April 30, 2025

E’ assurdo constatare il comportamento della scuola, tutto a discapito delle famiglie.

 
Entriamo nel merito del problema. Il Tar, nella fase cautelare (e quindi con riserva di effettuare con la sentenza i dovuti approfondimenti), verifica ciò che da subito appare illegittimo e/o contrario alla legge, e ciò che invece sembra poter rispondere ad un interesse pubblico. Non è detto che ciò che viene deciso nella fase cautelare sarà poi confermato con la sentenza. L’unico fatto certo oggi è l’ordinanza del 1.3.2017 con la quale il Tar, utilizzando sempre il termine “sembra” ha stabilito che:
a) la scuola afferma di aver deciso l’adozione delle felpe per contrastare il bullismo e per rintracciare gli alunni durante gite a tutela della loro incolumità: il presupposto per l’adozione sembra rientrare nel pubblico interesse (e quindi non appare da subito infondato) il Tar non sospende il provvedimento.
b) La scuola ha assicurato che si farà carico del costo delle felpe per le famiglie indigenti;
c) Le sanzioni sembrano essere in contrasto con i principi della personalità della responsabilità, visto che gli alunni sono puniti pur non avendo colpe (sono i genitori a decidere): il Tar sospende il regolamento nella parte in cui prevede le sanzioni.

 

Non è necessario essere cultori del diritto ma solo “leggere” ciò che il Tar ha scritto nella ordinanza per capirne il contenuto. La scuola, invece di informare stante il ruolo pubblico che le compete, da giorni ha elaborato un documento (non firmato ma redatto su carta intestata) per disinformare dimostrando inaspettata faziosità oltre che incompleta informazione. Si è addirittura comunicato che il Tar avrebbe “evidenziato la validità educativa della uniforme”: parole queste inesistenti nel provvedimento adottato dal Tribunale. La scuola non comunica invece che le sanzioni sono state sospese, nulla dice sul fatto che nessuno potrà abbassare il voto in condotta o vietare ai ragazzi che non indossano le felpe o le magliette primaverili la partecipazione a gite e manifestazioni (ciò che ha indotto molte famiglie ad acquistare controvoglia il vestiario). E’ veramente assurdo tale comportamento, anzi in linea con l’attuale gestione..

 

Mi chiedo poi quale sia il ruolo della componente dei genitori nel consiglio di istituto visto che non risulta pubblicato un regolamento che stabilisca criteri oggettivi per consentire ai genitori appartenenti a famiglie in condizione di indigenza di ottenere il rimborso del costo delle felpe e la consegna gratuita delle magliette primaverili. E’ indegno quanto riscontrato per l’individuazione delle 28 famiglie cui si è consegnata la felpa gratis (prescindendo dal convincimento che sicuramente sono state date a famiglie aventi diritto). Costringere i genitori ad elemosinare i capi di abbigliamento, senza criteri oggettivi, senza trasparenza in merito a chi ha deciso ed individuato le predette famiglie. Si rendano pubblici i criteri seguiti, i parametri di riferimento. Pensavo di vivere in un Paese con problemi economici gravi, scopro che appena il 5/6% delle famiglie che hanno i figli nel comprensivo (scuola media) hanno difficoltà economiche. Assurdo: ogni famiglia deve sapere se rientra o meno nella gratuità, e ciò può avvenire solo predisponendo un regolamento che fissi parametri oggettivi cui attenersi, altrimenti il rischio di abuso è dietro l’angolo. Provate ad immaginare cosa accadrebbe se non ci fosse un bando per il rimborso dei libri di testo: l’anarchia più totale, un modo di operare indegno e vergognoso (in un Paese civile) oltre che clientelare, si potrebbe favorirebbe qualcuno in danno di chi, con dignità, pensando di non aver diritto, non presenta la richiesta magari in attesa di conoscere tempi e modi per presentarla. L’unica certezza indicata dal Tar per non ritenere illegittimo l’operato della scuola è che le famiglie meno abbienti ricevano le felpe gratis.

 

Vergognoso è poi che i rappresentati del Consiglio di istituto non si siano preoccupati (in maniera fattiva e non scrivendo verbali) del fatto che dal 28.2.2017 gli estintori esistenti nelle scuole sono scaduti ed a tutt’oggi non si è proceduto alla loro sostituzione. Aule umide, fatiscenti, inadeguate, senza scale di sicurezza e finanche senza estintori. Era già accaduto per quasi sei mesi lo scorso anno, ma evidentemente l’unico pensiero è far acquistare le magliette, mentre non è un problema un incendio e la sicurezza dei nostri figli. Allego una foto di una classe per far vedere dove i nostri figli passano quasi sei ore ogni giorno, tra muffe e batteri.

Probabilmente la dirigente, il consiglio di circolo, i docenti, il Sindaco e l’Arch. Delle Donne pensano di far essiccare l’umido sempre con il solito metodo: il termoconvettore messo a disposizione dal Comune e le assicurazioni dell’assessore Carella, date a gennaio con tanto di determina portata in consiglio di circolo che prevede la pitturazione della scuola Don Minzoni. Peccato che la determina era stata già revocata ed era carta straccia: stesso valore delle promesse e degli impegni assunti nel tempo dall’assessore Carella.

 

Allora cari genitori: se appartenete a famiglie in condizione di indigenza economica, non acquistate le magliette, aspettate la pubblicazione del regolamento di istituto che preveda i presupposti e le modalità per ottenerle gratis e per ottenere il rimborso del costo delle felpe già acquistate, tanto nessuno rischia sanzioni !

 

Dirigente Dr.ssa Chirizzi, pubblichi il provvedimento con il quale si è ottemperato all’ordine del Tar di sospendere il regolamento di istituto limitatamente alle sanzioni disciplinari o mi costringe ad avviare il giudizio di ottemperanza; e qualora non si adotti un regolamento che disciplini criteri e modalità di individuazione delle famiglie aventi diritto al vestiario gratis, altri avvieranno le azioni a tutela delle famiglie indigenti.

 

Avv. Pasquale Rizzo

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