July 17, 2025

“Brindisi sta morendo”. Inizia così il post pubblicato dal Rendez Vous, noto locale del centro cittadino, per annunciare con amarezza l’annullamento di un evento musicale previsto per i prossimi giorni. Un messaggio che è anche un atto d’accusa: i gestori, Francesco e Jessica, parlano apertamente di minacce ricevute da alcuni residenti del centro e di un clima di ostilità che – a loro dire – starebbe rendendo impossibile organizzare momenti di aggregazione e musica dal vivo.

Nel loro post, non risparmiano paragoni con altre realtà vicine: “Basta andare una sera a Ostuni, Mesagne o Carovigno per vedere perché la Puglia è diventata famosa nel mondo… Ma Brindisi no”. Il bersaglio delle loro critiche è una “sparuta minoranza di persone” che, forti di “conoscenze nelle forze dell’ordine e nella politica”, condizionerebbero la vita culturale e sociale del centro cittadino, impedendo – sempre secondo i titolari – ogni forma di vivacità notturna.

“È giunto il momento di unirci contro questa inaccettabile tirannia di pochi, prima che per Brindisi sia troppo tardi”, si legge in chiusura del messaggio.

Parole forti, che riaccendono il dibattito sul rapporto tra centro storico e attività serali. Un tema non nuovo, ma che oggi, nel cuore dell’estate brindisina, torna con prepotenza a chiedere risposte.

Il post ha generato decine di commenti, a testimonianza di una frattura ormai evidente tra chi sostiene le attività culturali e di intrattenimento nel centro cittadino e chi, invece, rivendica il diritto al riposo e alla vivibilità.

Solidarietà e delusione emergono nei commenti di molti utenti. Simonetta Mollica ringrazia i gestori per “continuare a credere in questa città, organizzando eventi e creando spazi di vita, musica e comunità”, definendo la movida “lavoro, arte e incontro”. Anche Consuelo Pane parla di Via Conserva come “una perla della città, resa ancora più bella da chi ha saputo investire con educazione ed eleganza”. Per Mattia Sacco si tratta della “triste realtà che ci perseguita da tempo”.

Ma non mancano voci critiche. Antonia Calvello e Rino Di Maria contestano l’uso di espressioni offensive verso i residenti, evidenziando che “chi lavora ha diritto al riposo” e che “vivere costantemente con le imposte chiuse non è normale”. Di Maria invita a maggiore educazione e a lasciare i passaggi liberi, anche “a discapito di un tavolo in meno”.

Toni più pungenti emergono da chi accusa i residenti di eccessivo ostruzionismo. Vanessa Guadalupi sottolinea come “abitare in centro voglia dire anche convivere con musica, eventi e gente”, mentre Christian Guadalupi afferma che “a Brindisi capiscono solo la ‘Fritta’, che manco la sanno fare”. Ironico anche il commento di Bini Marco: “Se gli offriste uno spritz gratis al giorno, vi lascerebbero in pace”.

In mezzo, qualcuno invoca equilibrio. “Servirebbe solo un po’ di buon senso per arrivare a un compromesso che accontenti tutti”, ribadisce ancora Bini Marco.

Il confronto resta aperto, e chiama in causa l’intera comunità cittadina: è possibile trovare un punto di equilibrio tra diritto al riposo e desiderio di vivere il centro storico come luogo di incontro e cultura? O Brindisi dovrà davvero rassegnarsi al silenzio?

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