June 8, 2025

“Siamo onorati – afferma il Presidente dell’Associazione Terra l’ing. Domenico Lococciolo – di avere tra i nostri partner istituzionali anche il Parco Regionale delle Dune Costiere. Come abbiamo avuto modo di dire al Presidente l’on. Vincenzo Lavarra abbiamo anche noi una responsabilità come abitanti della Terra: sensibilizzare tutti Noi al bello. Spesso, però, il bello è attaccato da gravi calamità a partire dalla Xylella che sta sferzando in lungo e in largo a partire dalla piana olivetata monumentale. Cosa può fare un’associazione che promuove le tradizioni e la bellezza di un territorio in merito? Deve fare tanto. Per tali ragioni abbiamo scelto di aggiungere alle nostre sfide della quinta edizione di “Passione 2019 – Madre” quello di portare in processione un inedito Cristo Morto della fine del ‘700 – gentilmente concessoci dalla Confraternita della Madonna dei Fiori a cui va il nostro più sentito grazie – deposto su di un fercolo di tronco d’ulivo”.

 

A riguardo il Maestro Winspeare dichiara quanto segue: La morte degli ulivi è la fine di una civiltà, la nostra apocalisse paesaggistica, è la morte di una cultura mediterranea, per la verità già da tempo agonizzante. Non è retorica, è un fatto che in fondo interessa a pochi, perché la verità – scusate, la mia opinione – è che noi tutti siamo diventati insensibili al dolore del mondo. Non è egoismo, semplicemente non riconosciamo più le cose che contano nella vita. Ma chi se ne frega degli ulivi di Puglia se la nostra squadra ha perso per un rigore ingiusto o se il mio idolo tatuato viene insultato da un mostro rifatto nell’Isola dei famosi? Pensate che la Xylella sia un tema che infiammi le discussioni nei bar? Certo, ci sono ancora gli agricoltori, dei ricercatori competenti e dei cittadini comuni che si rendono conto della gravità di un disastro che dovrebbe scuotere le coscienze di più di un politico. Tuttavia nell’aria non c’è vera consapevolezza del rischio che corre la meravigliosa foresta di ulivi di diventare un deserto, con scheletri di tronco come memento sinistro. E allora è giusto celebrare il funerale dell’ulivo con la forma d’arte più libera, meno compromessa con il potere, più autentica che ci è rimasta. E’ il teatro che ci apre gli occhi di fronte all’ecatombe dei vecchi ulivi di Puglia, i più belli del mondo. Forse domani qualcuno in più alzerà gli occhi dal display e si accorgerà di quello sta succedendo al nostro paesaggio. Così almeno potrà dire di essere stato testimone del funerale della Puglia. Quello che sarà dopo sarà uguale a tutto il resto.

 

Il Presidente del Parco l’on. Lavarra si chiede: “cosa accadrebbe alla Puglia se Xylella con la sua forza distruttrice bruciasse la Piana degli Olivi Millenari? Significherebbe la perdita irreversibile di un riferimento identitario, di luoghi di trasmissione storica e di ispirazione culturale nelle varie forme dell’arte.

 

Siamo eredi di un patrimonio con caratteri di unicità, preservato pressoché tal quale nell’impianto di epoca romana da generazioni di olivicoltori. Esso costituisce valenza specificamente paesaggistica e vocazione economica. Aspetti che la presenza permanente nel territorio di moderne aziende multifunzionali, nella produzione di beni enogastronomici di qualità e di strutture ad alta capacità di attrazione turistica di proiezione extraregionale , ora ancora preserva.

 

È dunque di messaggio di grande significato la scelta di Edoardo Winspeare di rappresentare nella forma alta del dramma teatrale il rischio estremo e definitivo che incombe sulla Piana e sul paesaggio olivicolo della Puglia. Anche grazie all’impeto civile di Winspeare saremo ancora più interpellati per alzare lo sguardo su di essi e fare ogni sforzo possibile per salvare un patrimonio dell’umanità.”

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