June 8, 2025

Accusare un fastidio fisico nel week end può essere un problema. Non stiamo parlando di un’emergenza da 118, né di essere coinvolti in un incidente, ma di quella che può essere comunque una situazione che crea forti dasagi ad un qualunque cittadino che, pagando le imposte, mantiene il Servizio Sanitario Nazionale.

 

Mettete il caos di svegliarvi sabato mattina con uno strano fastidio alle orecchie  accompagnato da mal di testa, vertigini e formicolii.

E’ quello che è accaduto a Giuseppe Cellie che dalle pagine di facebook racconta la propria disavventura:
 
 

” Mi sveglio questa mattina con uno strano fastidio alle orecchie, sentivo soltanto da una parte, mi girava la testa, quasi vertigini.
Salgo in macchina e molto lentamente raggiungo l’Ospedale Perrino, il Pronto Soccorso. Vengo accolto con garbo e gentilezza e pur non essendo una situazione di impellente gravità vengo, nel giro di pochi minuti, assistito da una gentilissima Dottoressa nell’ambulatorio dei codici bianchi.
La Dottoressa ascolta con attenzione e premura, si sofferma sui sintomi e senza esitazione alcuna mi invita ad accomodarmi al primo piano, all’ambulatorio di Otorinolaringoiatria per un controllo specialistico e le cure del caso.
Attendo il mio turno in ambulatorio e dopo un’attesa di quindici minuti circa vengo chiamato per la visita con lo specialista.
Il Medico del reparto mi fa accomodare e dopo una breve anamnesi con intervista sulla sintomatologia osserva con lo strumento adatto le mie orecchie e mi comunica che c’è un’ostruzione dell’orecchio. Un tappo di cerume.
Fatta la diagnosi arriva la sorpresa: “la rimozione, con lavaggio auricolare, non la faccio oggi. Oggi è sabato. queste cose si fanno dal lunedì al venerdì. Non il sabato”.
Chiedo spiegazioni. Sono basito prima e arrabbiato poi: “ma come mi ha visitato, ha riscontrato il problema e non lo rimuove perchè è sabato? Ci vogliono pochi minuti, davvero non capisco perchè?”.
Alle mie rimostranze, sacrosante, il Medico abbastanza spazientito mi ripete che oggi è sabato e mi dice di tornare martedì. Mi invita, nemmeno troppo gentilmente, a tornare giù al pronto soccorso dalla dottoressa (che a suo dire non avrebbe dovuto nemmeno mandarmi in reparto) a riconsegnare i documenti che nel frattempo ha firmato con un geroglifico anni luce lontano da una firma riconoscibile e decifrabile.
Ritorno dalla dottoressa del pronto soccorso, racconto l’accaduto e basita e incredula anche più di me mi spiega che il medico si è sottratto al suo dovere, che nel pronto soccorso non solo non possono rimuovere i tappi alle orecchie ma non posso nemmeno fare diagnosi non essendo dotati degli strumenti idonei. Mortificata mi consegna le dimissioni dal pronto soccorso.
Salgo al primo piano, raggiungo la Direzione Sanitaria e chiedo un colloquio con un responsabile. Racconto per l’ennesima volta l’accaduto. Dalla direzione Sanitaria contattano il medico il quale al telefono ribadisce che quel tipo di interventi si fanno solo dal lunedì al venerdì. Il Responsabile della Direzione Sanitaria, abbastanza imbarazzato tenta l’arrampicata sugli specchi spiegandomi che non era esattamente un’emergenza e che aspettare qualche giorno non comprometteva nulla.
Questa volta non mi arrabbio, mi incazzo e gridando che mi sentissero fino al decimo piano utilizzo la parola vergogna! Quel signore è un medico, è di turno oggi e deve fare il suo dovere: anche se è sabato, anche se fosse notte,anche se fosse Natale! E’ pagato per farlo! Ed è pagato anche con i miei soldi!
Il Responsabile della Direzione Sanitaria si scusa ma non può fare nulla. Scuse non accettate.

 
“Ippocrate è morto” scrive Giuseppe Cellie.

Come dargli torto?

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