Le priorità per il 2014 «Un treno che non possiamo perdere» Sono anni che aspettiamo di uscire dalla crisi, di raggiungere quella «luce in fondo al tunnel» fin troppe volte annunciata.
L’intrecciarsi delle vicende politiche, il dibattito, sempre più stanco, sulle cure da somministrare al nostro Paese, non ha sortito effetti sostanziali. In un contesto in cui solo la protesta eclatante – legittima ma spesso sterile – riesce a conquistare l’attenzione dei media, Rete Imprese Italia ( Confartigianato, CNA, Confcommercio, Confesercenti) vuole porsi in un’ottica propositiva e costruttiva. Vuole provare, per il bene del sistema produttivo Italia, a mettere da parte la crescente frustrazione che deriva dal constatare la profondità dell’abisso che separa il «dire» dal «fare».
E’ in quest’ottica che, ancora una volta, le sottoscritte Rappresentanze Datoriali della Provincia di Brindisi in forma congiunta ed unitaria, vogliono indicare una «lista delle urgenze», un conciso elenco di provvedimenti non oltre rinviabili, pena il superamento del punto di non ritorno per le nostre imprese e per il nostro sistema economico.
CREDITO
Il problema dell’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese, raggiunge nel nostro territorio elevatissimi livelli di criticità. E’ sufficiente analizzare i dati , per accorgersi che, in un anno, da ottobre 2012 ad ottobre 2013, i finanziamenti alle imprese nella Provincia di Brindisi sono in calo del 3,5 per cento che equivalgono al 7,2 per cento degli impieghi complessivi. Le piccole imprese non hanno beneficiato dell’iniezione di prestiti a tasso agevolato messi a disposizione della Banca centrale europea. Anzi, le erogazioni continuano a diminuire in maniera esponenziale. Occorre semplificare l’accesso al credito delle imprese, innescando un sistema per cui la valutazione della cosiddetta «bancabilità» passi anche dall’analisi della storia dell’impresa richiedente nonché del suo «outlook», ossia delle prospettive di crescita dell’attività. Non è più sostenibile un sistema che, ad esempio, anche a fronte di garanzie fidi all’80 per cento continui a negare l’erogazione di prestiti. Le banche, insomma, devono tornare a fare le banche.
BUROCRAZIA
E’ la più grave malattia che affligge il nostro Paese. L’immotivata frammentazione dei processi decisionali paralizza anche la migliore delle iniziative economiche, sia essa pubblica o privata. L’ipertrofia burocratica permea letteralmente la vita dei cittadini e delle imprese, finendo con l’istituire diffusi centri di potere che mirano unicamente all’autoconservazione e non certo all’efficienza del servizio o alla qualità dei controlli. Un esempio lampante sono i tempi biblici che bisogna attendere per l’avvio ed il completamento delle opere pubbliche. Come possiamo anche solo auspicare la ripresa degli investimenti senza una radicale opera di bonifica della palude burocratica italiana?
LAVORO
Quello del lavoro è il grande dilemma del nostro tempo. Negli ultimi vent’anni le riforme del mercato del lavoro, più o meno incisive, si sono succedute in maniera sempre più vorticosa eppure i risultati ci restituiscono un panorama post-bellico, con iltasso di disoccupazione che ha raggiunto, nel terzo trimestre 2013, quasi il 20 per cento. Questo senza considerare la tragica situazione dei giovani. Continuare ad agire unicamente sul lato dell’offerta di lavoro non crea occupazione, anzi: contribuisce ad aggiungere farraginosità ad una legislazione già oltremodo complessa. In questo senso occorre semplificare ma soprattutto agire in maniera convinta sul lato della domanda e cioè sulle imprese. Sono le imprese, non le leggi, a creare il lavoro. Il drastico abbattimento del cuneo fiscale è l’unico passaggio possibile.
INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE
Sono queste le parole d’ordine per il nuovo anno. L’Italia dispone di una ricchezza unica: il marchio «made in Italy» è il terzo più conosciuto al mondo. Eppure ormai lo sappiamo: si può sopravvivere e crescere solo innovando il prodotto ed aprendosi ai mercati esteri: è questa la strategia vincente a fronte del crollo della domanda interna. La Puglia dispone di fulgidi esempi in questa direzione, ma le oasi nel deserto non bastano: occorre fare ogni sforzo per trasformare le «best practices» in punti di forza dell’intero sistema regionale.
POLITICA ECONOMICA e FONDI COMUNITARI
Ormai da troppo tempo l’intero Paese manca di un piano organico di politica economica, di una visione per il nostro territorio. I Fondi Comunitari sono col tempo diventati la principale fonte di investimento e sostegno alle imprese per lo Stato Centrale, spesso proprio ai danni del Mezzogiorno. Si tratta di una stortura che non può più tollerarsi. La Puglia ha dato prova di essere all’avanguardia nella collocazione delle risorse europee: abbiamo dimostrato di saperle spendere. Ora, però, dobbiamo dimostrare di saperle spendere bene. La programmazione 2014-2020 è l’ultima chance in questo senso.
FISCO
Di importanza vitale è il tema delle tasse che negli ultimi tempi ha rappresentato una vera via crucis per i cittadini ma ancora di più per le imprese. Il susseguirsi di provvedimenti regressivi, intempestivi e finanche contraddittori tra loro ha costituito un’intollerabile aggravante rispetto ad situazione già insostenibile che vede la pressione fiscale scaricarsi per più del 68% sugli utili di impresa. È giunto il momento di allentare la morsa delle tasse. In caso contrario le nostre imprese semplicemente non riusciranno a sopravvivere. E’ necessario, insomma, colmare l’abisso tra il dire e il fare. La pazienza di tutti gli imprenditori è giunta al limite: il 2014 è un treno che non possiamo perdere.
COMUNICATO STAMPA RETE IMPRESE ITALIA (CONFCOMMERCIO – CONFESERCENTI – CONFARTIGIANATO – CNA)-
No Comments