Sono trascorsi alcuni giorni da quanto il popolo francavillese ha deciso di incamminarsi su una strada nuova (asfaltando la vecchia), pertanto è il tempo giusto di fare una valutazione che non risenta ne dei bollori della vittoria ne della scottatura della sconfitta.
E’ andata bene! Ha vinto chi rappresentava “il patto per il cambiamento” quella sorta di alleanza ideale che unisce mondi culturalmente e politicamente diversi sotto un’unica bandiera quella di voler rinnovare una classe dirigente locale che “dettava legge” da almeno 20 anni, alternandola con altre personalità operanti nella comunità francavillese.
I cittadini francavillesi hanno fatto da soli.
Hanno fatto ciò che nel mese di novembre 2013 alcuni dirigenti di movimenti e partiti locali avevano sancito sottoscrivendo appunto “il patto per il cambiamento”.
E’ indubbio, lo dicono i numeri, che la vittoria del neoSindaco è dovuta anche e forse sopratutto a quei circa 5000 (quasi il 50% di chi lo ha scelto) elettori che solo 15 giorni prima avevano preferito apporre la crocetta su altri simboli e altri candidati sindaci. Dunque il popolo è stato più lungimirante di qualche dirigente politico locale che nel gennaio 2014 si sfilo da quel Patto, inseguendo un sogno che si è rilevato un incubo. Infatti ha mandando a gambe all’aria una consistente area politica a forte connotazione locale (Noi Centro), nel tentativo di inseguire un velleitario progetto politico che non ha niente di Nuovo e sopratutto non è caratterizzato politicamente ne al Centro ben che meno a Destra.
Questo sarà un argomento che verrà affrontato in apposito comunicato futuro.
In merito alle questioni specificatamente francavillesi, il neoSindaco ha davanti a se, visto il risultato, un compito politico ulteriore derivante dal risultato elettorale. Non può ritenere autosufficiente o esaustiva la composizione consigliare che tra qualche giorno sarà ufficializzata, attraverso l’applicazione del premio di maggioranza.
La maggioranza del popolo che lo ha votato è ben diversa da quella consiliare. Se dunque se opo il cambio vuole davvero fare il cambiamento ne dovrà necessariamente tener conto.
Il cambiamento non è solo un atto burocratico amministrativo, bensì nasce cresce si rafforza e si diffonde nella società attraverso processi che ne modifichino lo status, i modi di pensare e quelli di agire. Pertanto non possono non tenere conto della complessità e varietà di cui si compone la società francavillese che ha dato che il suo segnale in maniera inequivocabile compreso a chi è risultato sconfitto in questa tornata elettorale.
Dunque in bocca lupo al Sindaco! (Forse sarebbe meglio dire “in bocca alla mula”)
Ha un compito difficile, complesso ma al contempo esaltate. Non può, non deve fallire, sarebbe un’iattura per il percorso di ammodernamento della nostra Comunità. Non deve dimenticare mai, che ha una sfida nella sfida rivenente dalla sua dichiarazione pubblica all’atto del giuramento: “sono la dimostrazione che anche un figlio di una famiglia umile può fare il Sindaco”. In quella frase c’è l’intensità di riscatto personale e sociale di migliaia di francavillesi indipendentemente da come si espressi domenica scorsa.
Noi, come piccola Associazione faremo la nostra parte, saremo il bastone su cui ci potrà appoggiare, quando si avrà bisogna di un sostegno. Saremo il bastone con cui colpire per cercare di riportare sulla retta via nel caso si compiano, a nostro giudizio, atti non confacenti con la strada del cambiamento.
Angelo Camassa
(Pres. Ass. Nova Era)
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