Esistono dischi di gruppi e artisti musicali le cui tracce fanno parte della colonna sonora della nostra vita. Ad essi si aggiungono storie e aneddoti che raccontati nel modo giusto e al momento opportuno rafforzano vecchie emozioni e ricordi personali, mai scalfiti dal tempo. Cuore, sensibilità e tecnica sopraffina ci portano ad amare “Live at Fillmore East” un doppio vinile del 1971 degli Allman Brothers Band. La folgorazione avvenne alcuni anni dopo la pubblicazione, grazie ad un caro amico e collega radiofonico che prese in prestito il disco dalla vicina Base Usaf di San Vito dei Normanni (Br). Mentre scorreva la puntina, fummo profondamente affascinati ed estasiati da un sound che rappresentava una forza della natura, un disco rivoluzionario e innovativo. Un documento sonoro che sarebbe diventato storico perché ricco di rara bellezza creativa, feeling e intrecci musicali raffinati. Ascolto dopo ascolto divenne decisamente essenziale per le nostre casse acustiche e per le cuffie auricolari, al punto di non poterne fare più a meno.
“Live at Fillmore East” è stato il disco dei sogni, l’amore a primo ascolto, il capolavoro tanto atteso che segnò definitivamente il mio personale interesse verso il rock blues prima e Robert Johnson e i suoi discepoli dopo. Ho continuato ad amare negli anni la band dei fratelli Allman e a seguire tutti i principali gruppi del Sud. Gli Allmans avevano sicuramente una marcia in più e regalavano visioni diverse. L’esistenza del gruppo di Jacksonville è stata costellata da colpi di fortuna, abusi ed eccessi, dissidi e scontri, cadute, lutti e tragedie, dove la musica è sempre stata intesa come il rimedio a ogni male. Oggi abbiamo l’occasione di conoscere meglio la loro storia grazie alla pubblicazione del libro “The Allman Brothers Band – I ribelli del Southern Rock” (Shake Edizioni). Mauro Zambellini racconta con appassionante cura storiografica e con una passione degna di un grande romanzo di rock’n’roll, la ricostruzione storica di una delle espressioni più influenti ed originali della musica americana.
Un gruppo che sapeva stare sul palco a meraviglia. Un libro bellissimo pieno di fatti, circostanze e musica scritto con grande competenza. Un racconto entusiasmante da divorarne le pagine. Nutrimento puro per chi ama le storie musicali. La slide di Duane, la voce e la tastiera di Gregg li ascolti dentro ogni pagina. Zambellini ha il talento e la bravura di farti vivere ciò che racconta. Come il celebre doppio album “Live at Fillmore East”, anche questo nuovo libro ha la capacità di farti amare la gloriosa band americana. Solo Mauro Zambellini, eccellente scrittore e fine giornalista poteva scrivere un capolavoro simile. Dimenticavo, mentre scrivo, ascolto “In memory of Elizabeth Reed”. Il brano è quasi finito, ma la voglia di riascoltare gli Allmans è quasi un bisogno impellente.
MARCO GRECO
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