… e noi lì a porci invece il quesito fisico-antropologico di come sia possibile che nel metro e cinquanta di Diletta ci possa stare tanta presunzione …
e noi lì ad approfittare di Benigni per lasciare la tv e svolgere funzioni corporali, per rinutellare due o tre fettine di pane, per controllare il telefonino
… e noi lì a non capire che in quelle canzoni c’erano risposte alle domande che non ci eravamo ancora posti …
e adesso che la pandemia ci costringe ad incrociare per più di dieci minuti di fila lo sguardo di nostra moglie, quale sarà il messaggio che le manderemo ? …
cosa le dichiareremo? …
ce lo diceva Gabbani : “ mi fai stare bene quando io sto male … “ ma soprattutto … “… e viceversa …”
… se capisce capisce …
e se siamo soprattutto nella condizione del suddetto “viceversa” come faremo a calmarci?
Basteranno due o tre ore di Barbara D’Urso? … maisia! …
qui ci viene incontro Anastasio: “ … spacchi tutto, ti viene da scappare e mandare affanculo … “
caro Anastasio, non mi sembra il caso … ma neanche a lui per la verità …
perché in realtà il giovanotto continua :” … non volevo sprecarla così … la mia rabbia non volevo sprecarla così “ …
e menomale …
e allora? …
una canticchiata sotto la doccia per ritrovarsi e fare pace con se stessi? …
Irene Grandi propende per questa igienizzante soluzione: “… ma quando canto sto da Dio … mi sento d’incanto e il mondo è mio “ … anche se non sembra proprio una genialata, noi, assetati di risposte purchè siano , le diamo il beneficio del dubbio …
almeno fino alla doccia di domani mattina …
o sarebbe meglio fare come Elettra ? …
“… mi piace la musica fino al mattino…”
era forse un invito a lasciarsi andare completamente? …
non proprio …
perché Elettra, la dolcissima e pea Elettra Miura Lamborghini ci ammonisce in chiave analcolica … “ faccio casino fino al mattino anche se non bevo vino “ …
quindi il consiglio è : musica si, alcol no …
ci basta la “musica e il resto scompare, musica e il resto scompare, musica e il resto scompare “ …
naturalmente tre o più volte per i più capu di ‘ggnanda …
e la nostalgia ? …
la rappresenta al meglio Rancore (che cazzo di nome !) “… come era prima, quando tutto era unito, mentre ora cammino in questo mondo proibito … quando il cielo era infinito quando c’era la festa e non serviva l’invito “ …
ha ragione …
era un’altra esistenza …
l’abbiamo svilita, data per scontata, sottovalutata …
e ora ci manca tutto …
mi dispero? …
a che serve? …
la tentazione è fare come Achille Lauro : “… fai di me quello che vuoi … non mi sfiora nemmeno … me ne frego … “
… ma non ne siamo capaci …
chi può davvero starsene in casa e dimenticare completamente tutto quello che succede fuori ? … nessuno … nessuno è immune … Jannacci in questo è categorico: “ … Là fuori c’è la guerra e dormi ma qui ci penso io a te vorrei che non tremassi come me ho visto piangere un gigante figurati se non piango io … “
… quindi è inutile fare i gradassi o i menefreghisti …
questa pandemia ci sta cambiando …
l’ho già detto : è un’opportunità …
possiamo cambiare e quando ce la faremo (perché ce la faremo) avremo capito che Dio, il caso, il virus, Budda, o comunque vogliamo chiamarlo, ci avrà risparmiato perché un giorno, fra tanto tanto tempo, quando ci importerà dare conto a qualcuno, quando vorremo che almeno una persona capisca chi siamo stati … noi possiamo usare le parole di Tosca “ Se tu mi chiedi in questa vita cosa ho fatto , io ti rispondo: ho amato , ho amato tutto” … era già tutto lì, nelle parole delle canzoni della settantesima edizione del Festival di Sanremo … e noi lì a cercare di capire che cazzo voleva dire Diletta … e soprattutto perché l’avevano chiamata …
Questo pezzo è stato scritto nella serata di oggi 2 aprile 2020, terzo mese di pandemia, con sottofondo di “Ho amato tutto ” di Tosca)
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