Sarà la crisi, sarà che lo stato di indigenza porta a perdere la dignità, sarà anche che – come accertato da alcune indagini – esiste un “mercato” foraggiato dal furto di capi di abbigliamento usati. Fatto sta che la notizia diramata stamattina dai Carabinieri del Comando di Brindisi, non può essere liquidata come un semplice fatto di cronaca perché attesta un allarme sociale che deve generare riflessione.
I carabinieri della stazione di Latiano hanno denunciato per furto aggravato due rumeni beccati a rubare capi di vestiario custoditi nei cassonetti di raccolta e che saranno donati ai poveri. Si tratta di Marcel Paiu (33 anni) e Michale Birtalan (26).
Alla vista dei carabinieri, i due hanno tentato di dileguarsi per le vie limitrofe ma i Carabinieri li hanno immediatamente bloccati e condotti presso la casa circondariale di Brindisi.
Sarebbe troppo populistico riflettere sulla circostanza che due stranieri sorpresi a rubare vestiti dismessi sono stati portati in carcere mentre evasori fiscali incalliti se la cavano con una denuncia, ma vogliamo parlare di altro.
La notizia, infatti, attesta che, come in qualsiasi provincia d’Italia, anche a Brindisi si sta diffondendo il “furto di vestiti usati” dai cassonetti posti in strada da alcune associazioni che si occupano di recuperarli ed affidarli a chi ne ha necessità, nel nostro Paese o nei paesi del terzo mondo.
Capita sempre più spesso (anche in pieno giorno) di intravedere uomini e donne che si calano all’interno dei cassonetti per raccogliere i vestiti che riesce a raccattare.
Pur volendo sottovalutare la circostanza che il gesto è di per sè pericoloso (dal momento che vi è la possibilità di restare incastrati e schiacciati dall’ingranaggio di chiusura del cassonetto), non si può sottacere la significatività del fatto. E’ davvero triste una società che ruba oggetti destinati ai poveri. Ed è triste sia nel caso in cui il ladro è una persona in stato di indigenza, sia che lo faccia per lucrare sugli indumenti destinati a chi ne ha davvero bisogno.
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