May 2, 2025

Francesco MagnoL’immagine che fornisce di sé il Presidente-Governatore Michele Emiliano, sulla vicenda della TAP è quella di un neo “Satrapo” che ostenta, sulle sorti del territorio di Brindisi, il suo potere amministrativo, nell’esercizio delle sue funzioni politiche.

 

E’ necessario rammentare, fatto salvo che lo sappia, che mentre negli ultimi secoli avanti Cristo i “Satrapi” in Persia amministravano con dubbia saggezza ed imposizioni la giustizia e la “cosa” pubblica, almeno fino all’avvento di Alessandro Magno che li sostituì con strateghi macedoni e greci, il Popolo brindisino dimostrava, nel periodo delle guerre Puniche, tutta la sua fierezza ed il suo valore, restando fedele a Roma.

Per tale ragione Roma elesse, nel 231 A.C. Brindisi a “città-municipio” ed aggregò la sua popolazione alla “Tribù dei Maeci”, nobile, valorosa, guerriera ed ardita popolazione fedele a Roma e come tale, nel proprio stemma fece inserire la frase “Fidelitas brundusina”.

 
Da Maecio e quindi fiero di essere “brindisino”, non contaminato da improprie aggettivazioni (salentino), penso che il Presidente Emiliano stia realmente forzando i poteri amministrativi e politici che gli sono stati concessi, considerando il territorio di Brindisi come “vassallo” di apodittiche decisioni che sfruttano una sostanziale mancanza di valenza nella rappresentanza politica, con sede capitolina.

 

Leggo dai Media la ferrea volontà di allocare l’approdo della TAP fra Punta Cavallo (petrolchimico) e la discarica di Micorosa e che tale approdo sfrutterebbe le “condotte esistenti del sito ASI per immettere il gas direttamente nella rete nazionale”.

 
metanodotti esistentiAlcuni chiarimenti vanno forniti, quali:
È al corrente il “sindaco di Puglia” che l’approdo previsto si trova in un “Parco Regionale” (Saline di Punta della Contessa) e che lo stesso approdo è Sito di Interesse Comunitario (SIC) e come tale è soggetto a varie valutazioni di Incidenza ambientale”?;
E’ al corrente il “sindaco di Puglia” che la condotta esistente, la seconda non è stata mai realizzata (fig. a sinistra), alimenta, partendo dalla sottostazione di Contrada Gonnella, la centrale ENIPOWER e come tale non è in grado di fungere ad altre funzioni?
E’ al corrente il “sindaco di Puglia” che l’eventuale condotta di adduzione TAP verrebbe allocata in area SIN (Sito di Interesse Nazionale) e come tale sarebbe soggetta alla “caratterizzazione chimica” la cui pertinenza è del Ministero dell’Ambiente e non della Regione?
E’ al corrente il “sindaco di Puglia” che proprio nella fase di realizzazione del metanodotto destinato ad Enipower, la caratterizzazione chimica ha evidenziato la presenza del superamento dei limiti di concentrazione di numerosi analiti, nelle varie matrici ambientali e che la stessa ENIPOWER è stata costretta alla “bonifica” della matrice suolo e sottosuolo?
E’ al corrente il “sindaco di Puglia” che proprio in virtù dei richiamati problemi “ambientali” di caratterizzazione la TAP escluse il sito di approdo nell’area a Sud del petrolchimico?
E’ al corrente il “sindaco di Puglia” che la SNAM RETE GAS, nel progetto di interconnessione TAP prevede un tracciato alternativo, chiamato appunto “Alternativa 2”, con arrivo a Nord di Villa Castelli ed utile per alimentare l’ILVA di Taranto.
Ecc.

 
stazione arrivo tap contrada gonnellaL’aspetto che irrita maggiormente è l’impudenza con la quale si persiste nell’affermare che l’arrivo finale della TAP è a Mesagne; falso!!
Il punto di arrivo, con ogni tracciato TAP, è nel territorio di Brindisi, alla Contrada Gonnella, posta a poche centinaia di metri dalle prime abitazioni del quartiere S. Elia!! (fig. a lato)

 
Punto di arrivo che è prossimo anche alla sottostazione elettrica di Terna, a Contrada Pignicedda, (limitrofa a Gonnella) e che oltre ad essere priva di qualsiasi forma di monitoraggio delle “emissioni fuggitive” del metano, verrà a costituire, con i suoi 35-40 miliardi di metri cubi di metano annui in transito, uno dei poli di smistamento metanifero più importanti d’Europa.

 
Ipotizzi il “sindaco di Puglia” quanto la sottostazione di “Gonnella” possa divenire un punto “sensibile” per la sicurezza pubblica e per la stessa fonte di alimentazione nazionale.

