Il castello di Oria, di proprietà privata e chiuso dal 2007, va riaperto al pubblico, ai cittadini, alle scolaresche, ai turisti. Lo ha dichiarato l’assessore regionale pugliese alla cultura Massimo Bray (“si tratta di un bene identificativo della storia di una città, merita una tutela nell’interesse di tutti”) e lo chiedono i consiglieri regionali Maurizio Bruno e Paolo Pagliaro, che hanno sollecitato l’audizione davanti alla sesta commissione del Consiglio regionale, convocata dal presidente Donato Metallo.
Un tavolo tra tutti i soggetti interessati avvierà un dialogo per una soluzione condivisa. La Soprintendenza ai beni culturali è disponibile a un confronto con le Istituzioni pubbliche, il Comune di Oria e i proprietari, per cercare di restituire il monumento alla fruibilità pubblica. Non ritiene però che per il castello, già oggetto di cinque riconoscimenti di tutela pubblica, sussistano i requisiti per la dichiarazione di interesse eccezionale ai sensi delle norme nazionali (articoli 14 e 104 del D.lgs. 42/2004), richiesta dai consiglieri proponenti.
Per la riapertura del castello di Oria si sono espressi anche i colleghi Alessandro Leoci e Luigi Caroli, che ha chiesto la convocazione in audizione della società proprietaria.
Sì al tavolo istituzionale dal Comune. Il sindaco Maria Carone ha comunicato che dal 2018 si sta lavorando a un’intesa con la proprietà ed è pronta una bozza di convenzione sottoposta all’esame del Consiglio comunale e della cittadinanza (esposizione di raccolte archeologiche, apertura a scopi culturali, turistici e per ospitare eventi). Si passerà dal riconoscimento dell’interesse pubblico del bene.
Nota del consigliere Paolo Pagliaro, capogruppo la Puglia domani.
“Gigantesco gioiello di pietra, vascello natante nell’aria. Definizioni poetiche per un monumento straordinario, il castello di oria, su cui abbiamo acceso oggi i riflettori in commissione cultura. Su mia richiesta, condivisa con il collega bruno, è stato aperto un confronto che ha come obiettivo la restituzione alla fruizione pubblica del castello, arroccato sull’acropoli da cui domina la terra d’Otranto. Chiediamo la dichiarazione d’interesse eccezionale per questo bene, da quattordici anni chiuso alle visite, perché è il passaggio necessario per riaprirne le porte alla comunità. È questa la via per preservare l’enorme valore culturale di un luogo identitario tra i i più preziosi del Salento e della Puglia.
Sul bene esistono già cinque vincoli di tutela, ha precisato la soprintendenza, rimarcando insieme al comune che ogni accordo di riapertura al pubblico non può prescindere da una trattativa con la proprietà privata del castello, acquisita nel 2007 per venti milioni di euro. Da parte nostra non c’è alcuna volontà di entrare in polemica né di mettere in discussione i legittimi interessi privati, ma ci preme innanzitutto tutelare il diritto della collettività a rientrare in possesso di un bene che è sostanza della sua identità. E questa è una priorità che prescinde da ogni colore politico.
L’architetto Errico, funzionario della soprintendenza, nella sua approfondita relazione ha puntualizzato che il castello è parte integrante della rocca di Oria, dell’intera cittadella in zona tre colli che abbraccia anche l’attiguo monastero, la cattedrale e il vescovado. Dunque, la nostra volontà è quella di estendere la richiesta di riconoscimento d’interesse eccezionale all’intera cittadella, per preservarla e aprirla al pubblico e ai turisti.
Crediamo che la bozza di convenzione fra comune e proprietà possa essere rivista in modo da garantire la più ampia fruizione pubblica del bene, per salvaguardare gli interessi di tutti. Sono felice che l’assessore Bray abbia colto appieno lo spirito del nostro interessamento, nel solco della visione illuminata di Federico II.
Ho già annunciato una nuova richiesta di audizione, condivisa con i colleghi bruno e caroli, accogliendo l’invito di quest’ultimo a convocare anche la proprietà, attore fondamentale degli accordi che si andranno a negoziare. La direzione di un tavolo di concertazione è quella giusta, dialoghiamo per trovare le soluzioni migliori. Ma la proprietà privata del castello non diventi veto per tenere fuori i visitatori da una meraviglia assoluta del nostro patrimonio architettonico e culturale.
