May 18, 2025

  Il 20 dicembre 2016, in Brindisi, militari del dipendente Nucleo Investigativo e della Compagnia di Brindisi hanno dato esecuzione ad un’ordinanze di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di Burim Tatani detto “Kledy/Klayde”, 30enne cittadino albanese, e dei fratelli Salvatore Mario e Gianluca Volpe, entrambi brindisini di 21 e 19 anni, ritenuti responsabili di concorso in lesioni personali aggravate, ricettazione e porto e detenzione illegali di arma da fuoco.

 

L’indagine, avviate il 30 maggio 2016 a seguito della gambizzazione di Giuseppe Caputo, di 58 anni, e di Cosimo Iurlaro, di 45, e condotta dal dipendente Nucleo Investigativo e dal Nucleo Operativo e Radiomobile della citata Compagnia, ha consentito – tramite la visione delle immagine degli impianti di videosorveglianza – di:

 

identificare in Burim TATANI l’esecutore materiale dell’esplosione dei colpi di arma da fuoco e nei due giovanissimi VOLPE gli altri due concorrenti nel reato;

accertare il movente del delitto, riconducibile a dissidi scaturiti per ragioni sentimentali.

 

Dei due, era stato IURLARO ad essere stato ferito più gravemente nel corso dell’agguato a colpi di pistola nel rione Sant’Elia di Brindisi, in via Benvenuto Cellini. L’uomo, colpito da due proiettili (uno per gamba), aveva perso molto sangue e le sue condizioni sembravano critiche quando è stato trasportato in Pronto Soccorso, ma i sanitari del nosocomio brindisino erano riusciti a bloccare l’emorragia, scongiurando gravi conseguenze.

 

Nell’ambito delle indagini, sin dalle prime battute, il tentativo di raccogliere qualche testimonianza si è rivelato del tutto vano. Decine di famiglie risiedono in quelle che sono conosciute come le case parcheggio di via Cellini, tuttavia nessuno ha visto nulla.

 

 

A far da contorno a tale sfondo, uno scenario in cui un uomo ferito, sdraiato in terra ed agonizzante, ha dovuto aspettare alcuni minuti prima che potesse essere soccorso nonostante fosse stato visto da alcuni pedoni e diverse auto in transito. Ne va da se che anche le due vittime, non hanno fornito alcun elemento utile alla ricostruzione dell’accaduto.

 

L’esatta dinamica, infatti, è stata ricostruita esattamente – tanto da poter riscontrare i capi di imputazione di cui alla ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari Dr Maurizio SASO su richiesta del Sostituto Procuratore dr Pierpaolo MONTINARO – solo attraverso la visione delle telecamere installate lungo le direttrici che si diramano da via Benvenuto Cellini.

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