Apprendiamo dagli organi di informazione che il parroco della chiesa di Santa Maria Casale, don Maurizio Caliandro, ha ritenuto opportuno avvertire a suo modo gli automobilisti, multati dalla Polizia Municipale per aver parcheggiato la propria auto in prossimità del monumento trasgredendo il vigente divieto, informandoli che “la sosta è autorizzata dal Santuario, di conseguenza non incorre nel divieto di transito, non essendoci altro modo per raggiungere tale area.” E lo fa con un volantino, con timbro della chiesa, lasciato sul parabrezza degli automezzi in sosta, con la precisazione che l’auto è “in sosta su proprietà privata (part.124 f.29) ad uso del Santuario di S. Maria del Casale, come da comodato d’uso.”
È il caso di rilevare che da molti anni l’azione della Polizia Municipale è volta alla tutela di un bene monumentale di assoluto e indiscusso valore storico-artistico, poiché cittadini privi del minimo rispetto nei confronti del monumento e del luogo di culto continuano a posteggiare lungo i muri perimetrali della chiesa. Quindi l’azione dei Vigili è rivolta non già – come alcuni, non senza una certa malizia, ipotizzano – a rimpinguare le casse dell’amministrazione (“fare cassa rubando ai fedeli” azzardava qualcuno), ma a restituire rispetto e decoro all’area, considerate anche le numerose segnalazioni che pervengono da turisti stranieri e visitatori.
È pure innegabile, ovviamente, che don Maurizio sia spinto da ragioni altrettanto rispettabili: evitare che i fedeli siano dissuasi dal frequentare il luogo di culto e incentivare quanto più possibile i parrocchiani a presenziare alle funzioni religiose.
In questo momento non interessa entrare nel contraddittorio, anche perché ieri (3 mar.) la stampa ha riportato la notizia di una già avvenuta pacificazione, ma piuttosto ribadire ancora una volta l’urgenza di dare dignità al bene monumentale provvedendo alla sistemazione dell’area di rispetto, per impedire innanzitutto il transito e la sosta degli automezzi a ridosso della chiesa e realizzando un’area di posteggio ben organizzata.
La Sezione di Italia Nostra sin dal 2008 ha posto all’attenzione delle amministrazioni comunali che si sono succedute (sindaci Mennitti e Consales) e della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Lecce la necessità di riqualificare l’area, mettendo a punto un primo progetto di sistemazione, che avrebbe ceduto a titolo gratuito, firmato dall’arch. Panaiotti, allora consigliere nazionale, presentato nell’ottobre 2010 durante un convegno sul tema.
COMUNICATO STAMPA ITALIA NOSTRA – SEZIONE DI BRINDISI
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