Cari amici, in questo nuovo numero del Diario torniamo a parlare di Blues.
Avremmo voluto pubblicare una delle numerose interviste che abbiamo effettuato in questo periodo (cosa che faremo nelle prossime settimane), ma hanno prevalso i sentimenti, anche sui nostri impegni radiofonici.
Perdonateci se riusciamo ancora ad emozionarci raccontando un disco di Blues.
Non è esagerato pensare che il nostro cuore si gonfia di gioia nel leggere una bella recensione sul Buscadero, dedicata ai nostri fratelli baresi della “Via Del Blues“.
Ci rincuora sapere che il vecchio e malandato Johnny Winter, eroe texano in un mare di tatuaggi, è in tour sui palchi di mezzo mondo, anche in Italia.
La musica che più amiamo non è un souvenir dei tempi andati, ma un’idea di ciò che siamo e cosa diventiamo quando feeling, cuore e passione, curano le nostre inquiete anime come medicina.
Sarà forse una questione di età. E la nostra dice che tanti anni fa ci siamo innamorati di un chitarrista bianco immerso nel blues.
Era ancora giovanissimo quando iniziò a confrontarsi senza vergogna con i padrini della grande musica.
Mike Bloomfield, chitarrista timido e gentile ha lasciato sulla terra la propria anima e i suoi pezzi pregiati.
Noi li abbiamo raccolti da Al Kooper e custoditi come pietre preziosi nei nostri scaffali dove il vinile ci sorride.
“Dalla Sua Testa Al Suo Cuore Ed Alle Sue Mani” è il titolo poetico del box pubblicato di recente a nome di Mike Bloomfield. Mike, per gli amici, è stato uno tra i chitarristi più grandi di Blues.
Scomparso nel 1981 a soli 38 anni, aveva inventato una nuova tecnica innovativa che prendeva spunto dal ripetitivo suono indiano reso celebre da Ravi Shankar, per unirlo a sonorità rock e blues.
Un suono che negli anni ha influenzato molti altri chitarristi. “From His Hand To His Heart To His Hands” comprende tre CD e un DVD con interviste e spezzoni di brani. I tre CD che partono dall’inizio della carriera, sino agli ultimi giorni, trovano all’interno alcuni brani inediti registrati dal vivo. Tra i musicisti ci sono un giovanissimo Charlie Musselwhite e le diverse collaborazioni con Bob Dylan, Paul Butterfield Blues Band, Electric Flag, Muddy Waters, Janis Joplin.
“Mike era una persona gentile, non metteva mai il suo ego davanti agli altri. A lui piaceva suonare, il resto contava poco. La sua era una vera passione, veniva da dentro, dal suo cuore, dalle sue mani, dalla sua testa” (Al Kooper).
MARCO GRECO
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