La violenza contro le donne è sempre esistita, lo dicono le statistiche, non c’è un emergenza reale, è un fatto costante e persistente. Ben vengano tutte le giornate di mobilitazione contro la violenza sulle donne, il 28 settembre è stata la giornata internazionale proclamata dal movimento NON UNA DI MENO per l’autodeterminazione della donna e l’applicazione della legge 194 sull’aborto. Il 30 settembre è la giornata di mobilitazione della CGIL il cui comunicato apre con il titolo “avete tolto senso alle parole” perché trasformate la violenza contro le donne in un conflitto etnico religioso razziale.
Il nostro corpo continua ad essere terra di conquista, oggi più che mai per razzisti e sessisti, per chi è alla ricerca di un disperato consenso sociale, per chi specula sulla paura, per chi ci vuole mettere sotto tutela e giustificare misure repressive, per chi ancora pensa che è giusto toglierci la libertà, per chi fa profitti grazie all’obiezione di coscienza, per l’informazione che ha trasformato la violenza in “pornografia” da dare in pasto all’opinione pubblica.
L’avevamo detto e ridetto e non è si è fatto un passo avanti, che il Decreto legge 93 -2013 per contrastare la violenza di genere era totalmente inefficace e strumentale. Il governo Letta cercava consenso e aveva ridotto il problema della violenza sulle donne solo ad un problema di sicurezza e di tutela. Lo avevamo detto nel 2013, in un incontro con l’On Elisa Mariano (PD) a Brindisi, in cui presentammo un documento politico circostanziato, in quell’occasione denunciammo anche che nell’ospedale Perrino di Brindisi la legge 194 non era assolutamente applicata perché i medici erano tutti obiettori di coscienza.
Possiamo affermare con assoluta certezza che oggi non è cambiato nulla.
La cultura patriarcale resiste ed è una cultura maschilista, parlare di emancipazione della donna non ha senso quando è la società che deve emanciparsi, gli uomini soprattutto. Resta costante, da parte degli uomini, la tentazione di darci buoni consigli, di normare i nostri comportamenti, di avere un approccio moralista sulle nostre scelte, di discutere sulla legge 194 con il classico atteggiamento “pedagogico-paternalista”. Tutto questo purtroppo esiste ancora e resiste ovunque.
Collettivo femminista “maistarezitte” Brindisi
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