Continuerò a farmi paladino della terra messapica, come ho fatto rivendicando la presenza di monumenti identitari della provincia brindisina nello spot promozionale della regione, e come feci già dieci anni fa, quando – a risarcimento della tendopoli per migranti allestita in quella zona – realizzai da editore uno spot per evidenziare le bellezze di Oria e Manduria, chiedendo e ottenendo che venisse mandato in onda sulle reti nazionali. Perché difendere e valorizzare era e resta la nostra priorità”.
Nota del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli, a margine della sesta commissione.
“Se oggi, finalmente, in Regione si è tornati a parlare dello straordinario Castello di Oria è perché un privato lo ha acquistato nel 2007 (quando il pubblico non esercitò il diritto di prelazione), lo ha ristrutturato spendendo 20 milioni di euro. Vorrei ricordare ai colleghi consiglieri regionali della Sesta Commissione – che oggi ha trattato il tema – che la nostra Carta Costituzionale tutela anche la proprietà privata che oggi non solo non è stata invitata in audizione, ma alla quale viene data la ‘colpa’ della mancata fruizione al pubblico del monumento di eccezionale carattere storico-culturale. È indubbio che la Regione – ma tutti gli enti pubblici interessati a cominciare dal Comune – debba fare qualsiasi cosa perché il Castello possa essere fruibile per determinati giorni all’anno e quindi cercare e arrivare a un accordo con la proprietà diventa essenziale. E’ evidente – non serve fare i filantropi con i soldi dei privati – che la società che ha così tanto investito nel monumento lo ha fatto per poter ottenere un ritorno economico. Ma perché non deve essere possibile coniugare entrambe le esigenze? Senza dimenticare che i costi di gestione annui a totale carico della proprietà oscillano intorno a un milione e mezzo.
Altrimenti se non si vuole che il Castello sia adibito ad attività commerciali – chiaramente idonee con il contesto storico dell’immobile – si faccia un’offerta al privato e lo si acquisti. Poi lo si mantenga anche così come il privato sta facendo da 14 anni. Per questo ho chiesto al presidente della Commissione, Metallo, di convocare la parte privata per ascoltare il loro punto di vista”.
hiarazione del consigliere regionale del Pd Maurizio Bruno.
“Non solo il Castello, ma perfino tutta la “Cittadella” di Oria, che comprende la Cattedrale, il Vescovado, il Monastero e la Chiesa di San Barbato, potrebbero essere dichiarati “monumento di interesse eccezionale” dallo Stato italiano.
E’ senza dubbio questo uno degli elementi più importanti emersi questa mattina dalla riunione della VI Commissione regionale, convocata per discutere della mia proposta e del consigliere Paolo Pagliaro sul futuro del monumento di Oria.
E credo anche che questa sia la migliore risposta a coloro che, fortunatamente una sparuta minoranza, mi hanno criticato per essermi attivato affinché il Castello, dal 2007 passato in altre mani private, sia nuovamente reso fruibile al pubblico dopo 14 anni di chiusura.
Insomma: siamo partiti con l’idea di dichiarare il Castello “bene di interesse eccezionale”, e siamo arrivati a scoprire che l’intera area che lo circonda, puntellata di altri beni storici straordinari, può ricadere sotto la stessa dichiarazione.
E far fare a Oria un balzo in avanti enorme. Non so se ci riusciremo. Il percorso non sarà facile e richiederà il coinvolgimento di diversi soggetti, inclusi ovviamente i proprietari del maniero.
Ma ora so con certezza che questa è la strada da battere con ancora maggiore determinazione, per donare alla città di Oria qualcosa che, evidentemente, le andava riconosciuto da sempre, ma a cui mai si era giunti prima.
Vorrei ringraziare per la riunione di oggi tutti i soggetti auditi, dalla sindaca di Oria Maria Lucia Carone alla Soprintendenza, dall’assessore regionale alla Cultura Massimo Bray al referente dell’associazione Mente Civica Glauco Caniglia.
Ognuno deve e può fare in questa battaglia per Oria la sua parte.
La dichiarazione di interesse eccezionale non contrasta in alcun modo con le trattative tra Amministrazione e proprietari per giungere a un accordo sulla fruizione del Castello. Anzi: le due strade si rafforzano e si completano a vicenda. Perché se un accordo tra le parti può garantire dei risultati nell’immediato e con gli attuali proprietari, la dichiarazione di interesse eccezionale blinderebbe gli interessi di tutta la città e della comunità per sempre.
Ed è a questo che dobbiamo puntare tutti. Cogliamo questa incredibile occasione per far compiere a Oria un balzo in avanti insperato. Collaborando assieme, restando uniti. Teniamo la politica e il resto da parte. Scriviamo insieme questa pagina di storia ricca di enormi potenzialità”.
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