May 1, 2025

La vicenda del gasdotto TAP è l’emblema del degrado della politica e della demagogia che la caratterizza, abbiamo, in varie circostanze chiarito che la fattibilità dell’opera, per quel che attiene l’approdo a Melendugno – S. Foca, andava discussa prima che la scelta cadesse sul sito individuato e, ancor più, prima che fosse avviata la procedura di V.I.A: oggi questa procedura è chiusa con il rilascio del giudizio di compatibilità ambientale positivo e la firma del Decreto conseguente da parte del Ministro Galletti.

 

Rappresentanti politici ed istituzionali, che oggi parlano dell’esame di un sito alternativo, sanno benissimo – ma fanno finta di non sapere – che il procedimento in via di definizione è “sitospecifico” su S. Foca – Melendugno, che nello stesso non sono ammissibili alternative di sito e che solo fatti nuovi e gravi (non superabili con le prescrizioni) possono fermare l’iter autorizzativo, senza incorrere in comportamenti illegittimi, forse anche valutabili sotto il profilo penale.

 

Una delegazione di esponenti regionali e del Salento del Pd ha prospettato al Viceministro Devicienti l’approdo del gasdotto a Cerano, collegandolo alla proposta di alimentare uno o due gruppi della centrale Brindisi sud a metano.

Tutto ciò appare, a dir poco, strumentale ed inefficace al fine dell’annullamento del giudizio di compatibilità ambientale già emesso: non si tratterebbe di una semplice alternativa di sito, ma di un vero nuovo progetto da sottoporre a studio di fattibilità ed a successiva procedura V.I.A.

Il riferimento alla centrale Brindisi sud è un vecchio espediente privo di qualsiasi serietà ed è inteso a giustificare l’ingiustificabile.

 

Anche nel caso della TAP la demagogia genera mostri.

Il fatto è che 30.000 Mw di centrali a ciclo combinato sono in crisi o in riserva e qui si prospetta la riconversione di uno o due gruppi, a prescindere dalla considerazione che un gruppo a ciclo combinato è un nuovo impianto e non una riconversione.

 

Si pongono allora alcuni interrogativi:

• Sanno coloro che fanno questa proposta – soprattutto gli amministratori ed i consiglieri regionali – che per la centrale Brindisi sud è vigente l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) e che il rispetto delle prescrizioni sull’analisi del carbone e sul rilevamento a bocca di camino in continuo da parte dell’ARPA non è garantito dai firmatari dell’AIA nella revisione attuale della stessa?

• Che fine ha fatto la “vertenza Cerano” che la Regione da tempo avrebbe dovuto intraprendere per concordare ufficialmente la riduzione del carbone e la possibilità, non di alimentare a metano, ma di mettere in riserva un gruppo, anche in considerazione dei lavori, autorizzati con il consenso della Regione, per la copertura del carbonile, per la pretesa ambientalizzazione dei gruppi e l’installazione dei filtri a manica?

 

La verità è che alcuni considerano il nostro territorio una “pattumiera”, in cui scaricare ciò che altrove non si vuole.

Brindisi viene da una brutta storia di abusi e di soprusi ambientali, ma negli ultimi tempi, come è accaduto per il rigassificatore, e sta accadendo per le centrali alimentate a carbone di Brindisi nord e Brindisi sud, ha detto basta ed ha reagito e reagisce con serietà e determinazione.

 

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

CENTRO TURISTICO GIOVANILE – GRUPPO “L’OGIVALE” – BRINDISI

LEGAMBIENTE BRINDISI

TOURING CLUB BRINDISI

FONDAZIONE DI GIULIO

FORUM AMBIENTE, SALUTE, SVILUPPO

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