August 24, 2025

Con 26 voti favorevoli e 13 contrari il Consiglio regionale ha approvato con emendamenti la mozione presentata dai consiglieri PD Mennea, Lacarra, Abaterusso, Mazzarano, Romano e Blasi di “Adesione della Regione Puglia alla Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere “Ready”.
La discussione della mozione ha fatto seguito al provvedimento di adesione alla stessa rete deliberato dalla Giunta regionale ieri sera. Nonostante il PD con Mennea (primo firmatario) dopo l’illustrazione della mozione ne abbia chiesto il ritiro, considerandola superata alla luce delle decisioni assunte dal governo, la discussione nel merito è stata ammessa dal Presidente dell’assemblea Mario Loizzo, in quanto il documento è stato nel frattempo condiviso e sottoscritto dal M5S.

 
La mozione parte dal presupposto che persone omosessuali e transessuali sono ancora a forte rischio di discriminazione considerato che perdura una cultura condizionata da stereotipi e pregiudizi. Nel 2006, su iniziativa di un gruppo di amministratori regionali e locali, è nata la RETE RE.A.DY. con l’obiettivo di mettere in sinergia l’azione delle Pubbliche Amministrazioni per promuovere sul piano locale politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone omosessuali e transessuali, contribuendo a migliorare la qualità della vita e a creare un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi.

 
Alla Rete, attraverso la sottoscrizione di una CARTA D’INTENTI, aderiscono Regioni, Province, Comuni, Associazioni, Organismi di Parità, Ad oggi risultano iscritte 7 Regioni (Toscana, Piemonte, Lazio, Marche, Emilia Romagna, Campania, Basilicata ecc.), 11 Province, 63 Comuni, 3 Organismi di Parità. Inoltre la stessa Rete ha avviato, a livello nazionale, rapporti con l’ISTAT, il MIUR e l’OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, costituito in modalità interforze tra Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato).

 
Di qui l’approvazione odierna da parte del Consiglio regionale della mozione con l’intento di predisporre l’implementazione di uno Sportello di ascolto e accoglienza finalizzato a rimettere al centro la “persona” ed i suoi diritti.
Articolato e partecipato il dibattito che ha preceduto l’approvazione della mozione, votata dalla maggioranza, M5S e da Francesca Franzoso di FI. Contrario Cera (Popolari).

 
Due gli emendamenti approvati: uno del M5S che modifica la mozione introducendo la “condivisione della decisione della Giunta regionale”; il secondo di Fabiano Amati che esplicita in maniera più dettagliata gli intenti della Rete “RE.A.DY” che non esplicitano obiettivi di diffusione di teorie tese a “disconoscere le innegabili differenze biologiche tra uomini e donne, ma l’ampliamento – nella prospettiva dell’antidiscriminazione e dell’inclusione – delle condizioni di dignità, diritto e parità tra tutte le persone, senza che in alcun caso rilevino le scelte effettive libere ed individuali”.

 

 

Questo il sunto del dibattito sulla Mozione RE.A.DY in Consiglio Comunale

 

Andra Caroppo, capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che “Emiliano ha agito scorrettamente sottoponendo la mozione all’approvazione della Giunta prima che il Consiglio si esprimesse nel merito. Un comportamento che non ha precedenti “, ha aggiunto stigmatizzando la decisione dell’esecutivo.

 
Viviana Guarini (M5S) nel chiedere al Consiglio di affrontare nel merito la mozione, ha escluso qualsiasi esistenza di teorie gender, ma l’utilità per qualsiasi istituzione di “auto-educarsi” ed arricchire con il dibattito il proprio bagaglio culturale. Ha poi sostenuto che il “problema non è aderire o meno ad una associazione, quanto partecipare ad una battaglia anche da posizione diverse”.

