Non passa giorno che gli organi di stampa non parlino di arresti ed avvisi di garanzia che coinvolgono la classe politica dell’intera nazione. Per Piercamillo Davigo veterano di “Mani Pulite” ed attuale presidente dell’A.N.M. “i politici rubano oggi più di ieri e nemmeno si vergognano”.
E’ evidente che il problema esiste e non si può far finta di nulla o peggio ancora fantasticare di presunti complotti da parte della Magistratura e di questo ne è consapevole anche il presidente Renzi. Il fatto che in queste vicende siano maggiormente coinvolti gli amministratori del PD non è legato ad una maggiore tendenza genetica a delinquere quanto piuttosto al fatto che la gran parte delle amministrazioni locali in Italia sono governate dal nostro partito.
E’ pertanto più facile trovare una mela marcia in un esteso frutteto che non su di un singolo albero. Ne deriva che le patenti di “assoluta integrità morale” che qualcuno si auto-attribuisce andranno prima o poi in scadenza non appena verrà conquistato anche da questi il potere e ce lo insegna purtroppo la storia del nostro popolo e della nostra cultura latina. Senza voler essere fatalisti riteniamo però possibile adottare una ricetta semplice o magari per qualcun altro semplicistica per risolvere alla radice il problema della corruzione nelle pubbliche amministrazioni.
Gli organi inquirenti concentrano al momento tutte le loro energie nel perseguire il reato una volta che questo è stato commesso. Sarebbe sufficiente spostare l’attenzione degli investigatori dalla persecuzione dell’illecito alla sua prevenzione.
Esistono due settori in cui la corruzione incide con maggiore gravità, quella degli appalti (dai quali si lucrano le tangenti) e quello dei concorsi pubblici (dai quali si ricava consenso elettorale). Il compito del politico è quello di promuovere iniziative di sviluppo ma non necessariamente di gestire direttamente la spesa per consentirne la realizzazione. Per raggiungere questo obiettivo sono percorribili le seguenti strade. Per gli appalti pubblici superiori ad un importo minimo da stabilirsi le offerte di gara dovrebbero essere indirizzate “ope-legis” presso il comando provinciale della Guardia di Finanza.
Allo stesso modo nelle commissioni esaminatrici preposte alle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni deve presenziare stabilmente un ufficiale dei NAS dei carabinieri per tutelare che prevalga il candidato più meritevole e non il più raccomandato. Solo se si comincia a “rottamare” davvero l’italico malcostume della tangente, della raccomandazione e dell’usurpazione del diritto altrui la gente percepirà la politica come un servizio reso alla collettività e non una attività eticamente disdicevole.
Salvatore Valentino
Presidente Associazione politico-culturale “Brindisi Democratica”
già consigliere Comunale PD
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