Il progetto del Governo di prorogare per anni la Centrale Elettrica ENEL di Cerano Brindisi Sud per – come riteniamo e come abbiamo più volte esposto – dare il tempo alla società NUCLITALIA (costituita a maggio 2025 da ENEL, ANSALDO ENERGIA e LEONARDO) di studiare e di progettare la realizzazione in tale sito di una Centrale Nucleare si è infranto dinanzi alla richiesta di ENEL di ricevere dal Governo il rimborso in tutto od in parte dei costi conseguenti a tale proroga, ed al pericolo paventato dai dirigenti del Ministero che tale aiuto economico del Governo venga considerato dalla Commissione Europea un aiuto di Stato, vietato dalle leggi europee allorché venga erogato in favore di società operanti sul mercato in concorrenza con altre società europee del medesimo settore, con apertura a carico dello Stato Italiano di una costosissima procedura di infrazione.
Il decreto legge che tanto si attendeva per mettere in sicurezza i lavoratori che dal 31 dicembre 2025 perderanno il posto di lavoro, ed anche tutti i restanti lavoratori diretti ed indiretti della Centrale di Cerano Brindisi Sud, dinanzi alle dette obiezioni dei dirigenti ministeriali, non è stato più adottato, in attesa di un confronto dei dirigenti ministeriali con quelli europei volti ad escludere il paventato pericolo di infrazione.
Il GOVERNO ha così dimostrato per l’ennesima volta la totale propria incapacità di affrontare tempestivamente e seriamente il tema della riconversione industriale del territorio di Brindisi, tema del quale, non a caso, non si è mai aperto un dibattito, per non poter essere esposte le ragioni della progettata realizzazione di una centrale nucleare sottese all’inerzia del Governo, ragioni che il Movimento 5 Stelle ha fatto uscire allo scoperto allorché ha presentato in Consiglio Comunale nel giugno 2025 un ordine del giorno che dichiarava il territorio di Brindisi territorio denuclearizzato, ordine del giorno bocciato dalla maggioranza di centro destra che amministra la città.
Sicché l’ENEL, fermata con un mero ordine del giorno parlamentare di natura politica ma che non prevedeva nulla in concreto sul da farsi, si trova oggi con un Piano Nazionale Energetico e con un AIA prevedente la dismissione della Centrale a carbone di Cerano al 31 dicembre 2025, e persino con una concessione ad ENEL da parte dell’AUTORITA’ PORTUALE della banchina di Costa Morena Ovest, costituente luogo di scarico del carbone destinato ad alimentare la Centrale Elettrica in questione, pure scadente il 31 dicembre 2025.
Un vero disastro, che getta nella disperazione centinaia di lavoratori e le relative famiglie, e non assicura ancora una volta nulla ai cittadini di Brindisi, che da anni attendono l’arrivo dei nuovi investimenti sostitutivi sostenibili che possano togliere Brindisi dall’ultimo posto delle città più povere d’Italia e che possano dare prospettive immediate di nuova occupazione anche ai giovani, evitandone la continua emigrazione in corso da anni.
Nel condannare tale gravissimo atteggiamento del Governo, il Movimento 5 Stelle di Brindisi chiede che ENEL, che negli anni ha tratto utili per miliardi di euro dalla Centrale di Cerano Brindisi Sud, provveda immediatamente e con propri fondi alla tutela dei lavoratori sia diretti che dell’indotto, inclusi i lavoratori della SIR che al 31 dicembre 2025, ossia domani, perderanno il proprio posto di lavoro, così come una grande azienda deve fare, allorché erratamente ha confidato sull’aiuto di fondi governativi connessi alla proroga sine die della Centrale in questione.
Chiede anche che ENEL proceda poi, nei tempi necessari per la tutela dei posti di lavoro e per conseguire le relative autorizzazioni, e sempre con propri fondi, alle opere di smantellamento e di bonifica, alle quali, lo si rammenta, ENEL è tenuta per legge.
Si chiede poi urgentemente che si dia impulso all’Accordo di programma per la decarbonizzazione del territorio di Brindisi che già da marzo 2025 ha visto la presentazione di circa 60 domande di investimento, ad oggi ancora oggetto di valutazione da parte di INVITALIA, anche per mancanza dei terreni e delle banchine dove allocare tali nuovi investimenti, stante il fermo della dismissione della Centrale e delle connesse strutture di alimentazione (banchina e nastro trasportatore) imposto dal Governo.
Brindisi, che ha ospitato la Centrale Enel a carbone più grande di Europa, con grave pregiudizio alla salute dei cittadini e devastazione di parte rilevante del proprio territorio, devastazione che andrà doverosamente riparata mediante l’esecuzione dei lavori di smantellamento e di bonifica previsti dalla legge a carico dei soggetti industriali che dismettono i propri impianti, ed i lavoratori diretti ed indiretti della Centrale, che devono essere prima di tutto tutelati e non abbandonati a se stessi, meritano rispetto da parte del Governo e di una grande azienda come ENEL, con oltre 50 miliardi di euro di fatturato.
Ogni ulteriore rinvio è una scelta politica precisa.
E a pagarne il prezzo, ancora una volta, sono i lavoratori, assurdamente abbandonati a se stessi, ed i cittadini di Brindisi, che vedono da anni la città languire senza che gli attesi nuovi investimenti sostenibili vengano autorizzati e finanziati.
Roberto Fusco
Consigliere Comunale M5S Brindisi
