conferma dell’attuale sistema industriale scongiurando ogni possibile dismissione e consequenziali licenziamenti di massa.
La Cisl reitera, a tal fine, l’appello agli Enti preposti affinché procedano alla completa valutazione dei progetti industriali presentati, per lo smontaggio dei Gruppi 1 e 2 e gli ammodernamenti impiantistici previsti sul gruppo individuato per la parziale ripresa produttiva della Centrale Edipower.
E per scongiurare i rischi di desertificazione industriale e le conseguenti ricadute negative sul versante occupazionale, prosegue l’azione incalzante della Cisl anche nell’ambito costruzioni e montaggi dei cantieri Enel, Sanofi, Eni, Jindal, in quanto emblematici di tutte le aree produttive (metalmeccaniche, edili, ecc.) dove nel rinnovo degli appalti delle attività di manutenzione ordinaria, straordinaria ed altro viene pervicacemente adottato il criterio del massimo ribasso, quasi in spregio al bisogno di lavoro dei cassintegrati, dei lavoratori e dei giovani del territorio.
Anche per questo la Cisl, che non è mai stata favorevole al criterio del massimo ribasso, continuerà a battersi per la esigibilità degli accordi sottoscritti in Prefettura, sui cosiddetti bacini dedicati, cioè la rioccupazione nei cambi di appalto dei lavoratori già impegnati nel medesimo comparto, una volta che siano esauriti gli ammortizzatori sociali.
Ulteriore, forte attenzione della Cisl è riservata al settore Aeronautico, dove a fronte di un’apparente tranquillità produttiva considera necessario tenere alta l’attenzione e l’iniziativa sulle realtà industriali Agusta, GE Avio e Aziende dell’indotto.
Ancora vivo è il ricordo della perdita, oltremodo ingiustificata, delle attività di manutenzioni e revisioni di aeroplani e di elicotteri (con la chiusura delle ex Officine Aeronavali di Alenia e delle revisioni di elicotteri Agusta, entrambe imprese di Finmeccanica), nonostante il bisogno di manutenzioni di aeroplani e di elicotteri non sia mai venuto meno e malgrado la disponibilità di diverse infrastrutture disponibili intorno o nell’Aeroporto, come gli hangar Savigliano ormai vuoti da tempo o utilizzati per scopi diversi.
In merito al riordino previsto per l’area Marina Militare risultano soppressi alcuni enti e costituita una Stazione Navale (Maristanav Brindisi e Marinasud Brindisi) presso la Brigata Marina San Marco di cui, però, non è stata ancora ufficializzata la mission così da poter comprendere la reale strategia industriale del Ministero della Difesa e quindi le vere potenzialità produttive in termini di organico e di investimenti.
Tale riordino, al momento, è considerata dalla Cisl un’importante e positiva svolta per cui auspica che la riacquistata autonomia amministrativa diventi opportunità e volano per l’economia dell’intero territorio, benché non manchino perplessità e preoccupazioni per il mantenimento degli attuali standard occupazionali.
A fronte di una popolazione territoriale attiva pari a 266.742 ed una dichiarata disponibilità immediata al lavoro (ex D. Lgs. 181/00), nei primi quattro mesi del 2014 sono impercettibili gli scostamenti dal 29,81% di disoccupazione ufficialmente registrata nel 2013, mentre particolarmente presente in tutto il territorio provinciale, specie nei settori Agricoltura, Edilizia, Trasporti. Commercio, Artigianato, Servizi, è il lavoro nero con conseguente evasione contributiva e fiscale.
E ciò alimenta anche i rischi per la sicurezza nei luoghi di lavoro e in itinere, per cui occorre tenere alta la guardia e rafforzare ovunque la corretta interrelazione tra Aziende e lavoratori con i loro rappresentanti per la sicurezza.
Degna di nota è la vertenza lanciata dalla Cisl, comparto Agricoltura, circa la tracciabilità del lavoro agricolo e la sua coerenza con i contratti collettivi nazionali e territoriali.
Si chiede, insomma, alle Parti datoriali e alle Istituzioni preposte di operare per la coerenza fra la tracciabilità del prodotto agricolo, la sua vendita a prezzi di mercato e la contestuale tracciabilità del costo del lavoro.
Sarebbe un modo virtuoso, questo, per contrastare la storica piaga del caporalato nel reclutamento di manodopera e nel suo trasporto, insieme ai rischi connessi alle infiltrazioni improprie e per non danneggiare le Aziende che rispettano leggi e contratti, in tal modo offrendo ai giovani l’opportunità di considerare il settore Agricolo occasione realistica di lavoro stabile e non precario.
