May 22, 2025

Le cronache continuamente riportano notizie sui lunghi tempi di attesa per accedere ad alcune prestazioni sanitarie con frequenza tale da non sorprendere più nessuno. Proprio in questi giorni sono state denunciate lunghe attese per visite diabetologiche e neurologiche. In occasione della prima giornata nazionale contro la corruzione in sanità, svoltasi 6 aprile scorso, il presidente della Autorità Nazionale Anti Corruzione, Raffaele Cantone, ha indicato nelle liste di attesa uno degli snodi problematici della corruzione in questo settore.

 

Le cause di queste attese sono varie, ma proprio nelle settimane scorse il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha attribuito una notevole responsabilità alla “attività libero professionale intramoenia” (ALPI) che i medici pubblici possono svolgere nei riguardi dei pazienti paganti in proprio. “Abolire l’intramoenia, fonte di diseguaglianza e corruzione”: così ha scritto su Twitter il presidente toscano annunciando un provvedimento legislativo correttivo entro 2 mesi ed ha aggiunto: “La libera professione intramoenia ed extramoenia è ormai diventata un’indecenza. Abolendola d’incanto spariranno le liste d’attesa.”

 

Abolire la libera professione, intramoenia ed extramoenia, è la soluzione per eliminare la confusione tra pubblico e privato. Chi lavora nel pubblico deve essere a tutti gli effetti un dipendente pagato con denaro pubblico ed i cittadini devono essere davvero tutti uguali di fronte alla malattia. L’idea del presidente della Regione Toscana di promuovere una legge di iniziativa popolare al Parlamento è del tutto condivisibile.

 

I regolamenti regionali, ancorché molto diversi tra loro, in realtà restano inapplicati e le forme di controllo sono farraginose. Il regolamento dell’ Emilia Romagna a riguardo prevede sin dal 2013 che, in presenza di lunghi tempi di attesa e del mancato rispetto dei volumi e delle modalità di erogazione concordati, si sospenda l’attività libero professionale fino al rientro dei tempi nei valori standard fissati.

 

Anche la Regione Puglia l’11 febbraio scorso ha emanato un regolamento sulla questione che prescrive l’obbligo di controllare e vigilare, ma non prevede sospensioni dell’ALPI. La politica del controllo sull’ALPI non paga perchè tutte le Commissioni di verifica sinora previste nei regolamenti ASL non hanno sortito i risultati previsti ed i tempi di attesa in alcune branche continuano ad essere troppo lunghi.

 

L’attività professionale dei medici comunque intesa, ancorché prevista dal nostro ordinamento, rappresenta una evidente stortura del Servizio Pubblico, una forma di concorrenza sleale che contribuisce all’allungamento dei tempi d’attesa e pertanto è interesse dei cittadini che sia abolita.

 

Chiediamo pertanto al Governo ed alle forze politiche di adoperarsi perché il Parlamento sia messo in condizioni di varare quanto prima un provvedimento legislativo che abolisca la possibilità di esercitare la professione medica intra-ed extramoenia e chiediamo alla Regione Puglia che nel suo citato provvedimento preveda la sospensione dell’esercizio della libera professione quando i tempi di attesa dell’ALPI prospettati ai cittadini risultino inferiori a quelli del canale istituzionale. Ci attendiamo poi che i candidati sindaci e le forze politiche locali durante lo svolgimento della campagna elettorale amministrativa si esprimano con chiarezza su questo scottante problema.

 

 

FORUM AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO

 

 

One Comment

  • Rispondi
    mino
    8 Aprile 2016

    una proposta ed una battaglia da sostenere con forza. Liberiamoci della pressione di chi vuole solo arricchimento personale al posto del miglioramento del servizio pubblico. Se necessario mobilitiamoci.