Dalla relazione del Procuratore Generale della Repubblica Antonio Maruccia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Lecce, dalle relazioni consegnate a tale Procuratore dal Procuratore dei Minorenni Cristina Rizzo e dalle dichiarazioni di commento del Procuratore della Repubblica di Brindisi Marco Dinapoli emerge la pressante urgenza di contrastare nel nostro Capoluogo l’inquinamento atmosferico per l’inadeguatezza dei controlli amministrativi e di prevenzione, per la perdurante realtà dei reati contro la Pubblica Amministrazione e per l’esponenziale crescita e nocività delle attività criminose dei giovani.
Ai due classici “mali” di Brindisi (inquinamento e corruzione) si aggiunge quindi quello particolarmente drammatico, della criminalità giovanile per la quale è doveroso adoperarsi con l’intento di non far cadere nel dimenticatoio il segnale di allarme in questi giorni lanciato.
Le cronache locali riferiscono di due episodi criminosi avvenuti a Brindisi nello stesso pomeriggio del 25 gennaio in due esercizi commerciali, uno nel Centro e l’altro nel quartiere Perrino, con il ferimento di un cliente nel primo caso e di un rapinatore nel secondo ad opera di tre giovani dei quali due fermati (di 25 e 27 anni) dalle Forze dell’Ordine, entrambi di Brindisi. Un terzo rapinatore è fuggito.
I commenti giornalistici hanno messo in evidenza la preoccupazione e la paura degli abitanti del quartiere Perrino per i rischi a cui sono esposti soprattutto i più giovani che trascorrono molto del proprio tempo libero per le strade dove si sono verificate le rapine.
Dalla citata relazione del Procuratore per i minorenni di Lecce e Brindisi emerge non solo il vertiginoso aumento di reati commessi da minori ma anche quelli più gravi sono tali da cagionare maggior danno e sofferenza alle vittime . Gli episodi di bullismo sono ormai all’ordine del giorno e i genitori appaiono sempre più in difficoltà nel gestire il rapporto con i figli . Crescono quindi in numero e in gravità gli episodi di lesioni volontarie, violenze sessuali, stalking, molestie, rapine, estorsioni.
E’ fin troppo evidente che le attuali misure repressive non sono sufficienti e che politiche di lungo respiro devono essere messe in campo ad opera di diversi soggetti istituzionali e sociali.
La criminalità è soprattutto una questione sociale con pregiudizievoli ricadute sulla salute pubblica e riguarda, contrariamente a ciò che si tenderebbe a pensare, soprattutto i quartieri popolari. E’ lì che si registrano i maggiori eventi criminali ed è lì che si accentua lo stress psichico per chi vi abita.
Ma ciò che più colpisce è la giovane età degli autori di questi reati che provengono dalle fasce giovanili note come NEET (l’acronimo inglese che significa “non arruolati in istruzione, lavoro o training”), cioè che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione.
E’ necessario mettere mano quanto prima ad un piano di sostegno alla istruzione fin dalle età più precoci, al reddito della famiglia e alla formazione professionale. Un piano che veda impegnate la scuola, l’ente locale, le agenzie di formazione ma anche volontari in grado di svolgere le necessarie funzioni di sostegno.
Di queste emergenze dovrebbero interessarsi quella “Conferenza sui mali di Brindisi” che il Forum chiede con insistenza da tempo che non è una idea fissa né un partito preso ma dovrebbe diventare una occasione propizia per facilitare un incontro di collaborazione fra la società civile e le Istituzioni locali con l’intento di rendere possibile una comune riflessione, articolata e profonda, capace di dare una positiva svolta alla politica locale.
Maurizio PORTALURI – Michele DI SCHIENA – Giovanni CAPUTO
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