 
Ignazio Zullo, capogruppo di “Oltre con Fitto” ha attribuito ad Emiliano la responsabilità di essere venuto meno alla parola data al Consiglio che tale organismo avrebbe avuto un ruolo ed una centralità. Nel merito ha chiesto che la delibera di adesione all’associazione non si trasformi in cavallo di troia per affermare la teoria gender ed ha sollecitato il governo ad assumere iniziative legislative concrete a favore delle famiglie.
Concetti analoghi quelli espressi da Erio Congedo (Oltre con Fitto), per il quale Emiliano ha derubricato aqd atto amministrativo una mozione al cui merito il PD ha affidato contenuti politici. “Mi auguro che l’adesione a Ready non nasconda nulla altro di quanto asserito da Emiliano e che la teoria gender non venga diffusa nelle scuole” ha detto Congedo.

 
Apprezzamento per il recepimento della mozione da parte della Giunta è stato espresso da Marco Lacarra (Pd), mentre Paolo Pellegrino (La Puglia per Emiliano), ha sostenuto la tesi secondo cui l’adesione formale da parte della Giunta all’associazione Ready superasse il dibattito richiesto dal M5S, a differenza di quanto invece sostenuto dal capogruppo del M5S Antonella Laricchia per la quale “la discussione restituisce al Consiglio regionale il suo ruolo perché l’assemblea non può essere bypassata”.

 
Napoleone Cera, capogruppo dei i “Popolari” ha manifestato la sua contrarietà all’adesione a Ready perché associazione privata e non pubblica ed ha ribadito la necessità che il governo recepisse un emendamento a “garanzia dell’azione dell’attività svolta dall’associazione”.
Positiva, anche se precipitosa, l’adesione del governo alla rete, è stato il giudizio espresso da Fabiano Amati (Pd) per il quale “il Consiglio regionale che si appropria di temi dalle ricadute sociali importantissime svolge un dibattito formidabile , unendo la propria voce al fianco delle tante che ogni giorno si levano nel mondo”. Suo un emendamento recepito dal governo.

 
Anche Pino Lonigro (Noi a sinistra) ha sostenuto che la giunta ha adottato una decisione di buon senso per “una Regione in cui i disabili vengono legati agli alberi e con frequenza allarmante si verificano episodi di odiosa discriminazione di genere”.

 
Sabino Zinni, capogruppo di Emiliano sindaco di Puglia ha parlato di atto dovuto, con le necessarie cautele, ma necessario a contrastare episodi allarmanti verificatisi nella nostra regione nel più recente passato.

 
Il capogruppo del PD, Michele Mazzarano ha etichettato come eccesso di sensibilità da parte del presidente Emiliano” la adesione della giunta maturata prima ancora che il consiglio regionale entrasse nel merito della mozione ed ha richiamato il pericolo per l’istituzione di estraniarsi dalla società. “Rischiamo l’inaridimento se questa istituzione si limita solo a legiferare se non è in sintonia con quello che accade fuori, buono o brutto che sia” ha detto assicurando che in discussione non c’è l’istituto della famiglia, bensi la difesa di questo istituto dalle discriminazione.

 
Nino Marmo (FI), ha invece sostenuto di non essere depositario di alcuna certezza sul tema ed ha manifestato il suo “disagio e sofferenza nell’immaginare che l’adesione alla rete Ready decisa dalla giunta sia una panacea contro i mali”. Sotto il piano puramente politico ha asserito che “Emiliano è stato posto in imbarazzo dalla sua maggioranza che ha voluto a tutti i costi il dibattito sulla mozione”, mentre nel merito dei contenuti ha rivendicato il diritto a “sostenere l’esistenza delle teorie di genere e delle ideologie che da esse derivano”.
Salvatore Negro, assessore al welfare, ha concluso il dibattito ribadendo la competenza della giunta in materia e la supremazia di affermare alla disciplina di partito il problema di coscienza rispetto al tema. “Il dibattitto, ha sostenuto, ha tuttavia accresciuto in noi la consapevolezza che la scelta operata va nella direzione giusta, arricchendo ilk bagaglio di ognuno di noi. Nella realtà – ha poi aggiunto – ci sono i 32 sportelli anti-discriminazione operanti dal 2011, testimonianza di un impegno concreto e non solo di principio”.

 

Ufficio stampa Regione Puglia

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