La mia guida nutrizionale non sono gli studi universitari o specialistici academici. Il mio orientamento alimentare è supportato, invece, da costanti osservazioni nel mondo della Natura. Se osserviamo il comportamento degli altri mammiferi, soprattutto di quelli a noi più simili, possiamo dedurre che il nostro comportamento alimentare è ben lontano dall’essere coerente con la nostra fisiologia ma anche con la nostra psicologia.
L’atto del mangiare, oltre ad essere una necessità di sopravvivenza, è anche un momento di condivisione e piacere.
Personalmente, ho verificato che, quando ci si comincia a saziare, il cibo che si sta mangiando comincia a perdere sapore. La mancanza di piacere nel mangiare un determinato cibo indica che dovremmo smettere di mangiare perché l’organismo ha ricevuto il necessario per vivere. Effettivamente, smettiamo di mangiare quel cibo che non ci sta piacendo più ma subito ne cominciamo a mangiare un altro e poi un altro ancora, ecc.
Questo comportamento alimentare è esclusivo del genere umano civilizzato ed opulento mentre tra le comunità indigene e nel mondo animale il mangiare serve esclusivamente per vivere. Per la maggior parte delle persone dei paesi industrializzati il cibo è diventato la forma consumistica principale. Le industrie agroalimentari sono le industrie più potenti al mondo, e sono l’altra faccia della medaglia delle case farmaceutiche. Oggigiorno, l’economia mondiale è basata fondamentalmente sul consumo (esagerato) di cibo (anche voluttuario), di farmaci e di consumo energetico per la esplicazione di tutte le attività industriali, di trasporto e comunicazione.
Un altro settore molto fiorente è l’industria delle armi che, a differenza della prima metà del secolo scorso, produce e vende armi in modo meno appariscente in quanto le vende ai paesi in via di sviluppo i quali vengono sobillati e indotti a guerre intestine dalle stesse industrie che producono armi. Secondo il mio modesto punto di vista, anche il settore delle armi è legato allo stesso cartello lobbystico consumistico del potere economico finanziario.
Io penso che l’ideologia consumistica che sta penetrando in tutti i settori economici, culturali, sociali, religiosi, etnici, ecc. (ormai a livello globale), se non viene ridimensionata sarà foriera della distruzione delle risorse del pianeta. Penso che sapete anche voi che si stanno distruggendo le foreste amazzoniche ed asiatiche per ricavare risorse alimentari soprattutto per gli allevamenti animali per soddisfare il falso bisogno proteico di miliardi di persone.
I danni per l’ecosistema provocati dal disboscamento intensivo sono incalcolabili. Potreste dire che voi non siete responsabili di tutto ciò; invece, siamo tutti responsabili in quanto, chi più e chi meno, consumiamo alimenti od oggetti provenienti da questi disboscamenti. Ricordatevi che, nella dinamica acquirente/venditore, l’acquirente è colui che determina effettivamente il prezzo. E’ sempre la domanda che condiziona il prezzo.
Il sistema consumistico produce i massimi danni nel settore agroalimentare. Come sapete, la qualità non può essere compatibile con la quantità. Un tempo si diceva che non era possibile avere “botte piena e moglie ubriaca”. Ovviamente, è la stessa cosa con il marito! Per produrre tutti i cibi in misura abbondante come vuole il sistema consumistico, si è ricorsi alle coltivazioni intensive ove si consumano tonnellate di prodotti chimici che inesorabilmente assorbiamo assieme al cibo.
Continua….
Rocco Palmisano
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