June 17, 2025

Un’altra occasione persa, un’altra prestazione impalbabile, un’altra sconfitta evitabile sulla quale c’è tanto, ma proprio tanto, da riflettere. A Caserta, contro una Pasta Reggia ormai salva, l’Enel Brindisi si è giocata i play off ma soprattutto la faccia. A partire dallo staff tecnico fino ad arrivare all’ultimo dei giocatori utilizzati.
Qualcuno che avrebbe dovuto catechizzare i suoi sull’importanza di questa partita, così come avrebbe dovuto farla qualche settimana prima alla vigilia del match contro Pesaro, ha definito l’atteggiamento della sua squadra imbarazzante. Come imbarazzanrti sono state alcune scelte effettuate nel corso dei 40′. In sostanza, la fotografia di questa Enel Brindisi oggi è quella di una squadra capace di esaltarsi con le grandi (vedi le ultime due vittorie casalinghe contro Avellino e Milano) ma al tempo stesso di farsi più piccola delle “piccole”.
Troppe le occasioni perse, troppe opportunità sprecate da una squadra dal grande talento ma dall’icapacità di prendere sul serio le partite che possono valere una stagione.
Non andiamo lontano. Analizziamo le ultime quattro partite e quella che ad oggi sarebbe potuta essere la classifica dei biancoazzurri. Sconfitta a Sassari evitabilissima, harakiri casalingo contro Pesaro, grande prestazione contro Milano e gita scolastica a Caserta. Otto potenziali punti che oggi avrebbero proiettato Brindisi tra le grandi del campionato, con i play off già in tasca e l’entusiasmo della piazza alle stelle. Invece, dopo l’ennesima illogica debacle ci si mangia le mani per una sconfitta che di imbarazzante ha davvero tutto a partire dall’atteggiamento dei giocatori in campo (fate un paio di eccezioni) a quello dello staff tecnico in panchina.
Così tra Brindisi e i play off in mezzo c’è la speranza. Quella di battere domenica prossima Capo d’Orlando (per raggiungerla in classifica) e giocarsi il tutto per tutto all’ultima giornata al PalaTaliercio di Venezia. Una situazione complicata che dipenderà anche dai risultati delle altre, Pistoia in primis. Una situazione che si sarebbe potuta evitare se solo Brindisi avesse battuto Pesaro in casa e giocato con il dovuto impegno a Caserta.
Un vero peccato se si considera che l’arrivo di Samardo Samuels aveva restituito entusiasmo ed ambizioni ad un ambiente che, nonostante le prestazioni altalenanti della squadra e la mediocrità del campionato, ai play off ci ha sempre creduto. Invece oggi l’interrogativo è d’obbligo: ne è valsa davvero la pena portare a Brindisi un fuoriclasse in uno stato fisico imbarazzante o andava gestito in maniera differente?
Il dubbio resta, soprattutto alla luce delle prestazioni di “Samardone”. Se io fossi l’allenatore di un giocatore simile con uno stato di forma simile, lo schiererei sempre in quintetto base, permettendogli così di entrare subito in partita, facendogli sfruttare errori e minuti per recuperare il ritmo che oggi gli manca. E’ molto più difficile per un giocatore così entrare a partita in corso e magari essere richiamato in panca ai primi due errori. Il risultato, ad oggi, è che tranne in un paio di partite, l’apporto di Samuels non è stato quello che società e tifosi si sarebbero aspettato. Solo nelle ultime due partite (Milano e Caserta) Samuels è partito in queintetto incutendo subito terrore agli avversari ma comunque limitato da una forma fisica non ancora accettabile.
A Caserta l’Enel Brindisi ha affrontato per l’ennesima volta Marco Giuri, brindisino doc, capitano della Juve, buon atleta e soprattutto un giocatore che in questi ultimi anni si è imposto nella massima serie. Contro Brindisi, da gran professionista qual è, Giuri ha disputato una grande prestazione, risultando determinante insieme a Berisha. Andiamo leggermente a ritroso. Il play brindisino figlio d’arte è stato uno dei protagonisti della prima stagione a Brindisi di Piero Bucchi, quella della vittoria del campionato di LegaDue e della vittoria della Coppa Italia. L’anno dopo Giuri, invece di farlo diventare il punto di riferimento di una squadra, quella della sua città, ambiziosa e vincente è stato accompagnato alla porta invitandolo a cercarsi un’altra squadra. Negli ultimi due anni l’Enel ha avuto come secondo play un tale Domenico Marzaioli e Marco Spanghero. Due atleti che sul campo si sono dimostrati anni luce lontani dal carisma e la sicurezza con cui gioca Marco Giuri.
In questa stagione Giuri è stato vicinissimo ad un ritorno nella sua Brindisi. Alla fine però non se n’è fatto nulla. Una situazione sottolineata dal presidente Fernando Marino che, nell’immediato post partita di domenica scorsa a Caserta, ha detto a chiare lettere che lui lo avrebbe voluto qualcun altro no. Lo stesso presidente nelle scorse settimane non le ha di certo mandate a dire a giocatori e staff tecnico, evidenziando aspetti che non sono sfuggiti nemmeno ai tifosi.
E allora alla luce dei risultati e dell’evidente imbarazzo della società è evidente che il progetto tecnico targata Meo Sacchetti non soltanto non ha mai spiccato il volo, ma addirittura sembra essere naufragato. Le prossimi due partite potrebbero non essere sufficienti per riacciuffare per i capelli una stagione che, ad oggi si prepara ad essere catologata come quella dei rimpianti e delle tante occasioni sprecate. Due partite per provare ad acciuffare i play off, conditio sine qua non per poter intavolare nuovamente un discorso credibile con lo sponsor Enel. Due partite che valgono una stagione. Due partite nelle quali più di qualcuno, a questo punto, si gioca la sua permanenza a Brindisi.

Pierpaolo Piliego

One Comment

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    ANTONIO JORIO
    25 Aprile 2017

    …e se lo ha capito pure Piliego allora è proprio vero!