Il relitto del Norman Atlantic brucia ancora ma divampa anche la polemica sull’eventuale spostamento nel porto di Bari di quel che resta della nave.
Già nelle ore immediatamente successive alla tragedie, diversi organi di informazione – primo tra i quali Brundisium.net – si erano fatti portatori di alcune istanze dei cittadini brindisini che temono il ripetersi di un altro caso “carrette del mare”, ossia di navi (o pseudo tali) abbandonate per decenni sulle banchine del nostro porto.
Avevamo scritto da queste pagine il 2 Gennaio scorso: “Intanto a Brindisi sale la preoccupazione per una vicenda che rischia di avere forti ripercussioni: nessuno è in grado di sapere per quanto tempo il relitto resterà in città. La paura è che possa restare ormeggiato in pieno porto per diversi anni, in attesa della definizione del processo. I brindisini hanno ancora negli occhi le “carrette del mare” albanesi abbandonate per anni nel bel mezzo del proprio porto; la speranza è che la città di Brindisi non debba scontare responsabilità altrui che metterebbero ad ulteriore repentaglio l’immagine e la funzionalità del porto, una struttura che ha necessità di traini ed occasioni di crescita, non certo di freni e lacciuoli“.
Il 3 Gennaio era stato il dott. Ettore Cardinali, Sostituto procuratore di Bari, titolare delle indagini, a parlare di spostamento del Norman Atlantic nella sede dell’Autorità Giudiziaria procedente. Dopo le prime indagini “irripetibili” ed in attesa dello svolgimento del giudizio penale, appariva logico e consequenziale disporre il rimorchio del relitto nella sede del processo, a patto – ovviamente – che le condizioni di stabilità del mezzo non rischiassero di essere compromesse dallo stesso trasferimento.
Sempre ieri su twitter si era fatto sentire il Sindaco di Brindisi Mimmo Consales che aveva scritto: “Nessuno pensi di lasciarci la Norman Atlantic abbandonata nel porto per anni. Non lo consentiremo….faremo sentire la nostra voce!”
Tutti d’accordo a far sloggiare la nave della morte dalla banchina del porto che viene utilizzata soprattutto per il turismo crocieristico? Figuriamoci…
Ben presto si sono levate due voci opposte alla volontà di magistratura e di gran parte dei brindisini. Si tratta di due rappresentanti del centrodestra della provincia di Brindisi: il senatore francavillese Pietro Iurlaro ed il consigliere regionale di Fasano Antonio Scianaro.
Entrambi hanno inviato un comunicato stampa per manifestare la loro contrarietà allo spostamento del relitto da Brindisi.
Ovviamente i due politici stanno bene attenti a palesare l’unica motivazione che, secondo gli osservatori più attenti, giustificherebbe la permanenza del rudere a Brindisi: l’eventuale business legato alla demolizione.
Questo un passo del comunicato di Iurlaro: “Vantaggi della presunta operazione? Francamente, nessuno. L’unico problema “insormontabile” sarebbe rappresentato dalle difficoltà degli inquirenti baresi a raggiungere Brindisi ogni giorno. Di più. Brindisi non è solo bella. Ha anche un porto semplicemente più grande. Più grande di quello di Bari. Più grande e, per certi aspetti, anche meglio servito, con rimorchiatori dotati di un sistema antincendio che mi dicono essere all’avanguardia. E allora, se da anni si parla di un porto sotto sfruttato sotto l’aspetto turistico, meglio che quella nave resti a Brindisi. Dove l’autostrada non arriva, i treni son pochi e i turisti pure”.
Lettura alla mano, appare indubbio che Iurlaro mette il relazione il traghetto in cui sono decedute decine di persone con lo “sfruttamento sotto l’aspetto turistico”. Abbiamo letto e riletto più volte il passo e non ci è ancora chiaro se l’autore volesse dire qualcosa del tipo “visto che Brindisi sta messa peggio di Bari sotto l’aspetto turistico è meglio che la nave resti a Brindisi” oppure qualcosa che assomigli molto al “turismo dell’orrore”, ossia che la presenza in porto del traghetto in cui sono decedute decine di persone possa essere “sfruttata” sotto “l’aspetto turistico” per la città di Brindisi.
Raggiunto su facebook, il Senatore Iurlaro non ha chiarito quale sia l’interpretazione autentica dell’autore.
Per il fasanese Scianaro, invece, anche se la Commissione RINA offrirà tutte le rassicurazioni del caso, lo spostamento “avrebbe dei rischi altissimi“. “Quello che va fatto e con assoluta urgenza – conclude Scianaro – è la messa in sicurezza del relitto con lo svuotamento del combustibile e degli oli eventualmente presenti e lo spostamento della nave in una zona sicuramente più confacente, la diga di Punta Riso, in modo da non penalizzare tutto il traffico commerciale e turistico nell’area di Costa Morena, così faticosamente costruito“.
Anche oggi l’ispezione non è stata completata: “Solo una parte delle stive e del luogo in cui erano posizionati i primi mezzi è stata accessibile” – ha riferito dallo stesso pm al termine delle operazioni.
Infatti ancora oggi – ad una settimana dall’incendio – in alcuni locali c’era una temperatura vicina ai 180 gradi ed il Norman Atlantic ha continuato a fumare per tutto il giorno.
In serata, infine, è giunto un comunicato dell’autorità portuale che chiarisce gli aspetti della vicenda e mette fine alle voci.
Questa la nota stampa dell’ente guidato dal prof. Haralambides
L’Autorità portuale di Brindisi ritiene opportuno dover precisare che la banchina di Costa Morena Est- Testata Nord è stata solo momentaneamente destinata all’ormeggio della suddetta nave. Ciò al fine di permettere le prime operazioni connesse con le esigenze di carattere giudiziario, nonché con l’ispezione della nave.
Il porto di Brindisi, durante le concitate fasi dell’emergenza, è stato scelto, infatti, come destinazione temporanea in ragione della vicinanza geografica al luogo della tragedia e solo per motivazioni di sicurezza.
Si rappresenta, inoltre, che l’attuale ormeggio è in contrasto con la prevista utilizzazione della banchina che è tra quelle destinate sin dal prossimo mese di aprile ad accogliere le navi da crociera.
Ad ogni modo, un suo impiego prolungato per l’odierna emergenza penalizzerebbe fortemente l’operatività del porto che si vedrebbe privato di un importante punto di attracco con conseguenti danni economici per l’Autorità portuale che a sua volta si vedrebbe costretta a chiedere risarcimenti per i danni patiti e patendi.
Peraltro, il magistrato titolare del fascicolo, dottor Cardinali, ha più volte dichiarato che il relitto, allorquando sarà nelle condizioni di poter riprendere il largo in totale sicurezza, con l’avvallo del RINA, dovrà essere spostato nel capoluogo pugliese, sede naturale per competenza territoriale nello svolgimento delle indagini, nonché porto di iscrizione della nave.
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