June 13, 2025

Speravo che la mia città non si svegliasse mai più in quello stesso incubo in cui sprofondò 25 anni fa quando dei banditi spararono e uccisero il giovane carabinierei Antonio Dimitri.
E invece questa mattina è successo di nuovo.
Un altro carabiniere, il brigadiere capo Carlo Legrottaglie, è stato ammazzato mentre svolgeva il suo dovere, mentre cercava di fermare dei criminali in fuga che hanno iniziato a sparare contro la pattuglia, uccidendo.
Legrottaglie aveva 60 anni. Fra appena un mese, a luglio, sarebbe andato in pensione.
I colleghi erano già pronti a festeggiarne il saluto. La famiglia ad averlo finalmente per sé, senza più il quotidiano terrore che potesse accadergli qualcosa, che non tornasse a casa.
E invece è accaduto. E’ accaduto quando ormai mancava poco.
Ed è accaduto perché dei banditi senza anima, senza onore, delle bestie che meritano solo la galera eterna, si sono arrogate il diritto di strappare la vita a un servitore dello Stato che per tutta la sua esistenza ha protetto in silenzio la sua comunità. Di strappare un uomo all’amore della sua famiglia. Ai suoi progetti. A tutti i sogni che aveva da vivere.
Come ha auspicato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimo anch’io l’augurio che questo luridi schifosi siano catturati al più presto e assicurati alla giustizia. E che paghino fino all’ultimo minuto.
Ai colleghi, a tutti i carabinieri della Compagnia di Firancavilla Fontana, del Norm, a chiunque lo abbia conosciuto e amato, alla sua famiglia, esprimo la mia più commossa vicinanza. E sono certo, quella di tutta una comunità che è e sempre sarà grata a Carlo Legrottaglie per il lavoro svolto, e per il suo sacrificio. Il più estremo.
Per proteggerci. Fino alla fine.

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