La crisi economica strisciante, la fuga della popolazione giovanile verso altre realtà capaci di offrire migliori opportunità lavorative e di studio, la perdita di solidità delle strutture familiari, il dilagare di forme di devianza minorile e di tossicodipendenze ha fatto si che la domanda di servizi nel campo sociale aumentasse a dismisura a fronte di una struttura operativa e di una organizzazione gestionale rimasta sostanzialmente immutata negli anni.
Per far fronte ai nuovi bisogni il Partito Repubblicano Italiano ha insediato un apposito gruppo di lavoro, che si è avvalso delle competenze e delle professionalità di esperti del settore.
L’obiettivo che ci siamo posti è quello di immaginare una riorganizzazione e riqualificazione dei servizi sociali sul nostro territorio per giungere alla definizione di un possibile organigramma capace di gestire tutta la rete dei bisogni dei cittadini riconducibile alle competenze della Amministrazione Comunale.
Il punto di partenza è stata la constatazione che la gestione dei servizi sociali non può più essere affidata al solo personale dipendente della Amministrazione civica.
Peraltro, la scelta di esternalizzare alcuni servizi è già stata compiuta in passato.
Ciò che è mancato è stato un efficace controllo sugli affidatari.
Il primo obiettivo da porsi è, pertanto, quello di dar vita ad una struttura manageriale che rediga una mappatura completa delle risorse organizzative presenti sul territorio, stimolando la crescita di quelle organizzazioni che possono veramente essere definite no-profit.
Tanto si potrà fare istituendo un ufficio apposito con il compito di operare uno screening di tutte le associazioni, cooperative sociali e organizzazioni no-profit, raccogliendo ed archiviando gli organigrammi di ogni struttura accreditata ed evidenziando le lacune o le insufficienze dei servizi esistenti, individuando e segnalando esperienze innovative di welfare collaborativo.
Ma tale struttura manageriale dovrà anche effettuare un controllo periodico degli operatori del settore al fine di verificare che le strutture accreditate abbiano mantenuto i requisiti strutturali, organizzativi e qualitativi che hanno dato origine alle autorizzazioni.
Per l’avvenire gli affidamenti all’esterno della Amministrazione dovranno avvenire secondo criteri scrupolosamente in linea con le direttive emanate dall’ANAC, avendo anche cura di verificare le situazioni contrattuali dei dipendenti impegnati nella erogazione dei servizi affidati.
La stessa struttura dovrà avere cura di organizzare una consulta in cui siano inseriti i rappresentanti delle associazioni, cooperative sociali, patronati di assistenza, sindacati di categoria e associazioni dei familiari, facendo tesoro dei suggerimenti utili al buon funzionamento dei servizi sociali di emanazione comunale.
Tale nucleo dovrà essere consultato anche nella fase di stesura dei piani di zona.
Solo in tal modo l’Amministrazione potrà dare compiuta attuazione a quello che è il dettato principale della Legge 328 del 2000, ossia il principio di sussidiarietà inteso come un patto tra tutti gli attori del territorio.
Ma la struttura manageriale dovrà attendere anche ad altri compiti quali: la creazione di uno sportello informativo on- line e contattabile con un numero verde, in modo da consentire ad ogni cittadino di avere informazioni sui servizi erogati dalla Amministrazione. Tanto anche per evitare che la conoscenza sui servizi erogabili sia di patrimonio esclusivo della politica e divenga merce di scambio e di raccolta del consenso.
Dovrà rivedere, ed eventualmente riformare, tutti i protocolli di intesa già firmati con gli altri Enti.
Dovrà dotarsi di figure idonee ad intercettare finanziamenti e risorse nel settore dei servizi sociali, che spesso non vengono utilizzati dalla Amministrazione Comunale.
Insomma, solo dotandosi di una nuova governance l’Amministrazione Comunale potrà dare compiuta attuazione ai principi contenuti nella Legge 328 del 2000 e al IV Piano Regionale delle Politiche Sociali 2017-2020.
IL RESPONSABILE SERVIZI SOCIALI PRI
(Piero PALAZZO)
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