In una inedita cornice autunnale chiuderà i battenti domenica prossima 5 ottobre alle ore 18 presso la Casa della Musica ad Ostuni la XVIII edizione della kermesse letteraria Un’emozione chiamata libro.
A chiudere la manifestazione sarà il prof. Luciano Canfora autore del libro “La crisi dell’utopia” che dialogherà con l’on. Massimo Bray, ex Ministro ai Beni e alle Attività culturali ed il prof. Ettore Catalano. Sono previsti gli interventi di Giusy Santomanco Caso e Beppe Moro oltre ai saluti del Sindaco, Gianfranco Coppola e dell’assessore alla cultura, Pierangelo Buongiorno.
Questo libro ha al centro una commedia di Aristofane il commediografo, irriducibile – forse più di qua-lunque altro in quell’arte – a schemi preconcetti e a schieramenti partitici. La sua commedia, Le donne all’assemblea, ha di mira un progetto di riforma radicale della società che trova rispondenza con sorpren-dente puntualità nel nucleo più audace della Repubblica di Platone. Nella commedia, Aristofane ridicolizza l’idea che si possano mettere in comune le ricchezze e le relazioni sessuali; al contrario Platone ne fa l’oggetto di uno dei suoi dialoghi più importanti e influenti. È un conflitto paradigmatico sull’utopia, sulla possibile costruzione dell’uomo nuovo, sulla realizzabilità di un assetto sociale totalmente innovativo, fon-dato – secondo l’intuizione platonica – sulla proprietà collettiva, o meglio sulla negazione della proprietà, e sulla cancellazione dell’istituto familiare con tutto il suo carico di egoismi. Più in generale, su una palinge-nesi complessiva di cui l’‘uomo nuovo’ è o dovrebbe essere il risultato».
Dell’utopia antica e delle sue proiezioni moderne; dello scetticismo antico e moderno; del rischio dell’utopia e del rischio dell’immobilismo fatalistico.
«Nel corso delle feste Scire, un gruppo di donne, capeggiate da una di loro, Prassagora, particolarmente dotata di carisma e capace di pilotare un gruppo bene organizzato e proteso all’azione politico-assembleare, ha deciso di partecipare ai lavori dell’assemblea popolare. Naturalmente in quanto donne non potrebbero, perché la democrazia ateniese, come ogni società premoderna, è maschiocentrica. Perciò si travestono da uomini, con barbe, mantelli e sandali adeguati al ruolo. Si radunano all’alba per occupare già prestissimo posti all’assemblea…».
«I fallimenti liquidano l’utopia, o l’utopia resta un bisogno morale al di là del naufragio? E la demoniz-zazione, fin troppo facile, dell’utopia non diviene un alibi per blindare in eterno la conservazione e l’ingiustizia?»
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI OSTUNI
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