August 5, 2025

A differenza di chi ha le idee chiare circa l’opportunità di andare subito al voto, ovvero di rimandare la competizione elettorale al 2018, per quanto mi riguarda non so dire quale sia l’opzione preferibile per la Politica locale e, soprattutto, per il futuro della città di Brindisi.

 

Una cosa è certa: se tutti i 17 firmatari avessero voluto togliere da subito la spina all’Amministrazione Carluccio, non la mozione di sfiducia avrebbero dovuto presentare, ma le loro contestuali dimissioni da consiglieri comunali.

 

Ovviamente su questo tipo di scelta sono molte le interpretazioni, ma due prevalgono nettamente sulle altre.

 

La prima, collega il passaggio in Consiglio comunale con l’esigenza di ragionare un po’ di più sulla opportunità dello scioglimento anticipato dell’assise.
Infatti, non costituisce un mistero la frammentazione dell’attuale quadro politico sia nell’ambito della vecchia maggioranza, sia all’interno dell’attuale opposizione.
E pertanto, un minuto dopo lo scioglimento del Consiglio vi sarebbero da dipanare alcuni nodi di non agevole soluzione.
Ad iniziare dalla individuazione dei candidati sindaci delle diverse coalizioni che attualmente nessuna di esse può considerare acquisita.

 

La seconda, invece, può essere letta sia come il mai sopito tentativo da parte di qualcuno di entrare a far parte di una maggioranza ormai con l’encefalogramma piatto.
Oppure come l’incauto e ultimo disperato tentativo di altri di condizionare e ricattare Angela Carluccio. La quale, non è dato sapere se per ingenuità, o per scelta molto meditata, in una sua intervista ha buttato, come nulla fosse, sul piatto dello scontro politico un tema incandescente quale quello della gestione dei rifiuti, tema che probabilmente non passerà inosservato a molti osservatori delle cose politiche, così come non è passato inosservato a Lino Luperti che, anzi, sul tema ha sfidato energicamente il sindaco di Brindisi.

 

Quindi, da qualsiasi angolazione la si osservi, la situazione politica brindisina non induce a previsioni ottimistiche, anche perché, se è vero che l’offerta di Politica che viene dall’attuale ceto dirigente, o almeno da una parte rilevantissima di esso, non pare di eccelso conio, è pur vero che neppure dalla pubblica opinione brindisina viene una domanda forte e coraggiosa di Politica di qualità. Anche perché, in caso contrario, sarebbe difficile spiegare la presenza all’interno della massima assise cittadina di soggetti che pur non essendo di eccelso conio (tutt’altro!) sono stati capaci di farsi eleggere, prima, e son riusciti a condizionare (l’espressione “ricattare” non è politicamente corretta!) Angela Carluccio, poi.

Conclusivamente. Si vada a casa, ma un anno di commissariamento è poco. Troppo poco!

 

/comunicato

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