August 2, 2025

È una questione di memoria collettiva, ma anche di parole semplici e ritornelli che sanno come farsi strada nella testa. Gli 838 – Tributo 883 & Max Pezzali arrivano a Brindisi martedì 12 agosto, alle ore 21.30, in viale Regina Margherita, alla Scalinata Virgilio. Una serata con ingresso libero, inserita nella rassegna “Meridiani d’Estate 2025”, il programma estivo promosso dal Comune di Brindisi e dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Uno spazio urbano che si trasforma in palco collettivo per un concerto che riporta alla luce l’immaginario musicale di un’epoca intera: quello costruito dagli 883, tra gli anni Novanta e Duemila, e poi proseguito da Max Pezzali nella sua carriera solista.

 

Gli 838 non sono una semplice cover band: sono una macchina da live rodata con alle spalle centinaia di concerti in piazze, festival e club. Nati nel 2014, hanno costruito negli anni una proposta musicale capace di distinguersi per qualità esecutiva e capacità di coinvolgimento del pubblico. Il nome della band gioca ovviamente con quello originale ma il tributo è una rilettura coerente, una messa in scena fedele nei suoni ma libera nel modo di abitare il palco. È musica da cantare insieme ma anche uno spettacolo con tempi precisi, cambi di ritmo, ironia e improvvisazione.

 

Il concerto degli 838 è costruito per mantenere alta l’attenzione grazie a una scaletta che attraversa tutto il repertorio degli 883 e di Max Pezzali: “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, “Nord sud ovest est”, “Sei un mito”, “Come mai”, “Una canzone d’amore”, “Gli anni”, “La regola dell’amico”, “Rotta per casa di Dio”, “Nessun rimpianto”. Pezzi che non hanno mai smesso di circolare e che sono diventate, per molti, parte della colonna sonora personale. C’è chi ci è cresciuto, chi le ha ballate alle feste di scuola, chi le ascolta ancora oggi in auto. Il valore del tributo sta proprio qui: restituire quei brani nel loro impatto originale, ma con uno spirito attuale, vivo, dinamico.

 

La band si muove con naturalezza. Alla voce, Gerry Cucino guida lo show: la sua è una presenza scenica decisa ma mai ingombrante, in grado di tenere insieme la narrazione musicale con toni leggeri e grande capacità di connessione con il pubblico. Carlo De Vivo, alla chitarra, è il motore armonico del gruppo. Al basso, Rosario Reina alterna solidità e inventiva costruendo il groove che sostiene tutta la performance. Alle tastiere c’è Enrico D’Elia, che lavora sulla tessitura sonora e infine, alla batteria, Fortunato Anzalone garantisce potenza con un tocco che non perde mai il senso del tempo.

 

Ma ciò che rende speciale un concerto degli 838 non è l’atteggiamento. La band non si prende troppo sul serio ma prende molto sul serio ciò che fa. C’è un senso di gioco che attraversa tutto lo spettacolo: nei dialoghi con il pubblico, nelle improvvisazioni sul palco, negli scambi tra i componenti del gruppo. La scaletta è costruita con attenzione, tuttavia ogni serata può cambiare, può prendere direzioni impreviste. Questo rende lo show ogni volta diverso, ogni volta unico. Ma la forza degli 838 è anche la loro versatilità. Hanno una formazione compatta ma adattabile e sono in grado di gestire spazi diversi – dalla grande piazza al teatro, dal festival al club – modulando l’intensità del concerto in base al contesto. Il fulcro resta la musica, suonata bene, con cura, raccontata con leggerezza. L’obiettivo è sempre chiaro: far cantare, far ballare, far tornare alla memoria qualcosa che in fondo non se ne è mai andato.

 

Le canzoni degli 883 hanno avuto successo perché erano immediate, sincere, accessibili. Non cercavano la complessità ma nemmeno la banalità. Raccontavano storie quotidiane – l’amicizia, le prime cotte, le delusioni, i sogni, i viaggi in motorino – e le raccontavano con parole semplici ma efficaci. Gli 838 le portano in scena con rispetto e ironia. Nessuna nostalgia da cartolina ma solo voglia di stare insieme, di condividere una serata, di ascoltare dal vivo una musica che continua a dire qualcosa. Il concerto del 12 agosto alla Scalinata Virgilio è pensato per tutti. Per chi c’era allora e per chi è nato dopo. Per chi conosce a memoria ogni strofa e per chi viene solo per curiosità. Perché la musica pop, quando è fatta bene, non ha bisogno di introduzioni: basta che parta il ritornello giusto, il resto viene da sé.

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