May 3, 2025

Si è tenuta ieri presso il Palazzo del Governo, presieduta dal Prefetto, una riunione della Conferenza Provinciale Permanente avente all’ordine del giorno principale la promozione dell’istituto del rating di legalità, previsto dal decreto legge n.1/2012, convertito dalla legge n. 27/2012 (“Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”).
All’incontro, al quale hanno partecipato i rappresentanti degli enti territoriali, delle Pubbliche Amministrazioni, delle imprese e delle banche, sono intervenuti il dott. Giorgio Salvo, Direttore della sede di Bari della Banca d’Italia e la dott.ssa Margherita Susca, Direttrice della sede provinciale della Ragioneria Territoriale dello Stato.
In particolare, si è approfondito il quadro normativo, spiegando in cosa consiste il “rating di legalità”, come si può conseguire e quali benefici può produrre.
In sintesi, il rating di legalità è uno degli strumenti introdotti dal legislatore per orientare l’attività di impresa a comportamenti sempre più ispirati al rispetto delle norme ed a principi etici, quale condizione indispensabile per elevare gli standard di sicurezza e di sana concorrenza nelle attività economiche, preservandole nel contempo dalle infiltrazioni criminali.
Tali comportamenti virtuosi si traducono in meccanismi premiali per le imprese in possesso del rating, quali l’agevolazione dell’accesso al credito ed ai finanziamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni, nonché lo snellimento degli oneri burocratici connessi alle procedure di accesso ai finanziamenti stessi.
Le imprese che possono conseguire il rating (oltre ad avere sede operativa nel territorio nazionale, ad avere raggiunto un fatturato minimo di due milioni di euro e a risultare, alla data della richiesta del rating, iscritte nel registro delle imprese da almeno due anni) devono essere in possesso di alcuni requisiti collegati al rispetto delle norme in materia di antimafia, non devono aver commesso reati societari e non essere state condannate per illeciti antitrust gravi (es. cartelli tra operatori concorrenti per la fissazione di prezzi o di altre condizioni contrattuali o la ripartizione dei mercati), per il mancato rispetto delle norme a tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, violazioni di obblighi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori.
Nell’occasione sono stati illustrati i contenuti del Protocollo di legalità in materia di appalti pubblici, che sarà proposto per la sottoscrizione alle Amministrazioni Pubbliche interessate, finalizzato a potenziare le misure di prevenzione della infiltrazione mafiosa nell’economia e rafforzare le condizioni di sicurezza e legalità nel mondo del lavoro.
Tale strumento pattizio si inserisce nel quadro delle iniziative a presidio dell’economia legale e si raccorda , non solo con la vigente legislazione in materia di antimafia, ma anche con le disposizioni in materia di prevenzione della corruzione introdotte dalla legge 6/11/2012 n.190 che al comma 17 dell’art.1 prevede espressamente la possibilità di introdurre negli avvisi, bandi di gara e lettere di invito clausole di rispetto della legalità, la cui inosservanza può essere sanzionata con l’esclusione della gara.
 

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