Una precarietà che non risparmia, a Brindisi come nel resto della Puglia, neppure il settore Scuola, con la riduzione dell’organico di diritto, ovvero il personale docente e Ata, a causa della riduzione delle nascite.
Nel comparto tessile diverse Aziende che operano da fasonisti – con diverse centinaia di lavoratrici coinvolte – da tempo versano in stato di estrema crisi per cui risultano chiuse, o per aver esaurito ogni forma di ammortizzatori sociali oppure perché l’utilizzo degli stessi è in fase di esaurimento.
Il comparto industriale Chimico ed Energia è uno dei pochissimi settori che mantiene una occupazione stabile sia diretta che indiretta ma restano alcune vertenze occupazionali in attesa di risposte positive, nonostante le iniziative forti messe in campo dalla Cisl pur a fronte dei tiepidi riscontri registrati da parte delle Istituzioni e dalla politica (Dow, Evc, Biomateriali, Brindisi Lng, Europlastic, Alfa Edile, Tecnimont).
Insieme con i vettori di sviluppo del territorio – sui quali è aperto da tempo il confronto concertativo presso il CPEL – anche il welfare è da considerarsi vero e proprio driver.
Un segnale evidente, in tal senso, frutto dell’iniziativa e della mobilitazione pressante delle OO.SS. confederali, sono i 42 milioni – che comprendono il cofinanziamento di 15 milioni degli EE.LL. – di risorse ottenute nel complesso dei 4 Ambiti territoriali, con i Piani Sociali di Zona per il periodo 2014-2016.
Altrettanto qualificante è che nelle risorse sopra richiamate vengano ricompresi circa 7 milioni per i Piani di Azione Coesione – Pac, di cui beneficeranno anziani e minori.
In tale quadro, va scongiurato il grave il rischio che importanti servizi sociali siano sospesi, nei prossimi giorni, a causa della insolvenza nei confronti delle cooperative affidatarie di alcuni Comuni e dei ritardi di accredito dei fondi regionali.
I riflessi negativi potrebbero riguardare il servizio di assistenza scolastica per i bambini diversamente abili, quello dell’assistenza domiciliare per gli anziani e la messa in libertà dai servizi di centinaia di lavoratori/trici.
La Cisl continuerà decisamente a sostenere, in tutte le sedi della concertazione territoriale, l’impellente necessità di pervenire alla Bonifica del Sin ed alla restituzione agli usi legittimi delle aeree libere del Petrolchimico e di tutta la zona industriale, rimuovendo le lentezze esasperanti dell’attuale iter autorizzativo che limita possibilità di nuovi investimenti.
E supporterà ogni utile iniziativa finalizzata al superamento dell’attuale divario economico e produttivo di Brindisi con un processo di innovazione e di internalizzazione delle Imprese, mediante l’acquisizione di Fondi Strutturali Europei, finalizzati alla crescita di nuove attività produttive, al consolidamento di quelle esistenti, al rafforzamento e allo sviluppo del capitale umano, alla creazione di nuova occupazione, nonché con l’utilizzo del Fondo Sviluppo Coesione per investimenti infrastrutturali e ambientali.
La Pubblica Amministrazione, ancorché penalizzata da una spending review che spesso si manifesta illogica e inopportuna, si conferma fulcro di ogni azione virtuosa che dovrà sempre più facilitare la vita ai cittadini e consentire alle Imprese agibilità immediate.
La Cisl Taranto Brindisi continuerà, con i propri 75 mila associati e per quanto è nelle proprie responsabilità sociali, ad essere soggetto propositivo, proseguendo e rafforzando ulteriormente il proprio radicamento organizzativo nel territorio ed implementando la vertenzialità per un welfare in grado di garantire l’appropriatezza dei servizi e per politiche attrattive di area che producano occupazione e sviluppo aggiuntivo.
Al contempo, chiede ai rappresentanti istituzionali di espressione territoriale e più in generale alla politica, di operare con maggiore concretezza e risolutezza, rilanciando la richiesta al Governo di un Tavolo istituzionale per Brindisi, perché sia garantito a tutti il diritto costituzionale del lavoro e sia recuperata la Città capoluogo con il restante territorio dalle secche di una marginalità sociale, occupazionale, produttiva che già produce effetti devastanti su migliaia e migliaia di concittadini.

 

CISL TARANTO BRINDISI

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