In queste vuote serate della mia esistenza, ingabbiato nella solitudine assordante di una casa svuotata nel tempo dai suoi affetti più cari, mi trovo spesso intrappolato nei freddi e rigidi meandri della mia mente, costantemente impegnata, forse perchè impaurita, quasi terrorizzata, ad esorcizzare ogni sentimento che riesce a liberare la mia anima con le immagini, i ricordi, le sensazioni che hanno illuminato la mia vita, inondandola di affetti, di calore, di dignità.
Qualche volta in questa solitaria segregazione cerco di recuperare le voci di quell’anima che sempre più spesso avverto dispersa, nel tentativo di recuperare quella tranquillità, quel bagliore, quella voglia di fare, che si sono offuscati nel tempo, soffocati dalla quotidianità di una vita, che diventa sempre più distante, quasi estranea.
Per quanto mi impegni, non riesco a liberarmi dalla confusione delle parole vuote che la mia mente partorisce durante tutta la giornata.
Infatti, sono sempre più frequenti i momenti in cui la mia mente dando sfogo al suo ego smisurato, non riescendo a vivere in armonia con la mia anima, mi cattura e mi spinge ad abbandonare me stesso, per intraprendere un percorso diverso da quello che ha contrassegnato la mia esistenza, incoraggiandomi a spegnere la luce sul passato, su tutto e tutti, di liberarmi da quella pesante zavorra, per sperimentare il sapore di una nuova ripartenza, distante dalle emozioni e da ogni sentimento di vicinanza e di solidarietà umana.
Ma anche liberarmi definitamente dalla distruttiva illusione di poter inseguire le passioni, le idee, i sogni vissuti dalla mia anima, per mettere riparo a quelli che ritiene siano stati gli errori che hanno complicato la mia vita, quando sarebbe stato ed è molto più semplice sintonizzarmi con i precetti del pensiero dominante, senza alcuno sforzo, senza pensieri, senza alcun impegno, incamminandomi nell’affollato e sicuro sentiero già tracciato da altri.
Una mente sadica che, approfitando della mia condizione di fragilità e di isolamento, si impegna costantemente a plagiarmi e a convincermi di aver sprecato una vita seguendo la via disegnata dalla mia anima nei suoi racconti.
In questa penuria di sentimenti, rinchiuso nel ristretto recinto dell’egoismo della mia mente, mi trascino in una vita vuota, priva di impulsi, di stimoli, sempre più scialba e noiosa, che ha smarrito la sua strada, che non ha una propria direzione da seguire, che spesso si declina in attività automatiche, in cui faccio sempre più fatica a trasmettere sentimenti, vicinanza, calore, per inseguire qualcosa o qualcuno completamente estraneo, incompatibile con la mia natura, nella speranza di recuperare quella sicurezza e quella tranquillità perduta da tempo, che non riesco a trovare in me stesso.
Una vita che, privata dai segni e dai volti che la illuminavano, rischia di evaporare nel nulla, confinandomi nel buio dell’isolamento, che mi rende sempre più fragile e insicuro.
Giorno dopo giorno, mi trascino disorientato in questo labirinto dell’esistenza in cui tutto diventa superfluo, faticoso, privo di significato, collocato in una bolla in cui non c’è più una vita, c’è solo il rimpianto di una vita passata in un attimo, anche se vissuta intensamente istante per istante.
Mi manca il sapore di una casa realmente vissuta, dei luoghi, delle persone, che mi ricordano chi sono, che mi tengano la mano per accompagnarmi nel futuro, con i miei sogni, le sensazioni, i progetti, senza mai perdere di vista quello che amo, quello che mi rende felice, che non mi fanno sentire superfluo, inutile.
L’unico scopo, giorno, dopo giorno, sta diventando quello di sopravvivere, anche se si fa sempre più fatica a comprendere il perchè e per fare che cosa.
Allora diventa sempre più stancante alzarsi dal letto, dalla poltrona, uscire da casa, trovare una motivazione per farlo.
E’ mattino, ed è subito sera.
Crest
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