I Carabinieri del NAS di Taranto, unitamente ai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi ed a funzionari del Dipartimento di Prevenzione della ASL/BR – Servizio Veterinario – hanno posto sotto sequestro il canile comunale di Brindisi.
La decisione è stata assunta al termine di un controllo eseguito nella struttura di Contrada Santa Lucia.
Diverse le violazioni accertate. Tra queste il fatto che la struttura ospitava un numero di animali superiore alla capacità ricettiva autorizzata, che presentava precarie condizioni igienico sanitarie relativamente alla salubrità degli ambienti in cui venivano ospitati gli animali ricoverati e che utilizzava un ricovero per animali realizzato abusivamente e sprovvisto delle prescritte autorizzazioni amministrative.
Come al solito il procedimento ha scatenato l’ennesima bagarre politica con il centrodestra che ha rivendicato la primogenitura della denuncia delle pessime condizioni del canile. Il 24 Gennaio 2015 – ricorda D’Attis – abbiamo depositato una dettagliata interrogazione con la quale denunciavamo le pessime condizioni del canile municipale e chiedevamo a Consales di rispondere ad una serie di quesiti, proponendo anche delle soluzioni”.
Seguirono delle verifiche operate da una Commissione consigliare ed il 28 Febbraio il Comune di Brindisi avviò il procedimento per la risoluzione del contratto del servizio integrato di gestione del rifugio-canile sanitario comunale, sottoscritto il 25 novembre 2013 con l’Associazione Temporanea di Impresa “Brunda-Terraviva””.
Ad onor del vero, già nel dicembre del 2014, l’ufficio veterinario della A.S.L. di Brindisi aveva evidenziato una serie di criticità nella gestione del canile e, in particolare, per quanto riguarda le acque provenienti dal depuratore tant’è che il 21 Marzo 2015 la procura di Brindisi avviò un’inchiesta sul canile municipale di contrada Santa Lucia.
Sotto la lente degli inquirenti la gestione della struttura e le eventuali ricadute sulla salute degli animali.
Il fascicolo d’inchiesta è stato affidato direttamente al dott. Marco Dinapoli, procuratore della Repubblica di Brindisi, che ha demandato le indagini agli agenti del Corpo Forestale dello Stato.
Nell’ambito di tale indagine è stato eseguito un sopralluogo presso la struttura che ospita più di 600 cani ed è stata acquisita documentazione presso il settore Lavori Pubblici del Comune di Brindisi.
In particolare gli agenti del corpo forestale dello stato hanno acquisito il carteggio costituito dalle contestazioni formulate dal Comune e dall’Asl per le quali il servizio non sarebbe stato effettuato così come previsto dal capitolato.
Insomma anche davanti ad irregolarità evidenti di un gestore di un servizio pubblico, ad un buon servizio della politica (con l’opposizione che esercita il ruolo di controllo e la maggioranza che decide di agire) ed all’impegno di magistratura e forze dell’ordine, la città rischia di perdersi in vacue polemiche destinate a durare lo spazio di un comunicato stampa e la visibilità di qualche “Mi piace” sui social network.
e i cani..? che fine hanno fatto adesso??
Già: E i cani? Neanche le volontarie possono entrare. Ordine della magistratura. Chi pensa ai cani? Non certo gli operai, che sono addetti solo alla pulizia e al cibo. E quelli malati? Quelli che hanno bisogno di cure urgenti? Chi ci pensa?