May 26, 2025

Comunicato Stampa sulla Sanità Pugliese Come si prospettava da anni (già parzialmente avviata) la ristrutturazione ospedaliera sembra essere arrivata alla resa dei conti. In questi giorni il Presidente della Regione Emiliano ha detto che intende chiudere 25 ospedali: non sappiamo quale idea di sanità abbia, ma certamente per Brindisi il diritto alla cura migliore possibile sembra a rischio. Il D.M. 70/2015, che si cita nel documento, contiene la classificazione delle strutture ospedaliere: di base per un bacino di utenza tra 80.000 e 150.000 abitanti; di I livello tra 150.000 e 300.000; i presidi ospedalieri di II livello tra 600.000 e 1.200.000. Da questi standards deriverebbe che nella ASL BR dovrebbero esserci almeno due ospedali di base (come Ostuni), almeno 1 ospedale di I livello (Francavilla), mentre per il “Perrino” si porrebbero problemi sia di bacino che di mancanza di specialità previste, come cardiochirurgia, chirurgia toracica, ecc.

 

Da anni una campagna martellante dice che per uscire dalla crisi bisogna fare sacrifici, perché le risorse sono scarse e se si danno ai pensionati non ce n’è per i disoccupati, se si rinnova il contratto dei lavoratori pubblici non si può istituire il reddito minimo, se si accolgono i migranti non ci sono risorse per gli italiani.

Si dice anche che il problema è il debito pubblico perché abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità, e che per diminuire il debito vanno tagliati i servizi e privatizzati i beni comuni. E’ falso!

 

E’ falso che la crisi dipenda dalle scarsità delle risorse. Ed è falso che il debito pubblico dipenda dal fatto che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Anche nei paesi come l’Italia in cui il debito pubblico era alto prima della crisi, questo non è dipeso dall’eccesso di spesa (che al netto degli interessi è stata sempre inferiore alle entrate negli ultimi 25 anni!) ma da scelte che hanno avvantaggiato la finanza speculativa: l’Italia ha deciso negli anni ’80 di finanziarsi attraverso le banche private e il peso degli interessi ha fatto schizzare il debito pubblico dal 58% del PIL nel 1981 al 122% nel 1994. La banca centrale europea continua con quelle stesse politiche, non finanzia direttamente gli stati, finanzia le banche private a cui poi gli stati devono rivolgersi per finanziarsi, pagando interesse esosi.

 

E’ ORA DI NON CREDERE PIU’ ALLE MENZOGNE CHE CI RACCONTANO!

 

La banca centrale europea finanzi direttamente gli stati: se lo stato italiano pagasse lo stesso interesse che le banche private pagano alla bce, sarebbero disponibili 70 miliardi di euro l’anno. Si rimettano in discussione i vincoli folli del fiscal compact. Si prendano le risorse da chi ce l’ha.

Secondo l’ultimo rapporto dell’ocse il 20% più ricco della popolazione possiede il 61,6% della ricchezza totale, il 20% più povero non ne possiede che lo 0,4%, il rapporto è di 154 volte. Sempre secondo l’ocse tra il 1976 e il 2006 la quota della ricchezza dei redditi da lavoro dipendente e autonomo è diminuita del 15% cioè di 240 miliardi di euro, a favore di rendite e profitti. All’opposto di quello che vuole fare Renzi, proponiamo che si faccia una patrimoniale sul 5% dei ricchissimi che possiedono un terzo della ricchezza totale, si ripristini la progressività delle aliquote, si recuperi la grande evasione, si taglino le spese realmente inutili e dannose, come spese militari e quelle per le grandi opere.

 
Per questo chiediamo al Presidente Emiliano di non essere complice della macelleria sociale in atto e che la via d’uscita a Sinistra esiste ma non bisogna far finta di non vederla. Solo così potremmo salvare e migliorare il servizio della nostra Sanità quale bene comune più prezioso di uno stato democratico ed insieme a quella tutto ciò operi nel bene comune evitando di mandare a casa come successo ultimamente lavoratori di società a partecipazione pubblica come la Santa Teresa mentre il degrado dei quartieri e del verde pubblico è sotto la vista di tutti.

Facciamo appello inoltre a tutti i cittadini affinché non ci si metta l’uno contro l’altro, ma insieme per l’uguaglianza, la giustizia sociale ed il benessere delle persone.

 

COMUNICATO STAMPA RIFONDAZIONE COMUNISTA BRINDISI

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