 
Spinga il “sindaco di Puglia” per il tracciato “Alternativa 2” proposto da SNAM e liberi Taranto dal “coke”.

 
Il destino finale della cte di ENEL Cerano è imminente ed è segnato anche dalle potenzialità delle “energie rinnovabili” presenti nel Piano Regionale Energetico e nel Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) che, opportunamente finanziate, possono costituire la vera svolta energetica della regione.

 
La smetta il Governatore Emiliano di fare il “Satrapo” su Brindisi e sulle volontà espresse dai rappresentanti delle istituzioni locali che hanno evidenziato il rigetto di quanto proposto per la TAP.

 
Infine non dimentichi il “sindaco di Puglia” che questa è una popolazione aggregata alla “Tribù dei Maeci” e come già dimostrato per altre recenti occasioni (rigassificatore, termovalorizzatore, ecc.) è in grado di attivare i propri “opliti”.

 
prof. dott. Francesco Magno

11 Comments

  • Rispondi
    Carlo
    3 Gennaio 2016

    Certo se scrivesse in un linguaggio meno professoristico e più adatto a dei comuni mortali, lui che da sempre enuncia trattati più che scrivere comunicati, si capirebbe di più.

    • Rispondi
      francesco
      4 Gennaio 2016

      Con il rispetto dovuto, rigetto la critica del Sig. Carlo, in quanto ritengo che la nota sia scritta senza forzature “professoristiche”!! Cristianamente sono tenuto a trasmettere i miei “saperi” e cerco di farlo a vantaggio di tutti ed in particolare di coloro che intendono approfondire le varie argomentazioni. Rilevo una velatura di critica che non accetto e che, di certo, non mi indurrà a cambiare. Consiglio al Sig. Carlo di approfondire le argomentazioni riportate e, come spesso mi accade, si sentirà arricchito!! Ad majora Sig. Carlo,

  • Rispondi
    Nazareno
    4 Gennaio 2016

    Senza entrare nel merito della questione. Resto perplesso dalle sue considerazioni “storiche”: Città-Municipio? tribù dei Maeci? Ma dove le ha lette tutte queste cose inverosimili? Forse dovrebbe approfondire.
    Cordialmente
    Nazareno

    • Rispondi
      Francesco
      5 Gennaio 2016

      Senta Nazareno, io sono certo delle cose che riporto. Le consiglio, prima di esporsi a critiche e, ancor più di rendere pubbliche le sue poche conoscenze in merito, di leggere la storia di Brindisi, a me di certo nota!!! Ma lei presumibilmente non è un Maecio!!

    • Rispondi
      francesco
      5 Gennaio 2016

      Aggiungo Sig. Nazareno, proprio in virtù del nome che porta e della mia consolidata fede cristiana per la quale sono tenuto a “trasferire” i miei (pochi) “saperi”, che l’approfondimento lo può fare da solo, anche se fornirò alcuni spunti. Infatti:
      – da file:///Users/macmini/Desktop/VARIE%20MIE/I%20MAECI/Date%20storiche%20di%20Brindisi.webarchive . Potrà leggere le date salienti di Brindisi, quaili:
      266 a. C.: I Romani, dopo la vittoria su Pirro, la occupano e la chiamano Brundisium.
      244 a.C.: Brindisi diviene colonia romana. Successivamente è elevata a municipium ed iscritta alla tribù Maecia.
      – da file:///Users/macmini/Desktop/VARIE%20MIE/I%20MAECI/Brindisi:%20storia%20e%20architettura%20-%20Approfondimento%20-%20MSN%20Encarta.webarchive. Potrà leggere che a Brindisi, Secondo la tradizione vi si sarebbe rifugiato Falanto, il mitico fondatore di Taranto, scacciato dalla città da lui stesso fondata. Brindisi acquistò maggiore importanza dopo l’occupazione romana (266 a.C.) e la costituzione di una colonia latina nel 244 a.C., divenendo base navale verso l’Oriente, in relazione anche alle guerre il liriche.
      Durante la guerra annibalica rimase fedele a Roma anche dopo la battaglia di Canne, ciò che le valse riconoscenza e onori. Divenuta municipio dopo la guerra sociale, e iscritta alla tribù Maecia, ottenne da Silla nell’anno 83 a.C. l’immunità – probabilmente in relazione all’istituzione di un porto franco – che poi conservò per lungo tempo.
      Egregio Sig. Nazareno, potrà trovare molte altre testimonianze storiche fra Brindisi e la tribù dei Maeci.
      Le consiglio anche di approfondire la lettura sul console Marco Livio Salinatore ed i rapporti di questo nobile console, richiamato a sedere nel Senato romano proprio in virtù della seconda guerra punica, con la tribù dei Maeci che fu l’unica a restargli fedele in un periodo di condanna ma che, successivamente, fu onorata dallo stesso Livio.
      Buona lettura e, con umile consiglio, la prossima volta non si avventuri in considerazioni irrazzionali e altro che, come lei dice “inverosimili”.
      Buona giornata
      francesco

