May 14, 2025

Il Coordinamento territoriale Donne della UIL si è riunito per “celebrare e commemorare” questa giornata. Sì perché proprio di questo ha bisogno questa storica giornata di Commemorazione e Memoria sotto una veste di riflessione e cambiamento! Nella riunione affrontando nello specifico l’argomento lavoro/donne, con dati di ricerca alla mano, è stato approfondito il tema della condizione lavorativa delle donne, se sussista il lavoro per le donne e come incida tutto ciò sulla qualità di vita delle medesime. Nel dibattito la dottoressa Francesca Masiello – psicologa psicoterapeutica che collabora insieme all’avvocatessa Francesca Chiechi con il centro UIL di Brindisi Stalking e Mobbing, discutendo nello specifico l’argomento lavoro/donne hanno ribadito che, a partire dagli anni Settanta, le donne si inseriscono in modo crescente nel mondo del lavoro. Eppure i numeri sono ancora lontani dalle aspettative dell’Unione Europea che vuole un 60% di esse a lavoro nel 2020, mentre le statistiche Istat confermano un dato pari al 46,6% delle donne italiane occupate a fronte di un 64% degli uomini (febbraio 2014). Se si osservano i nostri contesti sociali è facile ritrovare, hanno continuato, che i numeri confermano che l’uomo è destinato a ricoprire un ruolo sociale che lo identifichi come lavoratore mentre la donna, pur lavoratrice, è impiegata per retaggio culturale a far fronte ai bisogni di cura della famiglia, dell’infanzia, degli anziani (si pensi che circa il 72% del carico di lavoro domestico -dati Istat- è svolto dalle donne).

 

La conciliazione lavoro/famiglia, non poche volte, è resa ancora più difficoltosa da mancanze di flessibilità dell’organizzazione lavorativa (virtuose quelle realtà lavorative che ospitano un asilo nido o reali condizioni di flessibilità a vantaggio delle lavoratrici madri), dalla tipologia di occupazione che si svolge, dai servizi a supporto della gestione familiare e, nell’ambito dell’organizzazione familiare medesima, dalla disponibilità dei partners in merito alla condivisione delle responsabilità attinenti gestione e cura della casa e dei figli. Altro problema è la Precarietà lavorativa, ossia la mancanza di sicurezze nella possibilità di progettare il futuro e, nel caso delle donne-lavoratrici (specie se impegnate in percorsi di carriera in ascesa), dover affrontare la scelta tra essere madri e/o fare carriera, eventi che statisticamente si verificano nel medesimo tempo di vita della donna (dai 30 ai 40 anni). Il sistema del lavoro sembrerebbe non pensato, non organizzato in modo da aprirsi alla molteplicità dei ruoli della donna. Il risultato di questo insieme di istantanee sulla situazione delle donne e il lavoro nel nostro paese è un tasso di natalità tra i più bassi in Europa! Le condizioni di lavoro delle donne ed i rischi per la Salute e la Sicurezza delle stesse non sono ancora adeguatamente tutelate.

 

Ai rischi che coinvolgono indistintamente uomini e donne, per qualità delle condizioni di lavoro, si aggiunge la minore possibilità per le donne di utilizzare i dispositivi di protezione individuale che per le donne sono generalmente peggiori di quelle degli uomini. Anche in termini contrattuali alle donne sono riservati con maggiore frequenza contratti di lavoro atipici, o a tempo determinato, o part-time, o presenza di lavori multipli. È riscontrabile inoltre la concentrazione della presenza femminile solo in alcuni settori lavorativi, quali: la sanità, l’istruzione, la pubblica amministrazione (in particolar modo per le lavoratrici più anziane), il settore horeca, ossia l’insieme di strutture alberghiere, catering, ristorazione e vendita al dettaglio.  Altro dato da considerare è il divario retributivo tra uomo e donna a parità di ruolo (si tratta di un gap rilevante). A tal proposito il rapporto pubblicato da Eu-Osha  evidenzia che la situazione dal 2003 ai giorni nostri non è assolutamente migliorata, anzi le donne a pari mansione rispetto ad un uomo, percepiscono retribuzioni in percentuale pari a circa il 16% in meno. Inoltre, nonostante l’introduzione di una normativa sul riconoscimento delle c.d. “quote di genere” (Legge Golfo/Mosca), in ambito soprattutto lavorativo, esigua è ancora la presenza di donne in posizioni dirigenziali determinando da un lato il mancato abbattimento del glass ceiling, ossia gli ostacoli per l’avanzamento delle donne alle posizioni di vertice e dall’altro la minore possibilità di influenzare ed orientare le politiche aziendali verso azioni mirate a tutelare gli specifici bisogni di salute e sicurezza in azienda a misura anche di donna. Eppure la tutela paritaria è da collegare già, sia pure indirettamente, al principio di Uguaglianza (di cui all’art. 3 Cost.). La Costituzione non ha mai specificato che i contraenti di quell’identico rapporto di lavoro, inserito in quello stesso ambiente lavorativo, debba essere diversamente modulato in base alle differenze di sesso. Anzi, proprio in virtù di tale efficacia interprivata, la Giurisprudenza ha da tempo riconosciuto efficacia precettiva immediata alla norma dell’art. 37 della Costituzione sulla parità retributiva in favore delle donne ed a quella, più ampia, della parità di diritti della donna a cui deve corrispondere un diritto soggettivo alla parità di trattamento verso il datore di lavoro, obbligato a sua volta, alla non discriminazione per età e per sesso.

 
Il Coordinamento territoriale Donne della UIL vuole ricordare la data dell’8 marzo e ringraziare le tante Donne che nella Storia hanno dato vita all’azione per il riconoscimento dei Diritti di Uguaglianza formale e sostanziale, aprendo il varco del Cambiamento e rendendo le Donne Soggetti di Diritti. Ciò che vogliamo augurare è che sotto il vento costante del cambiamento un giorno, quanto più vicino possibile, anche nell’articolo 37 della Costituzione si possa finalmente riconoscere che “la cura dei figli, della casa, dei bisogni primari di ogni individuo, della conservazione anche e soprattutto della qualità della vita, delle decisioni sul lavoro, è responsabilità sia dell’uomo sia della donna, così da consentire a ciascuno l’adempimento delle proprie funzioni lavorative e familiari”.

 

 

Daniela Esposito responsabile Mobbing- Stalking UIL Brindisi
Dott.ssa Francesca Masiello – psicologa psicoterapeuta
Avv.to Francesca Chiechi

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