December 11, 2025

Come amministratore del Consorzio Stabile Build e presidente di Ance Brindisi, esprimo forte preoccupazione per le criticità che stanno accompagnando l’attuazione dei lavori del PNRR. Procedure complesse nella validazione dei progetti, tempistiche estremamente ristrette e continui aggiornamenti normativi – spesso seguiti da interpretazioni arbitrarie da parte delle stazioni appaltanti – hanno fatto accumulare ritardi e stanno mettendo a dura prova la capacità e la resilienza delle imprese nel programmare, completare le opere a regola d’arte e garantire la sicurezza dei lavoratori. Sono ormai quotidiane le diffide dei RUP a ultimare opere, in deroga a capitolati e contratti, pur di rispettare la fatidica data del 31 marzo 2026. Ancora una volta, le inefficienze del sistema vengono scaricate sulle imprese.
Questa situazione richiama da vicino quanto accaduto con i bonus edilizi, dove strumenti nati per sostenere il settore si sono trasformati in un labirinto di regole mutevoli e spesso contraddittorie. Le modifiche improvvise, unite al blocco della cessione dei crediti, hanno generato instabilità e difficoltà finanziarie che molte imprese portano ancora sulle spalle. Oggi, addirittura, cittadini ignari rischiano di vedersi pignorare la casa – acquistata con sacrifici e sulla quale pagano un mutuo – da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’esperienza dei bonus dovrebbe rappresentare un monito chiaro: senza stabilità normativa, chiarezza procedurale e tempi realistici per eseguire i lavori, ogni iniziativa perde efficacia e credibilità.
Il sistema Paese non può più permettersi questa volatilità. Le imprese chiedono programmazione, regole stabili e un confronto reale con chi ogni giorno gestisce i cantieri. Le opere previste dal PNRR rappresentano un’occasione irripetibile e il loro completamento deve essere governato con una logica “realistica”, fondata su tempi esecutivi compatibili con la complessità degli interventi. Occorre intervenire subito, con un Decreto Legge che fornisca agli enti beneficiari supporto normativo, indicazioni chiare e tempistiche effettivamente idonee al completamento delle opere. Diversamente, il rischio concreto è quello di un vero e proprio “caos giudiziario”, un contenzioso del “tutti contro tutti”, con conseguenze potenzialmente devastanti e senza appello per i costruttori, che restano – è bene ricordarlo – il braccio operativo dello Stato.

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