July 8, 2025

Michael Wolf, celebre fotografo di origine tedesca, cresciuto tra Stati Uniti e Canada, ma con una vita trascorsa a Hong Kong, alla domanda “Grazie alla sua esperienza, di viaggiatore e fotografo, secondo lei dove è più radicato il sentimento di solitudine?”, la sua risposta è stata “In Occidente gente sola davanti alla tv, persone che tornavano da lavoro nel loro appartamento ed erano estremamente sole”.

 

Il caso che ha riguardato l’Aquarius ha denotato davvero la grande solitudine dell’Occidente.
La vicenda che non solo ha avuto imponenti ricadute diplomatiche tra vari Stati Europei, tra cui una querelle tra Macron e la leadership politica del Bel Paese risolta provvisoriamente con un va tutto bene, quando poi tutto bene non va, ma con un’incidenza sociale di non poco conto, in una fase in cui paradossalmente gli sbarchi in Italia dal Nord Africa sono al minimo dagli ultimi quattro anni. Quattro anni descritti da molti come di insofferenza, fiacchezza europea, e invasioni barbariche (ovviamente nel senso di stranieri, si spera).

 


In questa vicenda colorata di marketing e lustrini mediatici, ci si è però dimenticati che l’Italia non è solo vittima ma anche artefice di una politica migratoria controversa: il Trattato di Dublino, oggi arrivato alla sua terza versione è stato firmato e accettato dall’Italia, che come noto a tutti, ha ottenuto vantaggi di altra natura, inoltre l’Italia ha anche avviato un memorandum d’intesa con la Libia, con cui si impegna a corrispondere denaro e mezzi in cambio del “trattenimento” di migranti, le cui condizioni negli hotspot sono inumane e denunciate in notevoli inchieste.
Da qui, in fondo non siamo così soli e sprovveduti in mezzo al mare.

 

E così l’amarezza che segue è tutta umana: è l’espressione più lampante del senso di individualismo che dilaga in Occidente, di quella paura dell’estraneo che rimanda a epoche remote, di quel sentimento incostituzionale ai sensi dell’art. 3 che vieta qualsiasi forma di discriminazione per sesso, razza, lingua e religione, dove la discriminazione si cela proprio nel non accettare le differenze.

 


Oggi l’Aquarius ha raggiunto la Spagna di Sanchez che l’ha accolta, con danze e festeggiamenti: riecheggia la voce di una bambina che ha imparato a pronunciare Hola e non smette più di ripeterlo. In un mondo devastato dai conflitti, dove il terrorismo ha minato le certezze del Vecchio Mondo, è importante credere che oltre il mare in tempesta, c’è qualcuno pronto ad accogliere, a tenere la porta aperta anche se la forma degli occhi o il colore della pelle non sono le stesse, che considera dopo secoli di storia e frammentazioni, il rispetto della dignità umana un fondamento della democrazia.

 

E se l’Italia, nonostante tutto ha meritato il plauso del mondo per la sua generosità, se quell’uomo in fondo alla via ha imparato a dire Ciao, non è cosa da poco. E se vogliamo che l’Europa non sia solo un gioco tra Stati è necessario comprendere che l’Europa siamo tutti noi e che quando si tratta di persone, che siano o meno in pericolo di vita, le trovate pubblicitarie lasciano il tempo che trovano.

 

Vanessa Gloria

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