C’è una regola semplice nella vita pubblica: chi ricopre ruoli istituzionali ha il dovere di rispondere con sobrietà alle critiche, soprattutto quando queste si muovono su un piano politico e non personale.
Il sindaco Giuseppe Marchionna, invece, come capita un po’ troppo spesso, ha scelto di abbandonare quel registro, scendendo sul terreno dell’insulto e accusando un funzionario di un partito di opposizione — che si è limitato a porre un tema politico — di essere un “opinionista del weekend” che “straparla” sulla base di documenti “manipolati”. Un tono scomposto, che rivela più nervosismo che serenità istituzionale.
Dispiace che un primo cittadino senta il bisogno di screditare chi pone una questione legittima di opportunità pubblica, invece di rispondere nel merito con il distacco e la compostezza che il ruolo richiederebbe.
Il punto sollevato, che resta attuale nonostante successive precisazioni non ancora avvalorate da atti resi pubblici, riguarda l’utilizzo di strumenti e spazi del Comune per un evento che promuove un’opera scritta dal sindaco in carica.
E veniamo ai fatti.
Fino ad ora, la sola versione della delibera conosciuta — quella in possesso di dirigenti, consiglieri, giornalisti e diretti interessati — indicava chiaramente il sindaco Marchionna come proponente, senza alcuna menzione alla gratuità dei libri o alla loro non commerciabilità (è quella che allego).
Due elementi, questi, che solo oggi il sindaco dichiara essere stati corretti “in corsa”: il primo, con la modifica del proponente operata dal Segretario Generale; il secondo, con la precisazione che durante l’evento i libri non saranno in vendita.
Guarda caso – ma proprio guarda caso – sono esattamente le due questioni su cui si è pubblicamente sollevato un dubbio: il potenziale conflitto d’interesse nel proporre e approvare una delibera che promuove un proprio prodotto editoriale, e l’inopportunità di destinare gratuitamente uno spazio comunale alla presentazione di un libro in vendita.
Ora il sindaco – a distanza di giorni e senza che l’atto sia ancora stato pubblicato (la trasparenza!) – ci racconta che si è accorto dell’errore, che è uscito dalla sala Giunta, che la delibera è stata modificata e che i libri non saranno venduti per l’occasione.
Bene. Ammettiamo che sia così. Lui non può prendersela con me se una proposta riguardante una sua delega arriva agli atti della Giunta senza che lui — che di quella Giunta è il vertice e della cultura è il responsabile — l’abbia preventivamente letta o corretta. Non è un colpa di “opinionisti del weekend” o di manine inesistenti, ma un serio problema di gestione amministrativa.
E allora, perché non chiarire subito tutto con una nota istituzionale, sobria e trasparente, anziché attaccare chi ha sollevato — in modo fondato e rispettoso — domande che meritavano risposte?
Un sindaco davvero sicuro della correttezza delle proprie azioni non dovrebbe temere il confronto, né scivolare sul piano dell’invettiva per eludere la questione centrale.
La domanda, infatti, resta tutta lì: non era più semplice — e più corretto — evitare qualsiasi coinvolgimento diretto dell’Amministrazione nella promozione del libro del sindaco? Sarebbe bastato – e basta – poco per prevenire ogni equivoco. Non insistere con una presenza a tutti i costi che mette in difficoltà tante persone.
Invece ha preferito rispondere con livore, alimentando il sospetto che le corde toccate siano più sensibili del previsto.
Chi governa dovrebbe indicare la luna, sì. Ma con il dito pulito e la voce ferma. Non con nervosismo e insulti che rivelano tutte le difficoltà del momento.
P.S. A proposito di pseudo insulti: essere bollato come “opinionista del weekend” non lo trovo offensivo ma riduttivo ed inesatto. Io scrivo, parlo e lavoro politicamente e socialmente ogni giorno, nei luoghi pubblici e non, con continuità e senso di responsabilità. Io.
Oreste Pinto
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