April 30, 2025

 

Ho atteso pazientemente la conclusione delle parlamentarie del Movimento 5 Stelle, dalle quali sono stato escluso per “motivo ignoto”
… terrò una conferenza stampa perché ritengo necessario chiarire alcuni aspetti di questa vicenda che, gioco forza, riguardando la mia persona, non possono essere lasciate in balia del dileggio privo di alcun fondamento”.

Con questo post su facebook e successiva convocazione dei giornalisti, Stefano Alparone – già candidato sindaco per il M5S nella città di Brindisi – ha annunciato di voler dire la sua sulla vicenda della esclusione delle liste per le parlamentarie.
Proprio su facebook, Alparone aveva dichiarato di aver presentato la propria candidatura per il Senato. Ma, la mattina delle votazioni, il suo nome era assente dalla lista dei candidati. Senza alcuna spiegazione. Una circostanza che si è verificata in ogni parte del Paese con la conseguente marea di polemiche. Alparone ha voluto aprire la sua pagina facebook con una immagine eloquente, un cartello con la frase “Error 404: Democracy not found”.

Di Maio, il capo politico del Movimento, ha liquidato le polemiche sostenendo che “Noi stiamo facendo una selezione ferrea, c’erano persone che non avevano i requisiti e li abbiamo scartati perché noi non siamo una navicella per andare in Parlamento“.
Ed i fedelissimi hanno subito seguito la scia accusando di “poltronismo” tutti coloro che, vedendosi esclusi, pretendono una spiegazione. Altri, invece, sostengono l’esatto contrario. Come il leccese Giovanni Manzo che ha scritto: “É veramente sconfortante vedere rivolgere accuse di poltronismo a coloro che sono stati vittime di ingiustificate esclusioni e non, invece, a coloro che hanno scorrettamente utilizzato la fiducia concessagli dallo staff per far fuori, con uno schiocco di dita, tutti i competitor alle parlamentarie più forti e radicati sul territorio. Proprio per rimanere seduti a tutti i costi su quella maledetta poltrona che gli è caduta miracolosamente dal cielo cinque anni fa. Incredibile, qua le vittime sono considerate carnefici e viceversa“.

 

Ed è proprio questa la linea di Stefano Alparone che commenta quanto accaduto alla Parlamentarie sostenendo che l’Associazione Rousseau, partita come fautrice della democrazia diretta si è trasformata in un mezzo in cui esprimere una “monarchia feudale“.

Alparone punta il dito contro l’esclusione immotivata: “nessuno mi ha spiegato il perché io sia stato escluso. Eppure che l’eventuale esclusione debba essere motivata è espressamente previso dal regolamento.  Non sono poltronista nè un arrivista. Probabilmente arrivista è chi esclude le persone scomode. Se Di Maio non mi da un motivo dell’esclusione l’arrivista potrebbe trovarselo davanti guardandosi allo specchio“.

Secondo me – continua Alparone – è stata fatta un’operazione scientifica: apriamo a tutti per tutelare quelli che vogliamo e cesurare le persone scomode“.

Se rifletto sul mio comportamento non vi è nulla che giustifichi la mia esclusione: ho lavorato bene in consiglio comunale, abbiamo ottenuto una delle percentuali più alte d’Italia, non mi sono dimesso per arrivare in Parlamento ma per mandare a casa la Carluccio, non ho mai utilizzato un linguaggio scurrile. Probabilmente il problema è che sono scomodo, che ho portato i dubbi all’attenzione dei rappresentanti apicali, ho portato alla loro attenzione i problemi di Brindisi, chiedendo maggiore attenzione ma questa non è mai stata una priorità dei 5stelle.

Qualcuno mi ha chiesto perché mi stia lamentando soltanto adesso. La risposta è che sono stato sempre ligio alle regole del Movimento anche se non sono mai stato uno yes man. Il problema è che il casus belli nasce adesso: quanto accaduto alle parlamentarie è di una arbitrarietà assoluta. Chi non ha seguito le regole non sono gli esclusi ma chi le ha scritte.

 

One Comment

  • Rispondi
    Rocco
    19 Gennaio 2018

    Chi sarebbe cosi pazzo di convertire a gas una centrale cui è stata sancita la sua morte a breve? Smettetela di sparare cazzate. Ciò che vi chiedo, con cognizione di causa è quella di affrontare la questione del futuro dei dipendenti Enel e dei dipendenti delle ditte operanti all’interno della centrale. Avete solo sette anni per pensare e sette anni passano presto. Ricordate che è in gioco il futuro d millecinquecento famiglie. Un cittadino onesto per Brindisi.