Siamo stati sollecitati ad intervenire da diversi amici impegnati nel settore sportivo, – dirigenti e soci di Enti e Società di Promozione Sportiva, e semplici agonisti, – e desideriamo dunque dire la nostra a proposito dell’incomprensibile decisione dell’amministrazione comunale di Brindisi, ieri con il commissario Castelli, oggi con il Sindaco Carluccio, di decretare la morte dello sport brindisino, stante la decisione di aumentare del 266% i ticket dovuti dalle società per l’utilizzo delle strutture comunali, e il disperato tentativo di ridurre il salasso al “solo” (sic) aumento del 100%.
Non è raddoppiando quanto le società versano per l’utilizzo delle palestre comunali che si rimpingua il bilancio comunale, quando sarebbero tanti gli sprechi che si potrebbero tagliare!
Ricordiamo un tempo non troppo lontano in cui le amministrazioni pubbliche, compresa quella comunale brindisina, concedevano contributi economici alle società sportive proporzionalmente al numero di iscritti e di eventi organizzati, mentre oggi siamo alla tassazione esasperata di un settore che , dallo Stato all’ultimo ente locale, si dovrebbe invece promuovere con ogni mezzo.
E’ forse opportuno ricordare che praticare sport, contribuisce notevolmente all’attenuarsi di due criticità: quelle sociali, e quelle mediche e salutiste:
– da un punto di vista sociale, praticare sport insegna a competere in maniera sana nella vita di tutti i giorni, fortifica moralmente i ragazzi, li invita a fare squadra e a interagire, incanalandoli in percorsi virtuosi di quella che sarà la loro vita di adulti e di futuri cittadini, abituandoli a vincere come a perdere, dando la mano agli sconfitti in caso di vittoria, e senza buttarsi giù e accettando sportivamente le sconfitte, pronti a rifarsi; praticare sport significa acquisire fair play , termine anglosassone che racchiude in se una serie di qualità riassumibili con l’italianissimo “saper vivere”.
– da un punto di vista medico, praticare sport sin da giovanissimi previene fenomeni negativi come obesità, problemi cardiaci e di circolazione, ed elimina pratiche poco o affatto salutari come l’uso di alcool, fumo o peggio ancora droghe,inducendo a stili di vita sani e salutisti;
Superfluo sottolineare che, un euro speso oggi per incrementare le pratiche sportive, equivale a tantissimi euro risparmiati domani dalla Comunità Nazionale, ed essendo Governo Nazionale e Enti Locali finanziati dallo stesso conferitore, – il cittadino – è illogico e assurdo pensare di guadagnare o risparmiare un euro oggi, sapendo già di dover spendere dieci euro domani, potendo invece, intelligentemente, fare il contrario.
Non abbiamo bisogno di scomodare monsieur De Lapalisse nel far comprendere che se, a mò di esempio, 100 società sportive pagano al Comune 100 euro a testa per il canone, il comune avrà un tornaconto pari a 10.000, ma nel momento in cui il canone passa a 200 e le società chiudono e scompaiono, si fondono o si trasferiscono in centro vicini, scendendo a 40, 200 per 40 darà un totale di 8000, e quindi il Comune perderà denaro, e questo importa relativamente, ma soprattutto avrà più che dimezzato le società, togliendo a tanti ragazzi la possibilità di praticare sport, con tutte le negatività di cui sopra.
Errare è umano, diabolico sarebbe perseverare: ci attendiamo dal Sindaco e dalla sua Giunta la revoca del provvedimento, il taglio di inutili sagre del già visto a favore di amici ed elettori che ci dicono siano già in programmazione, e l’attenzione dovuta nei confronti dello sport praticato.
C.S. COORDINAMENTO PROVINCIALE E CITTADINO – CIRCOLO “CANTIERI SOCIALI” AZIONE NAZIONALE
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