L’otto marzo è diventata la giornata dei buoni sentimenti, patetici e inconcludenti in cui trionfa l’ immagine femminile “santificata”, vittima di violenze e prepotenze che diventa soggetto da proteggere, tutelare, controllare e da festeggiare per “far girare” un po’ l’economia.
L’otto marzo” istituzionalizzato” ci ha stufato perché come altre giornate commemorative attraverso paternalismo, vittimismo e compassione, stimolano reazioni salvifiche da parte di maschi “buoni” e di donne ” buone” e scoraggiano sostanzialmente atti di autodeterminazione, autonomia e libertà.
Lo ha dimostrato il governo Letta sfornando un decreto contro il femminicidio dentro un pacchetto di norme securitarie in cui mette in sicurezza donne e cantieri, felice di tutelare il soggetto debole della società : la donna.
Una dichiarazione raccapricciante che è una condanna a morte per il genere femminile, per la sua liberta, ‘ per la sua autodeterminazione e per tutti i movimenti delle donne che su questi temi hanno duramente lottato negli anni ’70.
Molte donne a questa dichiarazione si sono sentite salvate, altre si sono accontentate, altre si sentono gratificate per l’interessamento, donne spesso inconsapevoli di aver introiettato perfettamente la propria inferiorità nell’accettazione del proprio destino.
Come si fa a non capire che su un soggetto definito debole si scatenano le peggiori violenze ? Un soggetto debole è incapace di difendersi e di occuparsi di se stesso e si ritiene legittimo il condizionarne le scelte.
Condizionare la libertà di scelta di una donna significa anche non intervenire sull’obiezione di coscienza che oggi non permette l’applicazione della legge 194 che regola l’aborto.
Nell’ospedale pubblico di Brindisi non è più possibile praticare l’interruzione di gravidanza.
Come collettivo abbiamo denunciato il problema ad una rappresentante istituzionale, ma non abbiamo ricevuto risposte, questo diritto è per ora sospeso.
Pur avendo un parlamento più giovane e con più donne propagandato fino alla nausea , di fatto nulla è cambiato nella vita problematica e nella quotidianità della maggior parte delle donne, soprattutto le meno abbienti.
Come collettivo femminista lavoriamo sul territorio di Brindisi da più di un anno su temi politici, culturali e sociali come autodeterminazione, cultura dominante e conflitto di classe:
abbiamo discusso con uomini che riconoscendo la propria parzialità s’impegnano nella ridefinizione della identità maschile, plurale e critica verso il modello patriarcale.
Abbiamo discusso di diritti su gravidanza e nascita e come per il diritto all’aborto denunciamo un sistema di potere che cerca di trarre il massimo profitto sul corpo delle donne e ne boicotta l’autodeterminazione.
Nei presidi ospedalieri si ripetono atteggiamenti disumani rispetto alla soggettività e alla libertà di scelta delle donne.
Abbiamo discusso sulla necessità di avere reddito perché senza reddito non hai libertà di scelta, l’autodeterminazione di una persona si scontra inevitabilmente con il disagio sociale, la precarietà e lo sfruttamento e su questi fronti vanno fatte precise battaglie.
Il nostro otto marzo, allora, lo dedichiamo alla forza e alla determinazione, alla ribellione e al riscatto, solidali con chiunque lotti contro discriminazioni e disuguaglianze, strutture patriarcali e di dominio.
BUON OTTO MARZO!!!
COLLETTIVO FEMMINISTA “MAISTAREZITTE” BRINDISI
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