“La Regione deve assolutamente proporre il territorio di Brindisi come migliore località per l’insediamento dello stabilimento Intel. È un’occasione imperdibile per la città, perchè arricchirebbe il nostro tessuto socio-economico e genererebbe posti di lavoro, innescando un circolo virtuoso di cui tutti beneficerebbero”. Così i consiglieri comunali del M5S Brindisi Tiziana Motolese, Gianluca Serra e Paolo Antonio Le Grazie. “A differenza – continuano – di altre ipotesi ventilate in queste ore, come ad esempio quella relativa a Lecce, Brindisi gode, oltre alla presenza di una vasta area che potrebbe accogliere l’azienda, di migliori collegamenti infrastrutturali, grazie al porto e dell’aeroporto, che la rendono un’ottima candidata. Peraltro, in piena fase di decarbonizzazione, l’investimento di Intel su Brindisi darebbe linfa vitale al territorio, alimentando in maniera robusta il mercato del lavoro. Brindisi è una località senz’altro appetibile per l’insediamento dell’azienda. E la Regione non deve assolutamente ignorarlo” concludono.
“Pur dando per buona una cosa impossibile, cioè l’equivalenza infrastrutturale (strade, aeroporti e porti), Bari, Foggia, Lecce e Taranto avrebbero la possibilità d’insediare Intel soltanto utilizzando, per i 300 ettari necessari, suoli agricoli che andrebbero trasformati. Brindisi è l’unica città in grado di accogliere l’insediamento Intel in aree già destinate a insediamenti industriali, con la gran parte già assoggettate a verifiche su eventuali inquinamenti, con esito negativo. Sostenere soluzioni diverse, come pure ho letto nell’opinione del mio amico Antonio Decaro, scatenando una guerra di campanili, è un’operazione tecnicamente insostenibile e che potrebbe creare le condizioni per spingere la scelta verso altre regioni”.
Lo dichiara il presidente della Commissione Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Sia chiaro. Le aspettative sono tutte legittime. Anzi, è bello vedere un tale attivismo da parte dei singoli amministratori degli enti locali e delle rappresentanze delle categorie produttive. Comprendo che vi sia la volontà di far crescere il nostro territorio, ma la scala di valutazione non può essere l’ambiente provinciale ma almeno regionale. Un investimento di tali proporzioni è un’occasione che la Puglia, nella sua interezza, non può perdere. E l’unico modo per evitare che questo accada è proporre una soluzione che razionalmente tenga conto di potenzialità e criticità. Sprecare suolo con vocazione agricola piuttosto che utilizzare aree già destinate a vocazione industriale non mi sembra un grande programma. E allora: le uniche aree disponibili, almeno in gran parte, per le caratteristiche richieste si trovano nella zona Asi di Brindisi. E Brindisi ha ottimi collegamenti stradali, un porto e un aeroporto, contigui all’area industriale. L’obiettivo, se non ho capito male, è che la Puglia si aggiudichi questa grande occasione di crescita, sviluppo e posti di lavoro, non quello di dare avvio a un braccio di ferro tra le singole province mentre Intel magari riceve proposte più allettanti da altre regioni”.
Per Antonio Macchia (Segretario Generale della Cgil Brindisi): “Ancora una volta, quando si parla di investimenti importanti che possono generale «lavoro buono», Brindisi non c’è. E’ triste fare i conti con questa realtà, ma noi non ci arrenderemo mai e siamo pronti a scendere in piazza e fare le barricate per difendere questo territorio.
L’ultimo caso è quello relativo all’intenzione di costruire in Puglia uno stabilimento della Intel e alle presunte indicazioni della Regione di candidare altri siti escludendo Brindisi. Vorremmo capire se questa provincia, che tanto ha dato a questo Paese contribuendo anche ad alimentare la rete elettrica nazionale con la centrale a carbone, sia nella considerazione del Governo in relazione agli investimenti da fare.
Non è la prima volta che accade, basti pensare al danno oltre che la beffa, costituita dall’esclusione di Brindisi dai benefici del Just Transition Fund, dimenticando di essere stata la sede della centrale a carbone più importante del Paese. E che la fase di decarbonizzazione che la interessa porterà la perdita di tanti posti di lavoro se non si interviene. Dove va a finire questa gente?
Vogliamo capire dall’Energia alla Sanità, dal porto alle infrastrutture, dalla mobilità – alta velocità e alta capacità -, alle tecnologie dell’idrogeno verde e della chimica verde, dalla Università ai centri di ricerca, all’agricoltura, Brindisi nella graduatoria dei vari Governi a partire da quello centrale quale posizione occupa. Se esista un progetto per questa provincia. La decarbonizzazione non può non prevedere linee di investimenti per questo territorio.
Non si tratta di sconfinare in logiche campanilistiche, ma di avanzare scelte di merito per la individuazione di importanti nuovi siti produttivi quale quello di allocare a Brindisi lo stabilimento di Intel, in considerazione del fatto che a tal fine sono disponibili circa 300 ettari nella zona ASI connessi a porto, aeroporto e scalo ferroviario.
Se questa – come nell’ultimo caso dell’investimento della Intel che genererebbe non pochi posti di lavoro – è l’attenzione riservata a Brindisi la Cgil non ci sta. Chiediamo alle Istituzioni a tutti i livelli maggiore attenzione per questa provincia. Lo facciamo da sempre, lo faremo sempre, ma in questo momento è più importante che mai che Brindisi non resti esclusa. Rivendichiamo attenzione e progetti per questo territorio e siamo pronti a fare le barricate.
Brindisi 30.10.2021
No Comments