  • Rispondi
    Carlo
    5 Gennaio 2016

    Noi parliamo in modo “irrazionale”, lei invece è un gran presuntuoso. Con rispetto

  • Rispondi
    Nazareno
    5 Gennaio 2016

    Mi perdoni ma, con tutto il rispetto, dei suoi saperi, e mi riferisco naturalmente a quelli storici, e non d’altra natura, posso benissimo farne a meno: mi accontento dei miei.
    Per quanto riguarda il contenuto storico del suo articolo, mi consento di farle presente:
    1) che a differenza di quanto afferma, Brindisi non divenne Municipium al termine della guerre Puniche, ma al termine di quelle Sociali (83 a.C.), quindi ben più d’un secolo dopo;
    2) la guerra punica cui si riferisce (la seconda) non si concluse nel 231 a.C., come lei farebbe intendere, ma in altra data;
    3) a quel tempo Brindisi era colonia romana di diritto latino e buona parte delle colonie si mantenne fedele ai romani durante la guerra annibalica, sicché ricevettero un pubblico encomio dal Senato, e nulla più;
    5) Brindisi non fu pertanto eletta, come lei dice, a “Città-Municipium”, anche perché in quel periodo storico essere colonia presupponeva maggiori benefici rispetto ai Municipia, per cui più che un premio sarebbe stato un castigo;
    6) lo stemma che richiama temo sia successivo di molti secoli.
    Riguardo al fatto che i brindisini siano “Maeci”, vorrei farle presente che tutto ciò, oltre che improprio, non è un particolare motivo di vanto: tutte le popolazioni, al momento dell’ottenimento della cittadinanza romana, erano assegnate ad una tribù, soprattutto per le “votazioni”, e la Maecia era una tribù rurale, per altro di recente costituzione e non tra le più rinomate. Fossimo stati assegnati alla Ramnes, alla Titienses o alla Luceres, capirei. Ma così, mi spiace, non comprendo cosa ci sia da vantarsi.
    Le ricordo poi che “tribù” era un concetto diverso rispetto a “gentes”.
    Non lo so con precisione ma non vorrei che anche i baresi siano, come dice lei, Maeci (Anche loro furono assegnati ad una tribù, magari la stessa dei brindisini). Sarebbe curioso. non trova?
    Gli opliti facevano parte delle falangi greche. I soldati romani erano identificati con altro termine.
    Cordialmente
    Nazareno Valente

  • Rispondi
    Francesco
    5 Gennaio 2016

    Constato sig. Nazareno che le semplici informazioni che le ho fornito le sono state utili; mi fa molto piacere ma, al di là di un errore di solo 12 anni su oltre 2100, le mie informazioni erano e sono corrette. L’importante è crescere!!! Poi si possono fare tutte le astrusioni possibili. È stato un piacere ma credo che si bene finirla qui; avremo modo, magari in qualche convegno organizzato dagli storici, di conoscerci e confrontarci.

  • Rispondi
    Nazareno
    5 Gennaio 2016

    Senza parole: “12 anni su oltre 2100”; “informazioni… corrette”; “astrusioni possibili”.
    L’unica cosa che condivido è che sia bene finirla qui…
    Mi stia bene.
    Nazareno

  • Rispondi
    Carlo
    6 Gennaio 2016

    Sig. Nazareno, non serve proseguire, non vede che sole se la canta e solo se la suona. E il bello che acusa gli altri di “offendere e criticare”..

  • Rispondi
    Nazareno
    7 Gennaio 2016

    Sì, signor Carlo, è inutile proseguire anche perché, per quanto faccia, non riesco ad essere convincente su un fatto per altro banale, e di comune acquisizione, vale a dire che le tribù rurali, cui venivano assegnate le città alle quali si concedeva la cittadinanza romana, non erano popoli ma distretti amministrativi. Per cui essere iscritti alla tribù Maecia non significava essere dei Maeci, per altro inesistenti. Sarebbe come se noi, iscritti nella lista elettorale “Pallino”, proclamassimo con orgoglio che siamo Pallini. Rischieremmo di farci ridere dietro.
    Alle accuse non ci badi: in genere è l’unica arma in dotazione di chi non ha argomenti validi a sostegno delle tesi esplicitate.