Giovedì 18 aprile 2019 si è conclusa la Rassegna Teatri al Vapore al Binario23, di Meridiani perduti, per la direzione ineffabile di Sara Bevilacqua, con una splendida sorpresa per Brindisi, l’aver conosciuto e apprezzato l’autrice, regista e attrice Angela De Gaetano che ci ha intensamente coinvolto, presentando il suo spettacolo dal titolo fortemente evocativo del femminile “Bocche di dama”, cui è seguito poi un incontro denso di riflessioni sui nodi, ancora drammaticamente irrisolti, della vita delle donne nel nostro paese, con Lia Caprera (Associazione Io Donna) e Monia Dragone (Arcilesbica).
E’ stata una sera simbolica, quella del giovedì santo, tra sepolcri inevasi e la vicina chiesa valdese illuminata, che ha fatto da sfondo immaginario al palco, quasi vuoto ad eccezione di un bel vestito da sposa e di una sedia, al centro della scena Angela De Gaetano, con il suo monologo teatrale ininterrotto, con grande risalto alla parola drammatica e alla narrazione dei fatti che affioravano nei pensieri visionari e terrifici di Margherita, insonne, nella notte prima del matrimonio.
Quel dolce “Bocche di dama”, piccolo e rotondo, glassato di zucchero, in qualche modo ci ha riportato alla tradizione della pasticceria salentina e siciliana e all’essere donna, nella sua bellezza e nella violenza maschile contro le donne, “schiava e angelo”, “serva e regina”, come negli anni ‘ 60, scriveva un Pasolini quasi nostalgico dei tempi in cui le donne “soffrivano in silenzio”, come scrive Marta Boneschi, nel suo libro “Santa pazienza”, nella storia delle donne italiane dal dopoguerra ad oggi.
In attesa dell’alba, Margherita rievoca storie sommerse di tempi lontani, che hanno ispirato l’autrice, per qualche ambientazione biografica, tipo il grande mercato di Lecce, con la bellissima tettoia liberty e il suo brulicare di persone e vicende, e per la profonda sensibilità artistica ed emotiva nel voler rappresentare, oggi, pur con grande fatica e altrettanto impegno civile, le gravi violazioni della soggettività femminile.
La storia triste di Mariuccia al centro dello spettacolo colpisce per l’atroce punizione, messa in atto da modelli patriarcali di uomini autoritari abituati a calpestare la libertà delle donne, ancor di più se si esprime nel diritto di scegliere l’amore verso un’altra donna.
I personaggi che l’attrice mette in campo, anche con brevi intermezzi di canzoni d’epoca, scorrono tutti nello sguardo, nei gesti, nelle parole e nei toni, toccando i diversi registri dell’ironia, della meraviglia, del dolore, della prevaricazione, della satira, della complessa espressività femminile fino alla denuncia sottile delle tante forme di oppressione da cui, ancora oggi, è colpito l’universo femminile.
Dalla signorina Doriana che con quel nastrino azzurro di Mariuccia piccola accompagna come un filo incessante eppure ironico e drammatico nei rituali dell’acconciatura per il matrimonio, l’intera narrazione , ai vari personaggi, tra cui è centrale Teresa, la madre delle ragazze, esempio emblematico della tragica solitudine della donna nella famiglia patriarcale, anni ’50, che, in parte ancora perdura.
Teresa è “ serva” appunto, in una vita di fatica al servizio del marito e degli altri, eppure “ regina “, quando la domenica si illude che, avere i capelli perfettamente in ordine, possa, in qualche modo far dimenticare agli altri e soprattutto a se stessa la sua soggettività calpestata.
Nello spettacolo e poi nel dibattito si parla di adolescenza, di voglia di libertà femminile in ogni scelta sessuale, personale, sociale, in particolare Lia Caprera mentre sottolinea il ruolo importante avuto dalle donne italiane durante la guerra e nella resistenza al nazifascismo , da cui discende ad esempio il diritto al voto per le donne, denuncia il fatto che è stato troppo lungo il percorso per affermare più pienamente i diritti della donna come persona, si pensi alla legge contro la violenza contro le donne. Mentre Monia Dragone interviene sull’importanza della visibilità dell’identità lesbica, citando due episodi positivi di lotta all’omofobia che sono accaduti, a Brindisi, il caso dello studente dell’Alberghiero e del ragazzo molestato alla Commenda, in cui sia la scuola che la famiglia sono state attive nel salvaguardare i diritti dei giovani colpiti da omofobia.
Un applauso, che sembrava non dovesse mai finire, ha abbracciato, al termine dello spettacolo, Angela De Gaetano, che nel finale ci ha regalato l’ultima delicata sorpresa dei confetti bianchi offerti alle tante persone presenti, con un bell’augurio verso tutte le donne.
Rosella Apruzzi
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