La Segreteria Nazionale UGL Chimici esprime la propria piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dell’indotto della centrale Enel “Federico II” di Cerano (Brindisi), che da settimane vivono una condizione di grave incertezza e presidiano il sito giorno e notte per difendere il proprio lavoro e il futuro del territorio.
L’UGL Chimici ritiene indispensabile che Enel, le istituzioni e le parti sociali individuino in tempi rapidi una soluzione concreta, che salvaguardi l’occupazione e garantisca la tenuta economica e sociale di un’area che per decenni ha contribuito in modo decisivo alla produzione energetica nazionale. La transizione energetica non può tradursi in un arretramento industriale, ma deve poggiare su un progetto industriale solido, capace di generare lavoro stabile e valorizzare le competenze presenti.
In questa prospettiva, UGL Chimici chiede che il percorso di riconversione della centrale di Cerano non si limiti alla sola realizzazione degli impianti BESS (Battery Energy Storage System) previsti da Enel, ma preveda anche interventi strutturali: la demolizione delle attuali caldaie a carbone e la costruzione di nuovi impianti a ciclo combinato alimentati a gas , coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione e con le esigenze di sicurezza energetica nazionale. Le richieste per circa 60 GW pervenute a Terna, anche in relazione al fabbisogno dei nuovi data center, evidenziano un fabbisogno aggiuntivo non previsto dal PNIEC e rendono il sito di Cerano un nodo strategico che non può essere ignorato.
«Quello che sta accadendo a Cerano – dichiarano Eliseo Fiorin, Segretario Nazionale UGL Chimici, e Michele Rizzi, Coordinatore Nazionale del settore elettrico UGL Chimici – non è compatibile con un’idea di transizione giusta: lavoratrici e lavoratori dell’indotto lasciati nell’incertezza, mentre un territorio che ha garantito energia al Paese per anni rischia di essere marginalizzato. Non chiediamo soluzioni di facciata, ma un progetto industriale credibile: la riconversione non può fermarsi ai soli impianti di accumulo, deve includere la demolizione delle vecchie caldaie a carbone e la realizzazione di nuovi impianti a gas a ciclo combinato, in coerenza con gli obiettivi climatici e con la sicurezza del sistema elettrico. Le richieste di nuova potenza a Terna dimostrano che questo fabbisogno esiste: sarebbe un errore non inserire Cerano in questa programmazione. Come UGL Chimici saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell’indotto e di Enel in tutte le sedi di confronto, chiedendo risposte chiare: reintegro del personale dell’indotto, tutela salariale e occupazionale, riconoscimento dell’impegno di chi sta presidiando il sito con grande senso di responsabilità. Non accettiamo una transizione in cui i profitti restano privati e i costi sociali vengono scaricati sul territorio».
La Segreteria Nazionale UGL Chimici chiede infine un intervento tempestivo di Enel e delle istituzioni competenti, che assicuri certezze alle lavoratrici e ai lavoratori dell’indotto e garantisca, per le lavoratrici e i lavoratori Enel impossibilitati a svolgere la normale attività a causa del blocco, la corretta copertura e gestione dei giustificativi di assenza.
