September 3, 2025

Ci sono musiche che nascono nei palazzi e finiscono nei cortili e canti che dalle piazze si arrampicano fino alle stanze nobiliar
i. Nel Seicento questo intreccio continuo tra colto e popolare genera un patrimonio straordinario. A questo dialogo senza confini è dedicato il concerto “La bona nocte, suoni tra corti e cortili del ’600”, proposto dall’ensemble “La Bona Hora” guidato da Simone Colavecchi (chitarra barocca e tiorba), con le voci di Giorgia Bruno e Giovanna Gallelli, il violoncello barocco di Adriano Ancarani e le percussioni di Andrea Panzera.

Venerdì 5 settembre il “Barocco Festival Leonardo Leo” fissa un passaggio importante nella sua storia. Alle 11 nella Casa Circondariale di Brindisi la sua musica entra per la prima volta in un istituto penitenziario trasformandosi in occasione di incontro, di ascolto reciproco e di apertura di uno spazio che unisce mondi apparentemente distanti: la direttrice dell’istituto, dott.ssa Valentina Meo Evoli, accoglie e sostiene l’iniziativa che sottolinea la capacità della Cultura di abbattere barriere e generare ponti.

La sera, alle 21, il Festival si sposta nelle grotte rupestri di San Biagio, in contrada Iannuzzo a San Vito dei Normanni, luogo che amplifica la forza evocativa della musica antica. I biglietti per questo appuntamento, al costo di 3 euro, sono disponibili su Vivaticket e in loco la sera stessa. Info: T. 347 060 4118.

Il concerto segna il sesto e settimo capitolo della XXVIII edizione del Festival, organizzato dalla Città di San Vito dei Normanni con il Comune di Brindisi, il Ministero della Cultura e la Regione Puglia, con il sostegno della Prefettura di Brindisi. Il programma racconta con immediatezza il rapporto osmotico tra musica popolare e repertorio colto: brani di grande raffinatezza traggono linfa da motivi popolari mentre canzonette e strambotti si appropriano di temi “alti” diffondendoli nella quotidianità.

“La stringa”, canto ancora vivo a Roma e nel Centro Italia, nasce da un componimento stampato a Bologna nel Cinquecento. La frottola “Vidi hor cogliendo rose” di Alessandro Demofonte riprende quegli stessi versi in un gioco che all’orecchio dell’epoca risulta subito riconoscibile. La ciaccona, arrivata dalle Americhe, diventa base per madrigali e arie di Claudio Monteverdi come “Zefiro torna” o “Quel sguardo sdegnosetto”. La bergamasca, danza popolare, si innesta perfino in laudi spirituali come quelle di Coferati nel 1657, seguendo la tradizione dell’Oratorio avviata da san Filippo Neri. Il percorso dell’ensemble alterna pagine di grandi maestri – Monteverdi, Sigismondo d’India, Antonio Cifra, Stefano Landi, Kapsberger, Piccinini – a brani anonimi e popolari che conservano la forza di una memoria viva. Danze come i Canarios di Gaspar Sanz o la ciaccona di Giovanni Stefani testimoniano quanto la musica del Seicento sia un continuo attraversamento di frontiere, tra sacro e profano, tra colto e popolare. “Bona Nocte” diventa così un mosaico sonoro in cui le differenze si intrecciano fino a sparire. Nel carcere, la musica apre varchi di libertà interiore; nelle grotte, dialoga con la pietra e la storia. In entrambi i luoghi dimostra che il linguaggio antico resta attuale perché parla all’oggi con la stessa forza con cui un tempo univa popoli, classi sociali e tradizioni.

Venerdì 5 settembre 2025
Brindisi, ore 11.00, Casa circondariale (con invito)
San Vito dei Normanni, ore 21.00, grotte di San Biagio (contrada Iannuzzo)

LA BONA NOCTE, SUONI TRA CORTI E CORTILI DEL ‘600
Ensemble La bona hora | Simone Colavecchi tiorba e chitarra maestro di concerto

Ufficio Stampa «Barocco Festival Leonardo Leo»

No Comments