A 27 ore dall’incendio che ha investito la Norman Atlantic sono state salvate 290 persone mentre a bordo ne restano 188.
Lo rende noto la Marina Militare Italiana che per tutta la notte ha proseguito nelle difficili operazioni di salvataggio dei passeggeri rimasti intrappolati sul ponte del traghetto a causa dell’incendio divampato nella stiva alle ore 4.3o di ieri.
Nelle ultime ore le operazioni hanno assistito ad una sostanziale accelerazione, grazie alle migliorate condizioni meteo-marine.
E’ stata una notte difficile per i passeggeri della Norman Atlantic, sebbene sulle loro teste abbiano operato senza mai risparmiarsi uomini in divisa a bordo di elicotteri con visione notturna.
A bordo del traghetto sono stati portati anche personale medico ed infermieristico e materiale per il ristoro.
Gli elicotteri della Marina Militare hanno continuato a fare la spola tra la Norman Atlantic e la Nave San Giorgio per trasportare i passeggeri ma la maggior parte di essi ha dovuto affrontare una nottata difficilissima. Una circostanza questa che, senza intaccare in alcun modo il grande lavoro dei soccorritori, aprirà certamente la porta delle polemiche sulla gestione della crisi.
Infatti, dopo aver avuto la certezza che l’imbarcazione sarà trainata direttamente nel porto di Brindisi scortata dalla nave San Giorgio, da più parti ci si è chiesti se non vi fossero soluzioni alternative che potessero impedire a circa 200 persone di trascorrere la notte all’addiaccio, sul ponte di una nave alla deriva, con temperature intorno allo zero e con previsioni di pioggia battente.
In alcune interviste rilasciate anche ad organi di informazioni nazionali, è stato Mimmo Consales, Sindaco di Brindisi, nonché componente dell’Unità di Crisi istituita presso la Prefettura di Brindisi, a chiedere conto della scelta. Secondo Consales – ma l’opinione è comune a molti osservatori – sarebbe stato preferibile avere una base logistica nella più vicina Albania (a poco più di 10 miglia dal punto dell’incidente) piuttosto che trainare il traghetto per circa 70 miglia fino in Italia.
In questo modo si sarebbe evitata una lunga notte di apprensione. Tra l’altro, come se non bastasse, le operazioni di rimorchio della Norman Atlantic sono state rallentate da almeno tre rotture dei cavi che connettono il traghetto al rimorchiatore Marietta Barretta.
Intanto a Bari è arrivato il mercantile “Spirit of Piraeus”, con a bordo 49 naufraghi tratti in salvo dall’incendio del Norman Atlantic.
L’imbarcazione sarebbe dovuta approdare nel porto di Brindisi ma, dopo vari tentativi di ingresso, le problematiche condizioni meteo-marine, di un lieve incidente nelle operazioni di salita a bordo di un pilota e la mancanza di ulteriori piloti di rimorchiatori (tre dei quali impegnati nelle vicinanze del traghetto incendiato) hanno suggerito al comandante del mercantile battente bandiera di Singapore a far rotta sul porto del capoluogo pugliese.
Nei prossimi giorni non mancheranno le polemiche anche sullo stato della “Norman Atlantic”.
Secondo fonti greche, dieci giorni fa il traghetto battente bandiera italiana era stato sottoposto ad una ispezione nel porto di Patrasso che aveva permesso di riscontrato alcune deficienze in materia di misure di sicurezza e soccorso. Gli ispettori avevano dato due mesi di tempo all’armatore per soddisfare i requisiti richiesti.
In particolare, l’ispezione avrebbe accertato disfunzioni inerenti il piano di coordinamento SAR (search & rescue), il piano di evacuazione della nave, l’illuminazione d’emergenza e i dispositivi di chiusura delle porte stagne, le cosiddette tagliafuoco.
No Comments