May 1, 2025

… sono sul divano ed il telefono suona mentre leggo l’ultimo libro di Calasso …
ed è per telefono che ricevo l’invito …
una voce gentile mi chiede se sono proprio io: Apunto Serni ? … rispondo che il più delle volte vorrei essere qualcun’ altro ma che le ferree leggi anagrafiche non me lo consentono …
con chi parlo? …
si chiama Vittoria , mi declina per bene la veste con cui mi chiama e mi invita per la sera alle 8,30 presso il ristorante Penny …
se fosse possibile e se non avessi altri impegni, M.e C. vorrebbero incontrarmi …
grande occasione … la cosa mi piace … mi intriga …
impegni non ne ho se non quelli di decidere dove appendere gli ultimi quadri rimasti ancora imballati dopo il trasloco
possono aspettare …

rispondo di si, naturalmente ci sarò … buona giornata … buona giornata …

 
alle 8,20, docciato, ben vestito e profumato da un Armani Uomo eau de toilette sono da Penny
… ho già in mente un piccolo piano per scegliere fra i due …
penso che alcuni dettagli saranno rivelatori e mi indurranno ad operare la giusta opzione al di là di ogni ragionevole dubbio …
non è così …

 
M. e C. arrivano quasi assieme … non simulano fretta da sovraccarico di impegni, non sono trafelati, sono puntuali e , senza tirarsela, si presentano porgendomi una mano energica e cordiale … soprattutto nessuno dei due è al telefonino …
e mo? … vabbè, per ora zero a zero … poi vedremo …

 
Mario, lo storico ristoratore, ci conduce al tavolo già prenotato e M., galante, porge la sedia a C. che si accomoda salutando i camerieri … io e M. ci sediamo subito dopo
… sono tutti e due sorridenti e sereni …

 
M. è un bell’uomo … alto, elegante, veste bene senza essere ricercato … non ostenta bracciali costosi o orologi di marca ed ha un bel sorriso che non sembra di circostanza … fa subito simpatia e poi penso che ha addiruttira rinunciato alla Brindisi-Corfù per uscire a cena con me …

 
C. è proprio una bella donna … ha un sorriso coinvolgente e naturale, degli occhi che ipnotizzano per la profondità
dell’azzurro ed è vestita in modo casual …sembrano davvero due brave persone …

 
Mario ci coccola come sempre fa con gli ospiti a lui graditi …
prende le ordinazioni complimentandosi con i due per il bel risultato raggiunto ed augura un “vinca il migliore” …
entrambi gli sorridono e ringraziano …

 
M. riempie d’acqua i bicchieri, quello di C., il mio ed infine il suo … beviamo per accompagnare dei tarallini …
decidiamo di darci del tu e passiamo subito ai nomi propri …

 

F., N. per gli amici, A. ed io: Apunto …
come va? … io bene, loro sono stanchi e preoccupati …
N. sente il peso della responsabilità che già ha verso i suoi elettori … mi parla, senza tecnicismi, del bisogno di questa città di riconvertire la propria idea di sviluppo …
parla di politica e di economia con competenza e facilità … approfondisce il rapporto fra sicurezza e sviluppo ed inserisce parole come salute, felicità, dignità …

 

io e A. lo ascoltiamo con attenzione …
ciò che più traspare in quest’uomo dall’aspetto di ragazzino è il senso della misura, la disponibilità a capire, il desiderio di approfondire …
il suo discorso è calmo ma appassionato, dotto e senza essere pesante …
cita, a proposito e senza spocchia, Levi Montalcini e Bahuman, Gardini e Dipietrangelo …
conosco questi autori ma confesso a N. che purtroppo mi sfugge il pensiero di quest’ultimo … mi scusa …
su questa amara confessione arrivano i tubettini allo scoglio … mangiamo con garbo e senza appetito pur in presenza di questa eccellenza gastronomica …
N. mi ha conquistato …

 

dopo i tubettini passiamo direttamente alla frutta e Mario ci omaggia di una sperlunga tanto colorata quanto gustosa e fresca …
A, nel frattempo ci parla delle periferie di questa nostra città …
si sente già responsabile delle storture sociali che ha avvicinato in questo periodo …
ci dice che Brindisi è una città che ad alcuni ha dato troppo e ad altri troppo poco …
parla di serenità, del diritto alla felicità, di come il futuro possa essere scelto ed ordinato …
cita Renzo Piano e Borges, Pasolini e Massimo Ferrarese …
anche qui devo confessare di non conoscere le speculazioni antropologiche dell’ultimo riferimento intellettuale … A. mi perdona … se N. mi ha conquistato, A. mi ha incantato …

 

alle mie domande, alle mie preoccupazioni, alle mie mille paure per un futuro incerto e minaccioso mi rispondono con padronanza dei problemi, con fiducia ed ottimismo …

 
sono tutti e due preparati e pronti per guidare questa complessa macchina cittadina …
sono entrambi interessati più ad ascoltare cosa ho da dire io in qualità di semplice cittadino che i loro cattivi consiglieri politici …

 
il caffè caldo che arriva a fine pasto ha qualcosa di giusto e di conclusivo …
è quasi una metafora di un compimento …
è un aroma forte ma delicato che riporta a casa …
a casa …
a casa …

 
mi sveglio di soprassalto …
cazzo, sono a casa sul divano con il libro di Calasso che sta lentamente scivolando per terra …
mia moglie mi porge la prima tazzina di caffè fatto in questa casa visto che hanno appena allacciato il gas …
in una frazione di secondo ricerco con lo sguardo N. ed A. … macché …

 
ho sognato …
un incubo da ballottaggio dovuto alla sindrome da scelta forzata …
il primo sogno fatto qui a casa nuova …
sorseggio questo primo caffè che spero foriero di giornate serene e felici …

 
e penso: vinca il migliore …
io sabato prossimo parto per la Patagonia …

 

Apunto Serni

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