July 12, 2025

Lo sport deve essere un bene della collettività (anche a Brindisi)
Il diritto allo sport, riconosciuto – seppur indirettamente – dalla legge fondamentale della Repubblica Italiana, deve essere salvaguardato dagli enti locali che sono tenuti ad adottare, coscientemente, decisioni volte a soddisfare le esigenze della cittadinanza, contribuendo sia economicamente che socialmente allo sviluppo delle attività sportive.
L’aumento spropositato del costo dei tickets per l’utilizzo delle palestre comunali, di oltre il 250%, deliberato durante la gestione commissariale del Comune di Brindisi, costituisce, al contrario, una tangibile e grave violazione di un diritto fondamentale per lo sviluppo dell’uomo.

L’attività sportiva, praticata a livello agonistico o come mera forma di ludus, rappresenta un importante strumento di tutela della salute degli individui oltre ad assumere grande rilevanza in una società, come la nostra, incline a modelli di vita troppo sedentari. Lo sport, infatti, considerato nella sua globalità e nei suoi molteplici aspetti, non coinvolge solo interessi socio-economici, ma anche settori di primaria importanza, quali la cultura, l’educazione e l’integrazione.

Una voce di costo così elevata (rectius astronomica) inserita nel bilancio di una società sportiva dilettantistica – fra l’altro in un periodo di notoria crisi finanziaria – fungerebbe da invalicabile ostacolo per lo sviluppo del fenomeno sportivo in città. L’inevitabile conseguenza sarebbe l’ingiusta e repentina scomparsa del movimento sportivo, soprattutto di quello giovanile.

E se è pur vero che il problema legato al costo dei tickets comunali non rappresenta la più grave emergenza della nostra città – sommersa, purtroppo, da numerose criticità – è altrettanto vero che esso, non per questo, debba considerarsi di secondaria importanza.
Il più grande auspicio è che l’amministrazione comunale, chiamata ripetutamente a risolvere l’incresciosa vicenda, dia, in occasione dell’incontro che si terrà lunedì 29 agosto presso il Palazzo di città, risposte valide e concrete ad un appello che proviene, non da pochi eletti, ma da tutti i cittadini.
Il diritto allo sport è, infatti, di tutti, nessuno escluso, è capace di accomunare ogni individuo senza distinzione di sorta e non deve divenire un lusso.

Sergio A. Angelelli

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